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Valentina Caramia/Un sogno su misura

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

6
DIC
2013
Una ritrovata tradizione sartoriale meridionale sta riemergendo dagli “inferi cinesi”, grazie a giovani artigiani di moda come questa laertina  doc, che sfida il sistema a colpi di ricami e bellezza
 
Valentina Caramia, 28 anni, è figlia della tradizione sartoriale della sua famiglia e del suo paese, Laterza, che fin da subito le danno la possibilità di sviluppare il suo senso di appetenza all’arte e alla moda. Cresciuta, infatti, tra stoffe disegni e ricami, dopo il liceo linguistico frequentato a Matera, lascia la Puglia per iscriversi al corso quadriennale dell’Accademia di costume e moda di Roma in cui apprende e perfeziona le tecniche di disegno e di pittura. Tante le opportunità nella capitale che Valentina non si lascia sfuggire: nel 2006  partecipa alla realizzazione dei costumi per lo spettacolo “Chi rapì la topina Costanza” presso il teatro comunale de l’Aquila, per poi tornare l’anno successivo come assistente scenografa. Sempre nel 2006 collabora con l’accademia di costume e moda di Roma per l’allestimento della mostra dedicata a “Irene Garlitzine”  presso l’auditorium della Conciliazione nella capitale.
Ma è nel luglio del 2008 che viene selezionata per il premio Carlo Palazzi e presenta un capo moda uomo che sfilerà su una delle passerella più importanti  durante la settimana dell’alta moda romana.  Nel luglio 2009 conclude il suo percorso all’accademia con una tesi sulla storia del matrimonio e dell’abito da sposa  intitolata “ e vissero felici e contenti …” .
A soli 25 anni realizza la prima collezione sposa di 15 capi d’alta moda. E ancora tanto fino allo scorso fine settimana, quando Valentina ha presentato la sua collezione nella sua terra natia dopo un fortunatissimo Lecce Fashion Weekend 11, riscontrando un acclamato successo. 
Partiamo come un dubbio amletico: come si chiamano gli abitanti di Laterza?
«Gli abitanti di Laterza si chiamano laertini, perché come narra una leggenda i Cretesi fuggiti dopo la guerra con i Micenei fondarono qui una colonia in onore di Laerte, padre di Ulisse. Ma è solo leggenda».
Ti potrà sembrare banale, ma vorrei sapere cosa è per te la moda.
«La moda per me rappresenta il mio modo di far vedere il bello, attraverso l’accostamento di colori, l’uso delle forme e dei tessuti,  lo studio della tipologia di abito che potrebbe stare davvero bene su una donna, per farla sognare».
Hai avuto sempre ben chiaro nei tuoi progetti di voler tornare in Puglia e inseriti nell’azienda di famiglia?
«Non proprio. In realtà sin da piccola vedevo gli immensi sacrifici che si facevano in famiglia, e stavo per iscrivermi a Scienze astronomiche quando poi ho capito che in realtà la mia vita e la mia passione volgevano da un’altra parte.  La creatività è una dote che mia nonna e mia mamma mi hanno trasmesso, non potevo passare la mia vita su fogli bianchi e  numeri, così mi sono iscritta all’Accademia di costume e moda di Roma e poi sono ritornata in patria con l’idea di lavorare nella mia terra per portare oltre  le nostre competenze. Spero che un giorno questo mio sogno diventi realtà».
Quali sono le gioie e i dolori della famiglia/azienda? Qualcuno ti avrà detto qualcosa tipo “Tanto quella è raccomandata” o “Ha l’azienda di famiglia”…
«E’ normale quando chi non ti conosce esprime giudizi affrettati e inutili, ma a me non importa. Sarebbe stato un peccato non mandare avanti le tradizioni tramandate in un’attività che va avanti da 25 anni, che lavora ancora secondo le tecniche dell’alta moda. Certo le discussioni in azienda non mancano, ma finito il lavoro si lascia tutto alle spalle».
 Parlami della tua collezione sposi per Pina Sassi spose… ho un debole per il wedding! 
«Per la prossima collezione sposa e cerimonia 2014  ho cercato di valorizzare i tagli sartoriali sulle linee pulite e sartoriali, i ricami che danno il particolare sull’abito, ma non eccedono. Le linee giovani,  dinamiche per chi ha voglia di un abito da riutilizzare e i bagliori dei ricami fatti a mano  per una sposa che vuole osare, stupire ed essere costantemente al centro dell’attenzione. Gli abiti che ho proposto sono  moderno nel concept, ma romantici nell’anima, si vestono  di dettagli preziosi  e non mancano accessori ricercati».
 Ma ancora di più adoro i fronzoli. “CaraVale” è la tua linea di accessori che definisci “sartoriali dall’animo elegante”: in un mare di handmade che prolifera in ogni dove, come si fa la differenza?
 «Attraverso la ricerca di forme nuove e materiali, mettendosi in gioco continuamente e studiando. Handmade il più delle volte viene associato al “fatto in casa”, invece l’artigianalità è ben altro. E’  osservazione, è confronto, crescita professionale, anche attraverso l’insegnamento alle nuove generazioni e l’adeguamento ai tempi i cui si vive. Gli artigiani  devono avere più tutele,  perché  un prodotto di alta  qualità fa la differenza e rappresentano un vero patrimonio per l’Italia e per il made in Italy».
La linea dei Papilli è geniale! Da dove nasce l’idea di destrutturare un papillon e farlo rinasce a nuova immagine e vita?
«Nasce da una collaborazione con Vito Covelli, mio cognato anche lui, figlio di un artigiano, falegname specializzato. Volevamo creare un accessorio che nasce dal desiderio di voler coniugare tradizione, eco sostenibilità e glamour. Il papillon è realizzato a mano con legni pregiati come zebrano, wengè, ciliegio, rovere e noce nazionale, impreziosito da pitture e ricami a mano e tessuti in seta. Per ogni modello di Papillo abbiamo creato un mood:  il “creativo”, dipinto a mano, il “rocker” con borchie e sete, il “classico”, che dà maggior accento al legno con un piccolo intervento di quadrettato, e tanti altri, che diventano pezzi unici e speciali».
 Ora ti faccio una domanda da repertorio: dove ti vedi fra cinque anni?
 «Mi auguro in un grande atelier internazionale in cui tutte le donne si affidano al nostro nome per stile, raffinatezza  e competenze, un posto senza limite di creatività, dove si costruiscono sogni su misura. Forse, per tutto questo,  ci vorrà qualche anno in più».
Io fra cinque minuti mi vedo con addosso con un Papillo!
 
 
 


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