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Incontri/Papaleo to Papaleo

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

14
FEB
2014
Dal Palazzo Ducale al Verdi, l’artista lucano non si nega, tra battute e momenti di riflessione
 
L’appuntamento con la stampa è previsto per le ore 18.00 al Palazzo Ducale, mancano dieci minuti, e lui esce dal Teatro Verdi, non alto, scuro, caratteristiche proprie di un uomo meridionale, quale lui è, quale si sente, come avrà modo di affermare in seguito.  Giunge nelle sale affrescate: i piccoli occhi ruotano per non perdere nemmeno una pennellata del Carella, sembra subito interessato a quei meravigliosi dipinti, li osserva con attenzione ed ascolta la giovane guida: «Il valore simbolico della Sala dell’ Arcadia, con protagonista il Duca Francesco III, è l’invito ad abbandonarsi alla natura …», lui guarda i personaggi a uno a uno e poi esclama: «Insomma, non facevano un ca**o dalla mattina alla sera!». Tra i sorrisi dei presenti prosegue la visita, con inevitabile affaccio dalla finestra sulla Valle d’Itria.
La prima domanda lo porta a pensare al momento in cui ha maturato la decisione di lasciare Lauria: 
«Se non avessi lasciato la Basilicata e mi fossi laureato in matematica, oggi sarei un insegnante.
In “Basilicata coast to coast” ho un po’ immaginato quale sarebbe potuta essere un’esistenza lontano dai riflettori, nessuno può sapere con certezza come sarebbe andata, così come nessuno, nemmeno io, posso dire quale sarebbe stata la vita migliore».
Inevitabile la domanda sulla crisi del cinema, interessante la risposta di Papaleo, che sottolinea l’importanza dell’atmosfera che una sala cinematografica offre, del clima particolare che nessun televisore, nemmeno di ultimissima generazione può dare, e per i film comici la bellezza della risata, che diventa, inevitabilmente, piacevolmente contagiosa.
Esprime più volte apprezzamenti sulla Puglia, sui talenti di questa terra, ed auspica una vera e propria rivoluzione culturale, invitando le Amministrazioni ad investire in cultura, a far in modo che questo soffio giunga a quanta più gente possibile, a tutti!  
L’appuntamento è a teatro e lui si fa trovare in platea, accoglie il pubblico come farebbe un perfetto padrone di casa, si intrattiene, firma autografi, si fa fotografare, è lì “con fare un po’ disincantato” dice una signora prima di prendere posto.
Lo spettacolo inizia, o meglio, il suo racconto di vita,  così fatti del tutto personali diventano interessanti per tutti, fanno sorridere, riflettere, pensare: suo  figlio che dal finestrino dell’aereo vedendo “il mondo” dall’alto, lo considera un gioco di nessuno, perché nessuno può portarlo a casa e quindi nessuno può romperlo.
Ma in realtà poi, pensavamo, per un uomo adulto non è più così, proprio perché non lo si considera una “cosa” propria il mondo viene sfruttato, non rispettato, abbandonato, con il rischio che venga, anche, ridotto in frantumi.
E poi ci sono i treni mai persi, perché mai passati; i cactus nel deserto a cui ispirarsi perché “stanno bene, non dovendo dar conto a nessuno”;  le affermazioni di un certo spessore: «tutti hanno bisogno di rimorsi e rimpianti» e «il treno del futuro sul quale saliranno i nostri figli e le donne che ce li hanno dati», quello no,  non si può perdere: è il treno del sole nascente. 
Tra parole divertenti e considerazioni profonde, tra note e suoni, molti in sala hanno avuto la sensazione di sentire il profumo della frittata posta nel panino, di aver scartato con lui “l’involucro”, un racconto semplice, sentito, espressione di un valore e di un rapporto profondo con la mamma, che grazie a quella magia che solo in teatro si crea, passa da un bravo attore ad ogni singolo spettatore.
Papaleo regala ai presenti momenti della sua vita, anche quando canta “E’ l’amore che se ne va” e lui «spera sì e rimane lì»… perché dopo tutto «nella vita come nella musica, la questione è mettere la nota giusta in un’armonia».
Sarà pur vero che un attore che si può e si fa toccare perde il suo carisma; sarà pur vero che ogni sera tutti si sentiranno dire che sono stati il pubblico ideale, che ha riso e applaudito al momento giusto e a tutti farà piacere crederlo; sarà pur vero che un personaggio famoso deve farsi attendere, ma lui è stato puntuale con la stampa e ha atteso il pubblico a teatro; sarà pur vero che i bravi attori  riescono a far ridere, aiutano a riflettere e propongono canzoni che “ entrano dentro senza controllo e nemmeno cercano di controllarti”; sarà pur… no, è proprio vero: ci è piaciuto tanto anche perché noi come lui attingiamo dalla nostra meridionalità la forza per affrontare la vita in qualsiasi parte del mondo ci troviamo… anche a Martina Franca!
 


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