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"ORA"/Tra Renzo e Renzi

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

28
FEB
2014
Quel “Renz” è radice vincente, se uno è un cantautore che ha «Paura di non essere il migliore, paura di non fare, paura di non partire» eppure ce la fa, e l’altro è il nuovo Presidente del Consiglio, che ci consiglia di «mettere in gioco i nostri sogni»
 
“Amici vicini e lontani”, “Signore e signori” benvenuti al 64^ Festival della Canzone Italiana. . . è subito chiaro a tutti che le note sul pentagramma sono cambiate, che non ci sono più le canzoni orecchiabili di una volta, che sono i testi che fanno la differenza, anche il look non è più ricercato e particolarmente elegante come un tempo.
«…Gentili senatrici, onorevoli senatori, ci avviciniamo in punta di piedi con il rispetto che si deve alla storia di un Paese»…e subito dopo una citazione “colta e straordinaria” risalente al Festival di Sanremo del 1964: «Non ho l’età… per sedere nel Senato della Repubblica», ma in un nuovo governo non si «insegue un record anagrafico», perché c’è la consapevolezza che «viviamo in un tempo di grande difficoltà», in cui è necessario «recuperare il coraggio», in cui «chiedere la fiducia è un gesto controcorrente… nel rapporto quotidiano con le persone. Non va di moda la richiesta della fiducia».
Quasi nulla nel Festival appena concluso è alla moda: la scenografia sembra essere rimasta lì dall’ultima commedia di Eduardo De Filippo, gli abiti di Fazio e della Litizzetto, gli ospiti ormai dèmodé: Silvan, le Kessler, la Valeri. Non era questa la priorità del presentatore, era la bellezza: analizzata e ricercata in tutte le sue sfaccettature, nell’arte così come nella disabilità, non certo nelle sue cravatte.
Renzo canta “Ora”; Renzi, ora, è l’ultima speranza degli italiani, ci si affida a lui per riprendere ad essere uno Stato credibile «se non si attuano le riforme che vi ho esposto noi perdiamo la possibilità di essere considerati credibili non tanto dai nostri partner europei, ma anche e soprattutto dai nostri concittadini».
Renzo  per la seconda volta esce a testa alta dalla kermesse sanremese, Renzi con i corazzieri alle spalle, dice: «facciamo presto, non vorrei farvi perdere Sanremo», esordisce così alla presentazione della sua squadra, pur essendo convinto che: «La politica è una cosa seria… ciò che di più grande un Paese ha, un valore per il quale vale la pena di confrontarsi, discutere, litigare…vivere».
Renzo appare sin da subito un ragazzo corretto, misurato, educato; Renzi punta sulla scuola, sulla cultura: «noi pensiamo che non ci sia politica alcuna che non parta dalla centralità della scuola… l’educazione è il motore  dello sviluppo… un territorio che investe in capitale umano, in educazione, in istruzione pubblica è più forte rispetto agli altri… intendiamo investire nella cultura come elemento identitario… i valori della cultura faranno di noi una superpotenza mondiale»; e ancora: «la cultura è qualcosa di cui si nutre l’anima… c’è bisogno del rispetto per chi quotidianamente va nelle nostre classi  e assume su di sé il compito di essere collaboratore della creazione della libertà… il compito di un insegnante è straordinario». Renzo avrebbe scritto quest’ultima affermazione a caratteri cubitali, per il rispetto e l’amore che nutre per nonna Mimma, del quale non ha mai fatto mistero.
Renzo canta “Smetterei di aver paura”; Renzi afferma: «Un Paese vivo, ricco, aperto e curioso non ha paura di attrarre investimenti: li va a cercare».
Il nostro cantautore, mai fermo su quello sgabello, prosegue «Paura di non essere il migliore, paura di non fare, paura di non partire», è chiaro a tutti che il protagonista di questa canzone non è certo il nuovo Presidente del Consiglio.
Concordano sicuramente sull’espressione: «restare tutto uguale… per me è impazzire», ma sono di idee diametralmente opposte sul fronte “onirico”.
Per Renzo “Sognare non aiuta”; Renzi ha urlato: «Mettete in gioco i vostri sogni!!!».
«Il futuro dell’Italia sta nella qualità, nel genio, nell’intelligenza e nella curiosità di ciascuno di noi… mettendo tutti noi stessi in questa sfida, la possibilità di cambiare è reale, concreta e immediata» e dopo aver detto e soprattutto fatto  tutto ciò, si può cantare insieme: «Fermati e datti un voto, ora che stai reagendo, fermati e datti un voto, un voto, un voto, un voto, un volto».
La speranza comune è che il volto di Matteo Renzi sia quello dell’effettivo cambiamento, della ripresa, della rinascita.
A Giovanni Floris, che ha terminato la sua intervista per Ballarò, dicendo al Premier: «Sa che per gli italiani, se lei fallisce non c’è più niente da fare?», Renzi, stringendogli la mano e con espressione rassicurante, ha detto: «E noi, allora, non falliremo!».
 


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