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Eroika: Non è come pensate

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

3
AGO
2012

 

Sotto il trucco e le parrucche di questa meravigliosa drag queen si nasconde un ragazzo dotato di ogni qualità, compreso il talento e la preparazione. Il suo sogno? Tornare all’opera
 
 
Ho un appuntamento tra pochi minuti con Salvatore e nonostante ci conosciamo già da qualche tempo ho sempre lo stesso dubbio: come mi rivolgo a lei o a lui? Non sono ferratissima del mondo delle Drag e non vorrei sembrare sgradevole o stupida.
Qualcosa la conosco però di Salvatore: è alto, bello e intelligente, timidissimo e una cultura travolgente fatta di studi artistici, del compimento inferiore di canto lirico, d’innumerevoli sacrifici, lezioni di canto tra Bari e Milano, e concerti, dove incontra, in uno dei suoi primi esordi, la maestra di canto Carmela Apollonia che riconosce in lui un talento innato. Il suo amore per la lirica è appassionato, unico, cristallino e il suo percorso professionale delineato e chiaro: cantare lirica!
Decido si essere diretta, sincera, al suo arrivo dopo i saluti esordisco:
 
Salvatore, prima di cominciare vorrei sapere come mi devo rivolgere a te, sai non vorrei sbagliare!
 «Sere’… fai come vuoi, per me, è uguale. Io sono Salvatore, sono un uomo e la mia identità sessuale non c’entra nulla, neanche quando mi trasformo in una drag. Fai come preferisci. Anche se alcune delle mie “colleghe” drag s’innervosiscono se non ti rivolgi a loro con il nome d’arte! [Ride, ndr]».
 
Ordiniamo? Io prendo un crodino … tu?...
 «Uno spritz!... senza stuzzichini…». 
 
Come ti sei avvicinato al mondo delle drag?
 «Premesso che sono sempre stato sedotto dal mondo dei colori, delle piume e degli strass, da piccolo amavo trafficare con bottoni e perline, poi da ragazzino iniziai ad amare il repertorio cinematografico cult degli anni ‘80 e ‘90 dedicato al mondo delle drag, film come: “Priscilla regina del deserto” e il film “Tootsie”, al compianto Patrick Swayze, educata drag queen del celebre cult movie “A Wong Foo, grazie di tutto”, hanno conquistato la mia creatività e la mia curiosità fino ad allora sopita. Fino a quando mi trovai quasi per caso, (allora davo una mano al mio ragazzo, organizzatore di eventi), a diventare l’assistente della drag Priscilla, colei che nel 2007 sarebbe stata eletta Miss Drag Queen Italia.  Cominciai a osservare tutto di lei: posso dire di averle rubato il mestiere poiché non avevo mai avuto nulla a che fare con trucco e parrucco. Divenne la mia musa, la mia fonte d’ispirazione fino a quando incomincia lo studio e la ricerca di una mia e unica identità di drag».
 
La domanda potrà sembrare banale ma muoio dalla curiosità: perché ha scelto Eroika come nome d’arte?
«Forse sarò una delle poche, ma a differenza della maggior parte delle drag queen che conosco, io non ho scelto volutamente il mio nome. Tutto è iniziato a causa del mio primo concorso: pensai e ripensai a un nome che rispecchiasse la drag che volevo portare in scena, elegante, fiera, coraggiosa... non arrivai a nessuna conclusione. Mi sembravano tutti troppo scontati, volevo qualcosa che parlasse di me, del mio essere, della mia persona senza però abbandonare l’ironia tipica delle drag. Insomma volevo un nome per una tipa dalla coscia lunga ma che allo stesso tempo non si prendesse troppo sul serio. Un caro amico mi disse: “Perché non ti chiami Erotika!?”. Io sconcertata dissi: “NO! E’ un nome volgare e poi si allude troppo a Madonna e io non intendo fare il suo repertorio musicale!” “Allora togli la T... EROIKA!”esclamò. Non mi convinceva molto neanche senza “T”. Fino a quando mi trovai al mio primo concorso, la fatidica domanda: “Il tuo nome?” Allora decisi che avrei utilizzato quel nome scartato in modalità provvisoria, con l’intento di cambiarlo appena ne avessi trovato uno più adatto. La sconosciuta e provvisoria Eroika fece il terzo posto, non l’ho più cambiato quel nome!».
 
Cosa consiglieresti a chi volesse fare la drag queen?
«Sono sommersa su Facebook di mail di questo genere e io prontamente rispondo con le regole che in questi anni ho identificato come quelle giuste per diventare una drag e performer di qualità. Mi sento di dire: fate un percorso interiore su chi volete essere, cosa volete esprimere e che drag volete essere, e una volta capito lavorate sul percorso esteriore di quello che volete che si veda di voi. Infatti è importantissimo che in scena, durante l’esibizione, si percepisca la vera essenza. Inutile direi studiate, provate e riprovate e curate i dettagli. Tutto questo ovviamente prevede un bel investimento economico: io ricordo che la mia prima valigia di prodotti  per il make up la pagai 300 euro! Infine ricordatevi di non svendervi,o meglio, una volta assodato che il personaggio c’è, ed il look è valido, fatevi pagare! E quando siete pronte per andare in scena guardatevi allo specchio e chiedetevi in tutta sincerità: “Starei meglio su di un palco o su di un marciapiede?”; se la risposta è la seconda, non abbiate timore a rifiutare i riflettori perché vi assicuro che sui palchi non si cucca un bel nulla. Se poi ti esibisci per un drink e un pass, come si fa a far rientrare tutte le spese dei costumi, dei trucchi professionali, ecc…?».
 
Devo dirti una cosa però, quando ti ho conosciuto avevi gli occhi vispi, allegri, e un sorriso disarmante, ora c’è qualcosa di diverso, vedo della malinconia… è cambiato qualcosa?
 «Non sono sereno, sono stanco e in una fase di riflessione e cambiamento. Voglio tornare a studiare canto e lirica, per me la massima espressione artistica. Pretendo sempre il meglio da me stesso e ora non mi sento appagato, vorrei che Eroika fosse solo un passatempo, un gioco e come tale divertirmi. E comunque la mia esperienza come drag non sarebbe stata vana, infatti per l’opera  è necessaria una preparazione fisica e vocale per sostenere l'azione scenica  abbinata alla musica e canto.  Per preparami a uno spettacolo ci metto tre, quattro ore tra trucco, parrucco e parrucche, costumi… Voglio tornare a cantare l’opera... e ci riuscirò!»
 


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