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Festival della Valle d´Itria/Il sipario che non chiude mai

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

8
AGO
2014

Tra concerti in masseria, a palazzo e in giardino si conclude l’ottima annata, la quarantesima. Vince la musica colta, e Frank Zappa ne sa qualcosa.

Cala il sipario sul 40° Festival della Valle d’Itria, un sipario in realtà inesistente, virtuale: “qui da voi il sipario non c’è, questo è difetto e nello stesso tempo pregio del palcoscenico di Martina” ebbe a dire Arturo Cirillo, regista de “La donna serpente”, opera con la quale quest’anno tutto ha avuto inizio. I nostri lettori hanno potuto seguire, anche attraverso i miei occhi, il mio udito e le emozioni da me provate, le opere e gli innumerevoli eventi musicali che il Festival quest’anno ha proposto. L’ultima settimana ha visto sulla scena diverse novità. Concerto a Palazzo: diversi i brani di musica non prettamente classica, eseguiti dall’orchestra mirabilmente diretta dal giovanissimo, bravissimo e, a detta del pubblico femminile presente, bellissimo maestro Omer Meir Wellber. La musica di Frank Zappa ha dato inizio alla serata dedicata soprattutto ai giovani, che hanno molto apprezzato e ai quali è interessante far sapere che questo famosissimo cantante rock, ha dedicato tutta la sua, se pur breve esistenza, alla musica. Le note, gli spartiti erano il suo nutrimento quotidiano, aria che respirava. Si parla di una produzione musicale ineguagliabile. Non sempre però, il pubblico ha potuto beneficiarne, perché anche i più ricchi teatri del mondo ritenevano troppo dispendioso organizzare i concerti: tantissimi gli orchestrali impegnati, un numero esorbitante, con strumenti presenti anche solo per eseguire poche note. Il Festival, nell’occasione, ha fatto dono al suo pubblico. “Opera in giardino”: nella suggestiva cornice del Relais Villa San Martino, è andata in scena “Orfeo ed Euridice”. Anche in questa occasione l’orchestra, il coro, il sopranista, voce maschile non facile da trovare nel mondo della lirica, e la bella Euridice hanno dato vita a una serata giustamente terminata tra applausi e fuochi d’artificio… non è mancato un prelibato “finger food” accompagnato da ottimi vini, a bordo piscina, dove è stato possibile per il pubblico conversare anche con gli artisti. “Concerto in masseria”… Luco, la chitarra di Andrea Monarda e la voce del soprano Quiteria Munoz Inglada hanno dato vita ad un vero connubio tra bellezze: ambientali, architettoniche e musicali. “Festa del Festival”: per i festeggiamenti dell’ultima giornata sono stati programmati due momenti ben distinti: il primo nella sala consiliare del Palazzo Ducale, alla presenza delle autorità, di chi è stato e di chi è coinvolto nel Festival. L’excursus storico di questi primi quarant’anni è stato affidato a Cosimo Damiano Fonseca, che in venticinque minuti ha ricordato tutti i protagonisti e gli avvenimenti più importanti. Come sempre sentite ed emozionanti le parole del Presidente Franco Punzi che ha sottolineato il lavoro coerente e coraggioso che la squadra ha compiuto in tutti questi anni, affermando che “il Festival non è invecchiato, è giovane e guarda ai giovani”, che vanno sempre coinvolti e per loro, come per tutto il pubblico, il “Festival” ha sempre un sorriso all’ingresso e all’uscita”. Ha fatto seguito uno squisito buffet con i nostri prodotti tipici. In serata la Festa si è spostata nell’atrio del Palazzo Ducale e qui lo spettacolo è stato a dir poco sorprendente: videoproiezioni, balletti, “sintesi d’opere”, foto, esecuzioni musicali dell’orchestra, tutto per ricordare e far rivivere 40 anni di storia. Il direttore d’orchestra Omer Meir Wellber già applauditissimo, ha entusiasmato il pubblico con un tango eseguito con la sua fisarmonica. Una festa durata due ore, che, come avviene per tutte le cose belle, sono volate. Così come sembrano volati questi quarant’anni di un Festival che come il buon vino è migliorato ed apprezzato di più con gli anni. Mentre l’orchestra eseguiva le note del Guglielmo Tell di Rossini, le immagini proiettate sul muro riproducevano un tendaggio scarlatto che, scendendo dall’alto, raggiungeva “le tavole del palcoscenico” … e così, anche qui, nell’ Atrio del Palazzo Ducale, un sipario chiudeva la 40^ edizione, facendo vivere l’ultima inaspettata emozione.



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