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Luigi De Rosa /Quando Peripato era la mia Route 66

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

22
AGO
2014
E’ così che immaginava la villa di Taranto quando aveva tre anni in sella alla sua bicicletta. Ora, a distanza di 33 anni, ha realizzato il suo sogno o almeno ci prova, pronto a vincere questa sua scommessa
«Una volta quando eravamo bambini e passavamo interi pomeriggi in sella a una bicicletta con un casco giocattolo in testa, immaginando di essere su una moto… I nostri “brum-brum” riecheggiavano incessantemente nel corridoio tra cucina e soggiorno, mentre le gomme stridevano sul pavimento di marmo con la cera appena passata e le grida disperate delle nostre mamme che non riuscivamo nemmeno a sentire, perchè quel corridoio era il mondo, era una highway americana, era il cavalcavia che tutti i giorni vedevamo nella sigla del telefilm “Chips”. Io sono cresciuto così e dopo 33 anni, quando guido la mia Harley Davidson, mi sento come allora, come quando ne avevo 3 e in sella alla mia “Graziella”, la Villa Peripato era la Route 66». E’ così che Luigi De Rosa comincia il suo racconto di vita e di ciò che gli ha fatto nascere l’ispirazione, quella che gli è servita per inventarsi un lavoro, per fare una scommessa, o qualcun altro potrebbe chiamarla sfida. Luigi ha deciso di trasformare la sua passione in lavoro, ed ecco Chopper Glam S.r.l., che nasce proprio con questo spirito, per mantenere sempre viva la voglia di sognare, lavorando. Noi di Extra Magazine siamo andati a trovarlo nel suo mondo. 
Di cosa ti occupi tu nel Chopper Glam?!
«Sostanzialmente di commercializzazione di Harley Davidson usate, moto vintage, ricambi, accessori aftermarket e abbigliamento kustom che va ad  affiancarsi al lavoro di personalizzazione, montaggio di parti speciali secondo i canoni più in voga oggi, per la realizzazione di  chopper, bobber, cafe racer, scrambler e bratstyle. Oltre a ciò do la possibilità di rendere uniche le carrozzerie e  caschi grazie a decorazioni grafiche old school, lettering e pinstriping, eseguite rigorosamente a pennello, con grafiche eseguite a pennello vecchie di 60 anni e ormai quasi dimenticate; inoltre applicazione di foglia d’oro e, per quanto riguarda le parti in metallo, si può anche  incidere e cesellare carter, cover frizione, coperchi valvole e filtri aria. Ciò che offro però, non è solo un servizio di vendita e assistenza di moto kustom (novità assoluta per l’area urbana di Taranto), ma do la possibilità  di possedere motociclette create su misura, che mantengano il loro fascino e il loro valore nel tempo, senza passare mai di moda e senza far mai passare la voglia di giocarci, esattamente come quando avevamo 3 anni e il corridoio di casa era il mondo».
Ma qual è il valore aggiunto di Chopper Glam?!
«Nasce da due idee di fondo: quella di trasformare di colpo tutte le mie passioni in un mestiere, e quella di catalizzare tutte le esperienze professionali fatte fino a ora in un progetto personale che è sia lavorativo che esistenziale».
Da dove è partita l’idea?
«La passione per le moto mi è venuta a tre anni, a questa si è aggiunta, in tenerissima età, anche quella per il disegno; passioni che non ho mai abbandonato. Da adolescente e da ragazzino trafficavo tanto con i motorini quanto con matite e pennelli, un po’ perché mi piaceva disegnare e “inventare” moto, un po’ perché in mezzo ai motori sono cresciuto. Con il tempo ho maturato esperienza commerciale, mentre mi divertivo a creare vignette inerenti la Kustom Kulture; ma il mio habitat naturale è sempre stato l’officina».
E poi?
«A 36 anni ho deciso, forse nel momento più buio della storia dell’umanità, economicamente parlando, di vendere, personalizzare e decorare moto custom e vintage. La location è un suggestivo locale in un palazzo storico del centro di Taranto ed è divertentissimo vedere i passanti che sgranano gli occhi nell’accorgersi che non è un negozio di abbigliamento, ma qualcosa che in città nessuno aveva mai visto e che di certo nessuno si aspettava». 
Stai ottenendo un buon riscontro? 
«Ho aperto da poche settimane e non sono ancora a pieno regime, ma i riscontri in termini di stupore, curiosità e interesse per un mondo che i tarantini forse hanno visto solo sui giornali o nelle fiere di settore sparse in tutto il nord Italia, sono incoraggianti. In questo momento sto preparando una Honda 750 del 1980 in stile Cafe Racer per un mio vecchio compagno di liceo; a breve ho intenzione di preparare una swcrambler su base Harley Davidson e un Bobber Bratstyle». 
Come ti senti adesso che hai dato sfogo alle tue ispirazioni?
«Questo è per me un sogno che si realizza e certamente una grossa responsabilità visto il momento storico ed economico che stiamo attraversando e vista la particolarissima situazione della nostra città; onestamente credo che con un po’ di tenacia e di sacrificio possa andare tutto per il meglio, non nascondo che l’idea di questa attività mi ronzava in testa già da parecchio tempo e lo stimolo per avviarla, in qualche modo, è stato proprio il momento di crisi che stiamo attraversando. Purtroppo non siamo più negli anni 70/80 e pensare di potersi arricchire lavorando è anacronistico, quindi vale la pena lanciarsi e cercare di fare qualcosa per sé stessi, pensare e attuare un progetto di vita e di lavoro teso a migliorare la qualità del tempo, della quotidianità, fare qualcosa che abbia un senso, proprio in un momento storico in cui proprio niente sembra più avere senso, cercare di costruire qualcosa in un periodo in cui tutto sembra sgretolarsi».
 
 
 
 


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