MENU

Giusto due chiacchiere/Carnevale da mangiare

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

6
FEB
2015
In attesa dei giorni clou, festeggiamo a modo nostro con una carrellata sugli appuntamenti più importanti con un occhio al gusto, ben sapendo che dopo – a festa finita – come dice il detto: ieri maccheroni e oggi verdura
 
 
A poco più di dieci giorni dalla conclusione del Carnevale 2015, la festa più sfrenata dell’anno impazza in Puglia, dal Gargano al Salento, alla Murgia barese fino alla terra ionica. Sono due in  particolare le città che detengono il primato nella speciale classifica del Carnevale italiano, quello di Putignano, in provincia di Bari, che quest’anno celebra la 621esima edizione sul tema, affidato ai calli allegorici, dei “sette vizi capitali”, e quello di Massafra, che invece celebra la sua 61esima edizione.
Quello putignanese è uno dei Carnevale più antichi d’Italia, ma è certamente il più lungo perché inizia il 26 dicembre, festa di Santo Stefano, con la satirica e tanto attesa festa delle “Propaggini”.
Ma oggi l’attenzione della cronista è rivolta a Massafra, la “Tebaide d’Italia”, che ha dato vita da qualche giorno alla edizione del suo Carnevale in chiave moderna.
Sabato 31 gennaio si è svolta la “Cuccagna in Palio”; sabato 7 si svolgerà l’animazione nel centro storico,  mentre domenica 8, in mattinata, si svolgerà la sfilata dei gruppi allegorici e mascherati e delle “scuole in maschera” con l’apertura affidata alle auto d’epoca. 
Giovedì 12 si svolgerà il veglione del “Giovedì dei pazzi”. Domenica 15 febbraio, in mattinata,  sfilata dei gruppi allegorici e mascherati e delle “scuole in maschera”; ai presenti saranno regalati coriandoli, stelle sfilanti e trombette. In serata la storica e attesa sfilata dei carri allegorici. 
Infine martedì 17, ultimo giorno di Carnevale, a partire dalle 17 si svolgerà l’ultima sfilata dei carri allegorici. E’ importante sottolineare che la sfilata dei carri allegorici si svolge solo per due giorni, la domenica di carnevale e il martedì grasso, perché non ci sono ricoveri idonei ad ospitarli per lungo tempo ed il periodo di carnevale è generalmente molto piovoso. Ciò nonostante la magia che si trasmette durante le sfilate è impareggiabile e l'emozione riesce a contagiare tutti i presenti.
Il processo per la preparazione dei carri è abbastanza complesso e dura all'incirca 4-5 mesi. La prima fase del cosiddetto "pupo" è quella della creazione di una forma in argilla. La modellatura dell'argilla è un lavoro molto impegnativo: bisogna dare alla forma tutti i minimi dettagli, senza trascurare nulla in modo da farla divenire caratteristica. Quando la forma d'argilla è completa, essa viene ricoperta di olio e su di essa viene colato il gesso, dentro il quale, dopo che si sarà raffreddato e che verrà cosparso di olio, verrà aderita la cartapesta. La carta utilizzata per la cartapesta è quella dei quotidiani che viene imbevuta nella colla fatta con acqua e farina; la carta viene spezzettata in strisce sottili e viene fatta aderire al calco. Appena sarà asciugata, la cartapesta viene tolta dal calco e viene assemblata con l'aiuto di cartoncini e della colla a caldo. Dopo questo passaggio, il "pupo" va rivestito con la cosiddetta "carta cemento" (un tipo di carta più duro di quello dei quotidiani), dopodiché è pronto per essere dipinto. 
Soltanto da qualche anno Massafra può vantare non una, ma due maschere ufficiali; dal 2005 quella di Gibergallo e dal 2008 anche quella de “Lu pagghiuse”. La maschera Gibergallo trae il suo nome in ricordo dello scomparso Gilberto Gallo che animò fino a tarda età il Carnevale massafrese. La maschera de “Lu pagghiuse” raffigura, invece, l’amante del vino.
Altra caratteristica del Carnevale massafrese è la pubblicazione e pubblicizzazione degli artistici manifesti che fino allo scorso anno erano affidati all’arte del bravo Nicola Andreace. 
E’ molto sentita dai massafresi questa festa sulla scorta di un’adagio che così recita: “Pasqua e Natale addò t’acchie, Carnevale fall’a caste” (Pasqua e Natale dove ti trovi, Carnevale a casa tua).
Gli storici locali, Fernando Ladiana e Gianni Jacovelli, nelle loro specifiche pubblicazioni sul tema, hanno fornito preziose notizie storiche sul Carnevale massafrese, ed è a queste che facciamo riferimento nella continuazione della nostra nota.
Ritornando al detto sopra riportato si fa riferimento al fatto che, nei tempi passati, i contadini massafresi, che trascorrevano in Calabria e in Basilicata i mesi invernali per la potatura degli ulivi, ritornavano in famiglia concedendosi una pausa di almeno tre giorni. 
E’ stata affidata alla leggenda popolare l’origine del Carnevale massafrese; infatti si racconta che un pastore ebbe eccezionalmente un permesso per trascorrere il Carnevale a casa sua, a Massafra. Lungo la strada trovò un signore che gli chiese dove andasse ma lo raggelò quando seppe che era già il Lunedì dopo l’ultima domenica di Carnevale e la festa era già finita. Il pastore non si perse d’animo e così rispose “non importa per me basta la gioia di rivedere i miei cari e il mio paese”. E fu così che proprio per lui il Carnevale fu allungato di un giorno, fino al martedì.
Nel passato si svolgeva il corteo funebre di Carnevale e si diceva “Carnivale mije, chine di dogghie, ijere maccarune, e josce fogghie” (Carnevale mio, pieno di dolori, ieri maccheroni e oggi verdura).
Interessante ancora oggi è la cuccagna che vede gioire in cima all’albero il vincitore che solleva un fiasco di vino ed è pronto subito dopo a festeggiare con gli amici servendosi del ricco bottino issato in cima all’albero della cuccagna.
Ancora oggi si festeggiano i giovedì di Carnevale che così si chiamano: “giovedì dei monaci”, “giovedì dei preti”, “giovedì dei cornuti (o degli sposati), “giovedì dei pazzi (o dei giovani), “giovedì della cattiva, ossia della vedova” che coincideva con il primo giovedì di Quaresima. Nelle case si svolgevano i festini dei ricchi signori, ma anche i contadini e gli artieri festeggiavano nelle loro campagne. 
Mi piace concludere la presente nota con un riferimento ai dolci dell’allegria, ossia le chiacchiere, le frittelle e gli strufoli che fanno la gioia del palato dei buongustai dei dolci.
Per quanto attiene le bevande da accompagnare lo zucchero vincola molto la scelta del vino, infatti secondo gli esperti nessun vino andrebbe abbinato a torte, pasticcini e gelato perché gusto e sapore andrebbero distorti. Si possono proporre, però, spumanti dolci ed amabili, vini bianchi, dolci ed abboccati.
A questo punto non ci rimane che augurarvi un allegro Carnevale e, naturalmente, buon appetito.
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor