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Festival della Valle d´Itria/Le braci, ovvero il trionfo di Muscato

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

17
LUG
2015

Bravissimi  musicisti e cantanti, suggestiva la scenografia, eccellenti le scelte del regista, tutto ciò ha permesso, seppur nella sobrietà del momento, di assistere a uno spettacolo bellissimo, che ha tenuto attento e interessato lo spettatore per tutta la durata dell’opera

Bellissima! Suggestiva la scenografia. Coinvolgente la musica di Marco Tutino. Stupendo il libretto. Geniale la regia di Leo Muscato. Queste le mie considerazioni, mentre applaudo, tra gli applausi del pubblico presente.

E’ appena andata in scena “Le Braci”, opera che inaugura la 41^ edizione del Festival della Valle d’Itria. Tratta dall'omonimo romanzo di Sàndor  Màrai, scritto nel  1942, ma giunto  in Italia solo nel 1998. 

Se si ricerca in breve la trama del romanzo, si legge che: “Dopo quarantun anni, due uomini, che da giovani sono stati inseparabili, tornano a incontrarsi in un castello ai piedi dei Carpazi. Uno ha passato quei decenni in Estremo Oriente, l'altro non si è mosso dalla sua proprietà. Entrambi hanno vissuto in attesa di quel momento. Perché condividono un segreto che possiede una forza singolare. Tutto converge verso un "duello senza spade" ma ben più crudele. Tra loro, nell'ombra,  il fantasma di una donna”.

 

Ben due terzi del romanzo sono occupati dal racconto di quella notte, nella quale avviene l’incontro tra Henrik e Konrad: i due amici di sempre. Ed è proprio l’amicizia il tema centrale, questo “legame che va oltre l’amore e l’eros”. Il romanzo di Màrai è “la metafora del cambiamento”, è espressione di una “devastazione emotiva, sociale, politica”,  è l’alternarsi di “giovinezza e vecchiaia, vitalità e stanchezza atavica” ,è  “la sconfitta della ragione e il trionfo dell’illusione”, queste alcune delle espressioni con le quali  il grande regista Leo Muscato ha presentato l’opera al pubblico, pochi giorni prima della messa in scena.

E’ stata in questa occasione, nelle sale della Fondazione Paolo Grassi, che ho conosciuto di persona Leo Muscato, figlio di questa terra, è sono  rimasta subito affascinata dalla passione, dalla professionalità e dalla sua capacità di raccontare, dando la possibilità a chi lo ascoltava, carpito dalle sue parole, di “vedere” già  la scena. 

Ed è  sul palco, nell’Atrio del Palazzo Ducale, che passato e presente si materializzano, si succedono l’uno all’altro e soprattutto… si incontrano.

Le sedici scene che compongono l’opera sono quadri da incorniciare, le parole del libretto versi  altamente  poetici :

“Era l’istante nel quale /la notte si perde nel giorno./Prima l’offesa./Poi l’attesa,/e ora…..la vendetta”.

“ Non ricordo in che modo/sia svanito il rancore./Nel corso del tempo/i volti sbiadiscono,/di loro non resta/che un’ombra leggera,/un vago sentiero nel cuore. Fantasmi…./D’un tratto un bagliore/quei volti rivela,/e ciò che sentivi/riprende calore,/e quella distanza/si colma di gesti,/di voci lontane,/di oscuri dolori./Due amici, gemelli siamesi,/di più: complici/nel furto della vita../Ora il passato ritorna,/e con lui, il bisogno di sapere./ Si apre il sipario del mondo! ”

Bravissimi  musicisti e cantanti, mirabilmente  diretti da Francesco Cilluffo, eccellenti  le scelte del regista, tutto ciò ha permesso, seppur nella sobrietà del momento, di assistere a uno spettacolo bellissimo, che ha tenuto attento e interessato lo spettatore per tutta la durata dell’opera.

“Nel mio mondo/ che abbiamo distrutto/anche i drammi seguivano/una loro regola interiore.../Oggi si crede/che tutto rinasca dal nulla,/senza memoria, oggetti dispersi/privi di forma e di legami./No!/Non mi arrendo a questa barbarie./Siamo solo fantasmi,/costretti a cercare in eterno/il senso del nostro destino./Le braci devono spegnersi/ lentamente, sino alla fine” …

… con queste parole, cala il sipario, tra uno scroscio di applausi, sulla prima di questa edizione del Festival della Valle d’Itria, che anche quest’anno si  preannuncia  molto interessante.

 Mi avvicino al regista, sento di dovermi complimentare, è stato geniale nelle scelte effettuate, gli stringo la mano, gli parlo, lo reclamano in molti.

Avrei voluto documentare questo momento con un’immagine, una foto: io e il maestro  Leo Muscato, sullo sfondo  quel palco sul quale presente e passato si sono incontrati, guardandosi negli occhi; avrei voluto fermare l’ attimo, per poter ricordare, perché negli anni solo una foto può dimostrare che, forse,  non….siamo solo fantasmi.

 

 

 

 

 



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