Novità/Rebeat Generation

L'associazione Rebeat Music Lab apre le porte della nuova sede portando una ventata di freschezza e buon umore a Martina Franca

 

Sono giovani e determinati. Per smentire chi sostiene che non c'è da scommettere sulla nuova generazione perché formata da “bamboccioni”, l'associazione Rebeat Music Lab di Martina Franca risponde sul campo mettendo in mostra le capacità delle nuove leve dell'animazione a 360° gradi. Senza tanti giri di parole, dando spazio solamente ai fatti. La buona musica, la voglia di divertirsi e divertire sono alla base del progetto condiviso da una serie di ragazzi (37 per l'esattezza) che desiderano crescere e magari fare delle propria passione una professione vera e propria. Da domenica scorsa (18 ottobre), i soci della Rebeat Music Lab hanno una nuova sede, più grande e con maggiori spazi per moltiplicare i momenti di confronto e consequenziale crescita. All'inaugurazione hanno partecipato gli amici dell'associazione, ma anche tante persone incuriosite dall'evento pubblicizzato in lungo e in largo dai soci stessi. Presente il giovanissimo assessore del comune di Martina Franca Gianfranco Palmisano che non ha voluto far mancare il proprio appoggio alla giovane associazione guidata da Luca Stasi che tanto fa ben sperare per il futuro.

Si spostano di posizione all'interno della città, ma gli intenti e gli obiettivi restano immutati. Anzi. In cantiere numerose collaborazioni per la messa in pratica di eventi che interessano i giovani ma non solo. L'associazione punta in alto e sa che la forza sta nel collettivo e nella capacità di scambiarsi ed esperienze maturate sul campo. Anche per questo, infatti, a breve partiranno dei corsi di formazione tenuti da esperti tecnici che permetteranno ai più giovani di avvicinarsi alla realtà “Rebeat Music Lab” per conoscerne le figure che ne fanno parte come i Djs, animatori, speaker radiofonici e tanto altro ancora.

Potete seguire le novità associative e gli eventi promossi sulla pagina fan di Facebook che porta il nome dell'associazione.

 

 

 

Foto di Federico Arsuffi