Un Antiaccademico a Martina Franca

«E' bellissimo tornare e ritrovare Martina Franca a distanza di 30 anni. Bellezza, profumo, gioia, tutte sensazioni mai dimenticate. E' un amore ritrovato, da rinnovare». Sono state queste le parole che il prof. Roberto Maragliano ha scritto sul grosso libro-diario che raccoglie le varie testimonianze di quanti transitano da Martina Franca, in occasione di iniziative culturali di varia natura. Quella che ha visto come relatore il prof. Maragliano ha riguardato il rapporto tra i nuovi media e la scuola, e non poteva non avere un taglio “antiaccademico” e “indisciplinato”: «Mi sento componente di una casta da sradicare e mi comporto di conseguenza. Ma attorno ho una casta ben radicata. Conclusione: mi sento e sono uno sradicato», è stato un suo recentissimo commento su Facebook, in relazione all’esclusione dei giovani dalle istituzioni accademiche e politiche, dalle grandi professioni, dai centri del potere culturale. La sua idea sulla scuola è, come ha scritto in uno dei suoi ultimi saggi “IMMOBILE SCUOLA”, quella di un antico fabbricato di cui restano solo scheletro e fantasma. Necessario quindi per lui l’avvio della ricostruzione attraverso un’azione comune volta a individuare idee, spazi e materiale con cui progettare ed edificare la nuova scuola. E chissà se questo non potrebbe partire proprio da Martina Franca, a cui il professore Maragliano è legatissimo da oltre trent’anni: da quando l’allora direttore artistico del Festival della Valle d’Itria, Rodolfo Celletti, incuriosendolo con la teoria del “bel canto”, la ripresa delle partiture originali e delle originali prassi esecutive, nonché con gli accurati approfondimenti storico-musicologici, gli fece scoprire Martina Franca e il Festival della Valle d’Itria.