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Creatività nostrana

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

8
MAR
2013

 

Un’esposizione artistica per premiare l’arte nelle sue mille forme e per affermare i talenti creativi del nostro territorio
 
Si concluderà domenica 10 marzo l’esposizione artistica “Le Maestre del Colore e i Cavalieri dell’Arte – Donne e Territorio”  organizzata dall’Associazione Culturale “Il Melograno Art Taranto”. Presidente dell’Associazione e organizzatrice dell’evento è la prof.ssa  Letizia Lisi, che anche in questa occasione non smentisce la sua volontà e l’ impegno volto alla promozione artistica. Un vernissage che darà spazio a numerosi artisti del nostro territorio, vivacizzato da interessanti forme di intrattenimento tra cui: riconoscimenti, sfilate, interventi musicali e declamazioni poetiche.  Intento principale è quello di valorizzare la produzione artistica locale, non solo osteggiata da una crisi incombente in tutti i settori, ma talvolta anche svalutata da pregiudizi che considerano il nostro territorio da un’inquadratura di secondo piano. Apparteniamo a una terra spesso vittima di un retaggio ideologico che la relega a una cultura incentrata sul lavoro e di stampo ancora troppo tradizionalista per dare spazio all’arte, alla musica e a tutte quelle esperienze che si accompagnano alla nostra sfera più individuale e personale. Il Melograno Art Taranto, attraverso il suo impegno, offre nuove occasioni per smentire questo preconcetto spesso etichettato al nostro territorio, dimostrando  invece, che quando l’arte nasce da un moto interiore, allora è in grado di pervadere ogni regione e ogni luogo. A testimoniarlo sono gli artisti partecipanti che, senza smentire le proprie origini, esercitano la loro passione con convinzione, spesso promuovendo le bellezze della nostra terra e affrontando diverse difficoltà per la loro affermazione. Nella suggestiva location del Castello Spagnolo, l’evento di presentazione si terrà sabato 9 marzo alle 17.30: un’opportunità da non perdere per tutti gli appassionati, in cui pittura, musica, poesia e fotografia si fondono insieme all’insegna dell’arte. 
 
Polemiche 
L’arte di saper apprezzare le donne 
È bastata la dichiarazione di George Baselitz, pittore tedesco, a riaccendere la disanima che condanna la donna a un ruolo marginale in campo artistico: un pregiudizio dal sapore antico destinato a dissolversi 
 
Se l’obiettivo principale dell’esposizione artistica “Le Maestre del Colore e i Cavalieri dell’Arte – Donne e Territorio” è quello di valorizzare la produzione creativa locale, non meno importante e degno di nota è l’altro tema sfiorato da questa rassegna: quello della donna spesso al centro di varie polemiche e dibattiti. Qualche giorno fa, George Baselitz, pittore e scultore tedesco di fama mondiale, durante un’intervista a” Der Spiegel” ha rilasciato una dichiarazione molto grave nella quale afferma che le donne non hanno mai saputo dipingere e che nella storia dell’arte non c’è mai stata una donna paragonabile a Picasso o Modigliani. Non una semplice boutade, ma una vera e proprio convinzione sostenuta anche dalla constatazione che meno del 5% degli artisti presenti in diversi musei, è rappresentato da donne, mentre l’85% delle opere è composto da nudi femminili. Si tratta di un dato tristemente vero, ma forse la ragione non è dovuta all’ineffabilità artistica delle donne, bensì a lunghi anni di storia che mostrano come, per parecchio tempo, alla donna sia stata preclusa la possibilità di esprimersi liberamente attraverso qualsiasi strumento e mezzo di comunicazione, primo fra tutti l’arte. Solo col tempo la donna ha iniziato a scardinarsi da una mentalità gretta e primitiva, mostrando di essere perfettamente in grado di competere con l’uomo, affinando la propria cultura, il proprio pensiero e reclamando la sua libertà. Il nudo femminile per anni ha rappresentato il silenzio imposto alle donne, il tentativo, da parte dell’uomo, di dominare la carica espressiva e persuasiva di forme sinuose e indomabili. Si pensi ad Alfredo Protti, tra i più celebri artisti del primo Novecento: la sua pittura spia e sorprende la donna nelle sue pose più intime e cariche di erotismo, rubate a immagini di vita quotidiana. Solo quando la donna si sarà liberata da questa forma di dominio riuscirà a rendersi, essa stessa, protagonista delle sue opere. È nel Novecento che arriva un grande segnale a testimoniare il raggiungimento di una vera e propria identità e indipendenza femminile, basti pensare agli autoritratti concettuali di Cindy Sherman: ora è la donna che parla, non più solo il suo corpo. Il pregiudizio di Baselitz andrebbe rivisto all’interno di un contesto culturale più ampio, che tenga conto delle effettive condizioni vissute dalla donna in epoche di dominio esclusivamente maschile: è facile condannare la donna come incapace, quando la sua emancipazione artistica decolla con qualche secolo di ritardo rispetto all’uomo, per anni ispirato dalla sua figura e tacitamente sottomesso al suo fascino. 
 



Commenti:

Tert 11/MAR/2013

I tuoi quatri sono una delizzio quasi parlano sei fantastica li adoro ..

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