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Difesa Collettiva: le Forze Armate al servizio del cittadino

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

18
MAR
2019

Nella Biblioteca nazionale centrale di Roma, l’Esercito italiano è stato il protagonista del secondo di una serie di eventi divulgativi del ciclo “Difesa Collettiva” in linea con le deleghe ricevute dal Ministro della Difesa per la diffusione della cultura della difesa nazionale e della Sicurezza internazionale per spiegare i ruoli e le funzioni di tutte le personalità che compongono il comparto difesa in Italia.

Moderatore dell’incontro è stato il Sottosegretario di Stato alla Difesa, onorevole Angelo Tofalo, alla presenza di autorità politiche, militari, studenti e numerosi partecipanti del mondo civile, il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli, il Sottosegretario alla Difesa Raffaele Volpi, il Generale di Brigata Fulvio Poli, vice Capo Reparto Affari Generali dell’Esercito, il Generale del Corpo d’Armata Salvatore Farina, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e la giornalista Barbara Schiavulli.

 

Ad avviare il convegno dedicato all’Esercito italiano, prima Forza Armata nazionale costituitasi il 4 maggio 1861 è stata il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, nominata Capitano della Riserva Selezionata dell’Esercito nel 2008, ha maturato gran parte della sua esperienza militare in contesti operativi come l’Iraq, il Libano e la Libia.

L’istituto delle Riserva Selezionata da un punto di vista normativo è un progetto che trova fondamento nel codice dell’ordinamento militare, con il decreto legislativo 15 marzo del 2010, che riprende la Legge Marconi del 1932 con cui si istituì la figura dell’Ufficiale di Complemento. Il progetto della Riserva Selezionata consente alle Forze Armate di poter disporre di risorse umane di elevata professionalità proveniente dal mondo civile: ingegneri, medici, archeologi, geologi, esperti d’arte che mettono le loro capacità al servizio delle Forze Armate. Gli ufficiali della Riserva Selezionata sono una realtà consolidata che funge da moltiplicatore di forza significativa e qualificato delle capacità professionali e umane esprimibili dalle unità dell’Esercito italiano che operano sul territorio nazionale e nei vari teatri operativi. L’Esercito come tutte le Forze Armate è costituito da volontari e professionisti che hanno dimostrato in Patria come in varie missioni internazionali, di essere dotati di elevata professionalità, duttilità, resilienza ed essere capaci di comunicare in modo efficace per raggiungere il cuore e la mente della gente. L’Esercito italiano è costituito da uomini e donne adeguatamente addestrati in base ai vari scenari di impiego, che valutano quando e se necessario combattere, usando la diplomazia e la persuasione. Sono in grado di soccorrere, aiutare e a loro volta addestrano e educano. Il ministro Trenta sostiene e insiste sull’importanza di identificare nuovi e ragionevoli modelli di finanziamento, cercare soluzioni per eliminare sprechi o duplicazioni sia nelle singole Forze Armate che nel limite del possibile anche nell’ambito delle Alleanze. Occorre chiarezza di intenti per definire gli interventi militari funzionali agli interessi prioritari del Paese e alle scelte di investimento nel settore difesa.

 

Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli, nel suo breve intervento ha dichiarato che la situazione geopolitica mondiale negli ultimi decenni è profondamente mutata a causa delle aree di crisi che minano non solo la stabilità interna dei Paesi coinvolti ma sono terreno fertili di minacce a livello internazionale, che nel corso degli anni potrebbero diventare drasticamente incontrollabili, come già accade per il fenomeno del terrorismo. Ed è per questo che il concetto di difesa nazionale e di sicurezza internazionale devono evolversi non da un punto di vista concettuale quanto pratico per adeguare e rendere capaci le Forze Armate, Esercito compreso, a fronteggiare le minacce che potrebbero destabilizzare la sicurezza interna del Paese. Si devono altresì predisporre e fornire i mezzi per affrontare pericolosi scenari futuri, gestire le crisi che minano la democrazia e il vivere civile dei Paesi dell’Alleanza Atlantica e di quelli europei. Il Capo di Stato Maggiore della Difesa ha sottolineato che i soldati italiani impegnati in aree di crisi remote in operazioni che mirano alla stabilità politica, civile e al raggiungimento della pace, hanno scelto di dedicare la loro vita al servizio del Paese che rappresentano e difendono, pur rischiando la loro vita. I nostri soldati meritano perciò di essere valorizzati, sostenuti ed è necessario addestrarli continuamente, equipaggiarli in modo adeguato per la loro sicurezza personale e per poter assolvere i vari compiti.

Il Sottosegretario di Stato alla Difesa Raffaele Volpi, delegato alla trattazione delle tematiche relative all’Esercito Italiano e alla Marina Militare, nel suo discorso ha introdotto due focus importanti centrati sull’innovazione tecnologica e sui programmi di investimento. Occorre rielaborare il concetto di “confine” in quanto gli interessi nazionali siano economici, industriali e di cooperazione internazionale non possono e non sono più racchiusi e delimitati nel confine nazionale inteso come tale. È necessario capire il ruolo e lo spazio dell’Italia come Paese all’interno delle organizzazioni internazionali sapendo che noi abbiamo una grande storia che rappresenta all’interno della comunità internazionale un esempio di come si opera, non solo dal punto di vista militare e della qualità dell’intervento che svolgiamo ma anche della qualità umana delle nostre Forze Armate. Occorre individuare una forma di condivisione che rappresenti la necessità di essere nelle organizzazioni internazionali non solo legati ad un fattore finanziario. La strategicità dell’Italia anche come posizione geografica non può essere derubricata in una posizione di secondo piano, perché il nostro Paese ha una posizione strategica soprattutto a livello geopolitico e geografico per le nuove tensioni nate nel Mediterraneo. Le grandi politiche dipendono anche dalle capacità professionali ed umane degli uomini e delle donne impiegate e dalla capacità di essere presenti geograficamente e geopoliticamente all’interno di un contesto.

Dalla nascita del “Reggimento delle Guardie” nel Ducato di Savoia il 18 aprile 1659, il Generale Fulvio Poli, Vice Capo Reparto Affari Generali dello Stato Maggiore dell’Esercito, nella appassionata analisi della storia dell’Esercito Italiano ha analizzato l’innovazione organizzativa, dottrinale e tecnologica della Forza Armata. Dalla costituzione del Reggimento dei Granatieri agli Artiglieri, dalla Cavalleria al Genio, dai Bersaglieri agli Alpini fino ai Telegrafisti, che nel corso degli anni hanno contribuito alla difesa del nostro Paese dalla 1° guerra di indipendenza alla Grande Guerra quando il 4 novembre 1918 è ricordato come il giorno della vittoria a Vittorio Veneto. L’Esercito italiano del Generale Diaz “forgiato” nelle trincee è un Esercito ben equipaggiato e dotato di un forte spirito di corpo. L’Esercito della Seconda Guerra Mondiale riesce a salvare solo l’onore con i Paracadutisti della Folgore e il 9° Reggimento “Col Moschin”. Un Esercito che combatté con armi, mezzi ed equipaggiamenti non adeguati. Dalle granate a mano alla carabina sino all’utilizzo di armi adeguate, dalle radio di Marconi e Sacco ai nuovi sistemi di trasmissione, dai dodicimila aerei prodotti durante la 1°Guerra mondiale agli elicotteri Agusta sino al veicolo multiruolo Lince. La storia dell’Esercito Italiano comunque ha sempre messo al centro di ogni evento e necessità il soldato in quanto uomo, considerando e valorizzando il suo spirito di sacrificio, la sua umanità e il suo coraggio. È costituito da varie componenti: armi, specialità, e corpi fatti di uomini e donne. Reparti coesi dove si lavora, ci si addestra per assolvere alla difesa e sicurezza del nostro Paese e per intervenire in caso di urgenza e calamità.

Infine il Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano ha delineato con il supporto del “Rapporto Esercito 2018” di recente pubblicazione, sia le dieci “regole senza tempo” che rispecchiano sia i valori intrinseci della Forza Armata che le principali missioni affidate alle Forze Armate italiane ovvero la difesa dello Stato e dei confini territoriali, la difesa collettiva della Nato, la prevenzione e gestione delle crisi, i concorsi e i compiti specifici (quando soccorre, vigila, supporta, ricostruisce, interviene, controlla, coordina e bonifica). Per l’elevato contributo italiano alla pace, la sicurezza e la stabilità internazionale, nelle varie missioni in Iraq, Afghanistan, Libano, Kosovo, Somalia, Libia, Niger, i soldati italiani hanno con coraggio ed umanità mostrato vicinanza e disponibilità nei confronti delle popolazioni. Come Paese siamo proiettati e circondati da diverse aree di instabilità e aree di crisi e l’Esercito deve essere in grado di passare in modo flessibile e dinamico dalla gestione delle crisi ad un intervento militare mirato a condurre operazioni ad alta densità. In futuro il focus per la Forza armata sarà il soldato e le cinque sfide  da affrontare in futuro riguardano il personale, l’organizzazione, l’addestramento e le operazioni con l’utilizzo di poligoni di tiro all’estero e utilizzo dei simulatori, le capacità ed i sistemi che mirano ad un adeguato e protettivo equipaggiamento del soldato (“soldato sicuro”) ed infine le infrastrutture (creazioni delle “Caserme Verdi” dove oltre alle strutture per il  comando, la logistica e l’addestramento sono previste per le famiglie dei soldati aree sportive, asili e servizi fruibili anche per la popolazione civile) a basso impatto ambientale.

Nel prossimo appuntamento dedicato al ciclo di eventi “Difesa Collettiva” per la diffusione della cultura della difesa e della sicurezza del nostro Paese si parlerà della Marina Militare Italiana. Come ha dichiarato il Sottosegretario di Stato, l’onorevole Angelo Tofalo che ha ricevuto le deleghe per l’Aeronautica Militare e l’Arma dei Carabinieri, un popolo informato e consapevole sa come comportarsi quando si presentano improvvise minacce interne ed esterne che possono destabilizzare la democrazia e con un modello di sicurezza partecipata l’Italia avrà la forza di preservare la propria sovranità nazionale. 



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