MENU

CLAUDIO RUSSANO: VI ASPETTO… A LETTO!

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

13
APR
2012

 

Il giovane regista teatrale martinese ci parla di sé e della sua associazione culturale “Fuori Tempo”, in attesa di vedere a teatro il suo ottavo spettacolo
 
Imperativo: mai fermarsi! Sembra questa la massima di vita di Claudio Russano, giovane artista martinese. Un folletto dagli occhi azzurri che sembra muoversi spasmodicamente da un settore all’altro e con estrema disinvoltura. Dal balletto, al teatro, fino alla moda, i suoi campi di interesse sono infiniti e a soli trent’anni vanta un curriculum degno di nota. Merito delle occasioni mai perdute, quelle colte al volo per vedere, chissà, dove lo avrebbero condotto. E ora possiamo dire con certezza che quelle occasioni lo stanno portando lontano, permettendogli di dedicarsi all’arte in tutte le sue sfumature. Da diversi anni, attraverso l’associazione culturale “Fuori Tempo” mette in scena fantasiose rappresentazioni, dei musical inediti che trattano i temi più disparati: dalla vita alla morte, dal sogno alla passione, dall’anima bianca a quella nera, passando per la difficile situazione delle ragazze madri, ottenendo sempre un grande successo. Insomma, dargli una definizione sembra quanto mai complicato; pertanto decido di chiederlo a lui.
 
Sei un uomo dalle mille capacità, sempre in movimento tra danza, teatro e moda. Ma qual è il tuo vero ruolo? Come ti definiresti?
«Eclettico, appunto. Proprio perché mi districo fra più arti. Nasco come ballerino; ho cominciato a studiare danza classica a soli sei anni, ma a causa di un problema alle gambe sono stato costretto ad abbandonare questa passione. Qualche anno dopo, non rassegnato, mi sono iscritto a corsi di ballo latino-americano. All’inizio è stato davvero difficile imparare a muovere il corpo in tutt’altro modo rispetto alla danza classica: c’era un divario enorme fra le due discipline. Non credevo davvero di riuscirci e invece, con molto impegno, sono arrivato nel 2001 a vincere gare nazionali e regionali. Una bella soddisfazione.»
 
Decisamente. Quindi sei approdato definitivamente al latino-americano?
«Non proprio. L’ho abbandonato quando è diventato un fenomeno di massa; prima era un po’ più d’élite e mi piaceva studiare un genere di nicchia. Poi è diventato alla portata di chiunque. Tutta colpa di Milly Carlucci.»
 
Come ti sei avvicinato al teatro?
«Beh, avendo studiato danza il palcoscenico ha sempre esercitato un particolare fascino nei miei confronti. Tuttavia, la passione per il genere teatrale mi è stata inculcata dalla mia professoressa di tedesco: Maria Carmela Nigri. Grazie a lei ho preso parte al mio primo musical, ed è stata talmente brava a trasmettermi il suo amore per il teatro che non potevo non rimanerne contagiato. Parte del merito, comunque, va anche a una mia cugina che è attrice di musical a livello internazionale.»
 
E dunque hai aperto l’associazione “Fuori tempo”. Come e quando è nata?
«Intorno al 2004 o 2005 ho cominciato a buttare giù l’idea di uno spettacolo: avevo in mente portarne in scena uno scritto da me. Grazie alla collaborazione di Luisa D’Amore, la quale ha riadattato il mio lavoro, ho potuto realizzare a tempo di record questo progetto. Pensa che ci abbiamo impiegato soli tre mesi, e ciò nonostante è venuto fuori uno spettacolo di qualità che ha ottenuto un discreto successo di pubblico e critica. Qualche mese dopo io e Luisa, insieme a Mary Norvedi e Francesco Zaccaria, abbiamo aperto l’associazione “Fuori Tempo”. Da un paio d’anni, tuttavia, lo staff direttivo ha subìto delle modifiche, e attualmente è costituito da me, Silvia e Valeria Putignano, e Maria Vittoria Buongiorno.»
 
In questi anni, l’associazione è stata particolarmente attiva. Avete realizzato diversi spettacoli.
«Sì, anche se prima era più facile. Ricordo che, i primi anni, organizzavamo gli eventi anche nelle piazze. Era bellissimo vedere la gente arrivare da tutti i vicoli e fermarsi a guardare. Adesso, purtroppo, ci sono meno possibilità.»
 
Come mai?
«La burocrazia è sempre più ardua e intricata, e inoltre ci sono sempre meno fondi da destinare alla cultura, quando invece, in tempi come questi, la cultura può essere il motore per far rinascere il Paese.»
 
Cosa si dovrebbe fare, secondo te, per promuoverla?
«Anzitutto occorre effettuare una ridistribuzione del budget fra più associazioni, in modo tale che anche le più piccole possano permettersi di andare avanti e di crescere. Invece, ogni anno, la quasi totalità della somma viene destinata ai grandi eventi, divenuti ormai una tradizione nel nostro territorio. Pertanto le piccole e medie associazioni si ritrovano a fare i conti con la mancanza di risorse, o meglio con lo spreco. Ci sono mezzi e impianti che a volte non vengono neanche sfruttati ed è un peccato. Qualche anno fa, un progetto del Comune prevedeva un accordo con il Teatro Verdi, il quale avrebbe dovuto mettere a disposizione un certo numero di serate, nelle quali le varie compagnie teatrali avrebbero potuto portare in scena i propri spettacoli. Purtroppo non è andato più in porto, ma mi auguro che in futuro si possa pensare nuovamente a una soluzione del genere.»
 
Di sicuro ci sono molte difficoltà per le associazioni culturali che vogliono cercare di farsi conoscere nel territorio.
«Assolutamente. Una di queste è proprio la mancanza di spazi dove esibirci. Anzi, colgo l’occasione per ringraziare l’associazione martinese “Amar Down” e “L’Arcallegra”, le quali da tre anni mettono a disposizione le loro sedi permettendoci così di dar luogo alle rappresentazioni.»
 
So che siete giunti ormai al vostro ottavo spettacolo…
«Esatto. Si tratta di “A letto: a far l’amore comincia tu”, una commedia musicale, scritta da Silvia Putignano, che da ormai tre anni è la nostra sceneggiatrice ufficiale. Le coreografie, invece, sono curate da Marilena Albanese e Erika Acquaviva.»
 
Di cosa parla, si può dire?
«Non sveliamo tutto. Diciamo che gli elementi che fanno da corollario alla trama sono la passione, l’intrigo, l’equivoco e… la diversità. Basta, non dico altro. Chi è curioso potrà venire a vederci  giovedì 19 aprile, alle 20.30, al teatro Verdi. Tra l’altro quest’anno ci sarà una novità: nel corso della rappresentazione, infatti, ci saranno dei pezzi improvvisati dove gli attori reciteranno a braccio. Per il decimo spettacolo, e dunque il decimo anniversario dell’associazione, abbiamo invece in programma di esibirci con un’orchestra dal vivo.»
 
Qual è l’obiettivo della “Fuori Tempo”?
«Dare spazio e voce ai numerosi talenti nostrani, che altrimenti non avrebbero la possibilità di emergere. Quello che ci spinge a proseguire nel nostro intento è una profonda passione per l’arte in genere e la voglia di fare qualcosa di concreto, di non lasciare che i giovani si perdano per strada, ma al contrario di dar loro modo di impiegare le energie in qualcosa di bello e ricco come il teatro. Non nascondo che una delle mie soddisfazioni più grandi è vedere i miei ragazzi recitare e impegnarsi come dei professionisti. Eppure hanno solo dai 14 ai 22 anni. Ecco, questo lo considero un mio vanto personale.»
 
Oltre alla danza e al teatro, ti sei occupato anche di moda. Raccontaci.
«Beh, grazie all’esperienza che stavo accumulando sono stato contattato inizialmente per l’evento sposi “Sì, lo voglio”, dove mi sono occupato dell’organizzazione delle sfilate, che per quanto mi riguardava non erano mai meri passaggi di modelle, ma una vera e propria esibizione intervallata da musica dal vivo e intermezzi recitati. In seguito un’agenzia di eventi mi ha permesso di collaborare alla sfilata di “Miss Roberta”, di cui era testimonial la bellissima Aida Yespica. Ho avuto modo di realizzare con lei anche uno shooting fotografico, occupandomi dell’immagine in senso lato: sceglievo io gli abbinamenti da farle indossare e lei si affidava volentieri al mio gusto estetico. In pratica sono stato il suo look-maker. A quello sono seguiti altri shooting d’abbigliamento e in più sono stato chiamato per l’evento “Deco Sposi”.»
 
Chiudiamo come abbiamo iniziato: sei camaleontico. Come ti vedi fra dieci anni?
«È una domanda che mi fanno in molti, e a tutti rispondo che sarò dove le circostanze mi condurranno. Dico sempre che ogni lasciata è persa e che dunque bisogna accettare sempre ciò che la vita ci pone davanti, senza svendersi, è naturale. A livello professionale la mia vita cambia giorno per giorno, perché ogni esperienza ne porta sempre un’altra e mi permette di crescere sia artisticamente che umanamente. Mi auguro un futuro roseo, questo è certo. Ma lascio tutto al caso: vedremo dove mi porterà la vita.»


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor