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Questa settimana un tè con Mara Venuto

Pubblicato da: Categoria: UN TE' CON ME

31
GEN
2014
Il tratto principale del tuo carattere? 
«Non è semplice individuarne uno prevalente perché, per citare Walt Withman, “contengo moltitudini”. Ne scelgo due: la tenacia e la capacità di reinventarsi».
 
Il tuo principale difetto? 
«Per confermare quanto detto sopra: la multiformità. Difetti e pregi, spesso, sono l’uno lo specchio dell’altro».
 
Se potessi cambiare qualcosa in te? 
«Ho già ritoccato l’impulsività».
 
Se potessi cambiare qualcosa in Italia? 
«Il clientelismo, il lassismo, il familismo. Gli “ismi” proprio non mi scendono giù».
 
Stato d’animo attuale? 
«Energico e reattivo».
 
Indignata o rassegnata? 
«E’ più facile che mi indigni. Non mi rassegno facilmente, ma so perdere con sportività». 
 
La cosa di cui vai più fiera? 
«Ho una storia d’amore che dura da dieci anni, nonostante le immancabili difficoltà. Ho buoni amici e relazioni proficue. Nel lavoro ho conquistato rispetto e stima, e ho ottenuto buoni riconoscimenti nelle mie attività artistiche. Non sono sazia, ma sono soddisfatta».
 
E quella di cui ti penti di più? 
«Di aver lasciato a metà alcuni impegni e indietro talune persone».
 
Cosa non riesci a capire degli uomini? 
«Degli uomini capisco quasi tutto. Sono piuttosto leggibili e funzionano in modo ripetitivo. L’unico che riesce ancora a sorprendermi è il mio compagno». 
 
Qual è la prima cosa che faresti se ti reincarnassi in un uomo? 
«Osserverei con curiosità le donne e cercherei di capire cosa mi attrae di loro».
 
Quale personaggio storico avresti voluto essere? 
«Scelgo un personaggio legato alla mia terra e alla mia passione per la scrittura: Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos, il generale napoleonico autore del capolavoro “Le relazioni pericolose”, morto a Taranto e sepolto sull’isola di San Paolo».
 
Di quale personaggio letterario avresti voluto rivestire i panni? 
«E’ più facile che trovi interessanti i personaggi maschili. A ogni modo, fra le donne scelgo un classico: Rossella O’Hara. “Domani è un altro giorno” è una delle mie citazioni preferite».
 
Quale mestiere ti sarebbe piaciuto fare? 
«La scrittrice e la poetessa, come scrissi da bambina in un tema. Lo faccio da freelance e vorrei potermici dedicare a tempo pieno, ma non mi lamento!».
 
Canzone preferita? 
«Ne ho molte, fra queste scelgo una canzone brasiliana perché amo la letteratura, la musica e la cultura brasiliana: “Oração De Mãe Menininha”. E’ un brano dalle sonorità struggenti, con un testo ricco di storia: si tratta di un omaggio a Mãe Menininha do Gantois, benefattrice, guaritrice e sacerdotessa del Candomblè, la religione sincretica degli schiavi africani del Nordest del Brasile».
 
Cosa c’è sul tuo comodino? 
«Un’immagine della Vergine e libri, al momento due: “Un altro giro di giostra” di Tiziano Terzani e il saggio “L’amore è tutto” di Michela Marzano».
 
Oggetto del desiderio? 
«Sarò ripetitiva: un libro».
 
Oggetto talismano? 
«Il mio anello rosario, lo porto da anni».
 
L’ultima zingarata? 
«Non è una zingarata ma un esperimento. Una notte non riuscivo a dormire, mi sono alzata dal letto e nel buio completo ho cominciato a girare per le stanze della casa. Ho voluto provare come anche i luoghi più familiari possano divenire “un altrove”, in condizioni nuove o differenti».
 
Cosa ti fa più ridere? 
«Amo ridere e rido spesso. Ultimamente mi fanno ridere i miei cani quando giocano fra loro».
 
Cosa ti fa più paura? 
«Sono scaramantica e lo tengo per me. La mia nonna paterna avrebbe detto: “Le cose brutte non bisogna evocarle neppure pensandoci!”».
 
Luogo del cuore? 
«Siena, la città dove ho vissuto da studentessa. La mia vera vita vera è cominciata lì».
 
Cane o gatto? 
«Cane. Ne ho sempre avuti, sin dall’infanzia. Ora vivo con i miei amati siberian husky, Nash e Duska. Ma i gatti mi affascinano molto».
 
Con chi riuscirebbe più piacevole un viaggio auto da Taranto a Roma?
«Al momento sono incuriosita da Teresa Doria, una star della pasticceria, fra le prime cake designer italiane, partita da un laboratorio artigianale a Taranto». 
 
Secondo la legge del contrappasso, quale sarebbe la tua pena più grande? 
«Per non svelare la colpa, soprassiedo sulla punizione».
 
Cosa non dovrebbe mai mancare nel tuo frigo? 
«Formaggi e latte nel frigo; pane e caffè in dispensa».
 
E nell’armadio? 
«Sottogiacca di vari colori e almeno un pantalone nero dalla linea dritta. Aggiungerei  tacchi a spillo nella scarpiera».
 
C’è qualcosa che dici in privato e che neghi in pubblico? 
«Certamente, più d’una. Il privato è per definizione lo spazio in cui concedersi ciò che all’esterno non può essere compreso o accettato».
 
Mara Antonia Venuto, 35 anni, lavora da qualche anno per una multinazionale francese e, nel tempo che resta, fa la scrittrice, l’editor freelance e scrive di cultura per il “Corriere di Taranto”. Dice di sé: «Amo la vita in ogni sua forma, mi interessano molto le persone, le pieghe che prendono le singole esistenze. Sono curiosa, portata all’introspezione e all’osservazione di me stessa e della realtà che mi circonda. Non conosco la noia perché in tutto trovo elementi di interesse. Sono passionale ed energica, allegra ed entusiasta. Non sono mai attaccata alle mie idee al punto da non metterle in discussione. Sono stata molto impulsiva, ma le esperienze e la maturità mi hanno aiutata a gustare la ponderazione. Non mi spaventano i cambiamenti, anzi li cerco spesso, sebbene conservi e custodisca i miei punti fermi, affettivi e biografici, e la ricchezza della memoria».
 



Commenti:

Mara 6/FEB/2014

Grazie Paolo per la stima e per le belle parole che hai speso per me!

POETADEIDUEMARI 1/FEB/2014

QUANDO LA PROFESSIONALITà è COSTRUITA CON LO SPIRITO DI SACRIFICIO E LO STUDIO ,APPAGA SEMPRE E SIAMO ONORATI DI AVERTI COME SCRITTRICE GIOVANE DI ARTICOLI IMPORTANTI. CON STIMA PAOLO

Mara 31/GEN/2014

Ognuno ha i suoi cadaveri nella stiva! Scherzi a parte, gli anglofoni direbbero: "for love and for money". :)

Stefano 31/GEN/2014

Ti facevo editor giornalista organizzatrice di eventi etc a tempo pieno, ti scopro preda di una multinazionale francese, sono curioso... :-) (Stefano aspic)

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