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Incontri / Luca e Alba, una storia a lieto inizio

Pubblicato da: Categoria: PROTAGONISTI

12
MAR
2019

Ho incontrato Luca Trapanese in occasione della presentazione del suo libro “Nata per te”, edito da Einaudi, e scritto a quattro mani con Luca Mercadante. Lui è napoletano, single, cattolico praticante, impegnato fortemente nel sociale, fondatore e presidente di associazioni e di numerose case famiglia. Da un anno e mezzo è il protagonista di una scelta che fa scalpore, ma che decisamente gli fa onore: adotta Alba, una bambina trisomica, rifiutata da trenta coppie. Quando decide di raccontare questa storia in un libro “chiede aiuto” a uno scrittore, e così, si rivolge a Luca Mercadante anch’egli napoletano, coetaneo, e forse null’altro in comune, in quanto, quest’ultimo si dichiara  ateo, a favore dell’aborto e non riesce a concepire una paternità che non passi attraverso il legame di sangue, e come se non bastasse è convinto che la sindrome di Down sia una malattia… eppure con la stesura di questo libro avviene anche “il miracolo” di un incontro e di una condivisione profonda di tanti aspetti della vita.

L’impegno nel sociale di Luca Trapanese comincia già da giovanissimo e dopo la laurea sceglie di entrare in seminario. Qui rimane quasi due anni. Diversi i viaggi a Lourdes sul treno bianco e proprio qui incontra Eduardo: si innamora di lui e decide di dismettere gli abiti del seminarista e dare inizio alla loro convivenza. Essendo entrambi impegnati nel sociale e volendo fortemente essere di aiuto a chi è in difficoltà ma anche alle loro famiglie, danno vita alla prima organizzazione di volontariato, “A Ruota Libera”.

È solo l’inizio, oggi le case da lui fondate sono ben undici e tra queste “La casa di Matteo”, unica nel centro sud nella quale vivono bambini malati terminali. Un uomo dal cuore grande, la cui ultima scelta dell’adozione sembra essere il naturale prosieguo di una vita dedicata agli altri.

Luca ed Eduardo hanno una storia lunga 11 anni, e come molte storie un giorno, purtroppo, finisce, ma Luca non abbandona l’idea di voler diventare padre e il suo nome è iscritto nel registro degli affidi previsto dalla legge per i single, “ho sbarrato tutte le x presenti sul modulo, ero disposto ad accogliere ogni tipo di diversabilità”.

Nel frattempo il suo lavoro continua, diventa sempre più punto di riferimento per tanti ragazzi con disabilità e per le loro famiglie.

Intanto la piccola Alba nasce e viene lasciata in ospedale, è trisomica.

Da subito parte la ricerca di una famiglia che possa adottarla, il tribunale dei minori comincia a scorrere la lista delle coppie che hanno presentato richiesta di adozione, ma è un susseguirsi di no.

“I no rivolti ad Alba non sono delle trenta coppie, sono no di una società che non è capace di accettare la diversabilità, no di chi ormai pensa che il proprio figlio debba essere il primo in tutto e si preoccupa poco che sia soprattutto un bambino felice”.

Un giorno di inizio estate il cellulare di Luca squilla, è il tribunale, gli propone l’affido di Alba, il suo è un sì convinto, entusiasta.

In realtà dalla nascita sono trascorsi 23 giorni, la mamma potrebbe ancora tornare e avere il diritto di riprenderla con sé: per essere adottabile devono trascorrere 30 giorni,  quindi,  bisogna ancora attendere una settimana.

“Sapevo benissimo che in quei sette giorni una coppia avrebbe potuto accogliere la bambina, ma io ero così euforico che ho acquistato il corredino, i pannolini, il passeggino e il necessario per i primi giorni, dicendomi che eventualmente avrei regalato tutto”.

Ma nessuno risponde positivamente alle chiamate del Tribunale, che avrebbe lasciato la piccola in ospedale per “riaprire il caso” dopo le ferie. Ma Luca propone di prenderla in affido per consentirle di trascorrere l’estate in un luogo più consono e non nel nosocomio.

La mattina del fatidico giorno, Luca arriva in ospedale per prendere Alba, in una delle prime foto che li ritraggono insieme la solleva al cielo come nella famosa scena del “Il re leone”.

“Entrato in macchina con Alba, dopo averla sistemata nel seggiolino, cambio programma, capisco che devo andare con lei a casa, non passo dai nonni, dagli amici e parenti che pur mi aspettano tutti insieme. Io e lei a casa, dovevamo vedercela da soli, è stata una notte tranquilla per lei, bellissima per me, anche se mi sono alzato più volte a controllare che respirasse".

L’ultima domanda che gli pongo è la stessa che si pone e gli pone Luca Mercadante nel libro: “Dove siete diretti?”. Mi risponde con convinzione: “Verso la vita!”

Pensa spesso alla mamma di Alba, e afferma che “Quando crescerà le dirò che la mamma l’ha lasciata in ospedale perché l’amava tantissimo, sapeva di non poterla crescere, ma, soprattutto, sapeva che sarei arrivato io a prenderti”.

E’ alla mamma di Alba che scrive una lettera meravigliosa, con la quale il libro si conclude, ma la loro bellissima vita prosegue e sicuramente sentiremo ancora tanto parlare di loro, del papà fantastico di una figlia speciale.

 



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