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Serena Brancale/Il mio Sanremo è jazz

Pubblicato da: Categoria: COVER

30
GEN
2015
All’Ariston la vedremo raffinata, perché a lei, come a Pino Daniele, le piace ‘o blues. Ecco la pugliese rivelazione dell’anno, pronta alla sfida canora con un brano scritto da lei 
 
 
Si chiama “Galleggiare” il brano che l’artista di Valenzano (in provincia di Bari) presenterà sul palco del Festival di Sanremo 2015 nella categoria Giovani Proposte che si terrà al Teatro Ariston di Sanremo da martedì 10 a sabato 14 febbraio. L’abbiamo intervistata in occasione di un concerto alcuni giorni fa proprio a Valenzano.
 
Ciao Serena, cosa ti aspetti da questa tua partecipazione al Festival?
«Mi aspetto di crescere, di condividere la musica e di conoscere altri cantautori come me che amano scrivere e mettersi in gioco».
 
Nonostante la tua giovane età canti da molti anni ma cosa ti ha dato la spinta per partecipare al Festival?
«Partecipo al Sanremo per caso. Non immaginavo di poter arrivare fin qui. In realtà avevo scritto un altro brano per Sanremo ma non era stato promosso quindi per quest’anno non ci avrei più provato. All’ultimo momento invece mi hanno chiesto di riprovarci con un altro brano dei miei. Ho pensato a “Galleggiare” che è stato poi scelto dalla Commissione RAI».
 
La tua musica non è proprio, diciamo così, da Sanremo…
«In effetti anche il brano che canterò non è sanremese. E’ un po’ ciò che faccio: a me piace il jazz, scrivere pop, mi piace coniugare le due cose… è la linea che cerco di crearmi».
 
Parlaci del brano che presenti al Festival e cosa lo ha ispirato.
«“Galleggiare” parla di una storia d’amore che ho vissuto e mi racconto come se parlassi e scrivessi su un diario segreto dove mi metto a nudo parlando delle mie incertezze rispetto a quest’uomo che amo. E’ un brano che ha suoni molto eleganti e molto soft, poco sanremesi, ricordano di più la sfera jazz che quella pop italiana».
 
Senti di essere giunta a questa grande manifestazione canora al momento giusto?
«Assolutamente sì. Lo dico con certezza perché a 21 anni ho provato con XFactor e non ero quella che sono ora. Avevo una testa diversa, avevo meno brani scritti alle spalle, meno concerti, meno esperienza. Certo, ne ho 25 non 50. Ho tanta strada da fare… e meno male».
 
Magari l’esperienza non positiva a Xfactor ti ha dato una ulteriore spinta per andare avanti con più decisione per poi presentarti oggi a 25 anni sul palco dell’Ariston.
«Certo, ma poi la cosa bella è che vado a Sanremo con un brano mio. Questa cosa mi inorgoglisce perché sul palco sono io al 100%. Spesso non è così perché molti al Festival ci vanno con un brano scritto da altri».
 
Cosa speri che venga apprezzato dall’esigente pubblico dell’Ariston e dai telespettatori?
«La voce una volta che l’ascolti, ti piace o non ti piace. Più che altro spero venga apprezzato lo spirito con il quale canto le mie canzoni. Quello è molto personale ed è importante che il mio nome venga riconosciuto con il brano che canto».
 
Da quest’anno sarà possibile votare, oltre che con sms e con telefono fisso, anche tramite app/web. Cosa ne pensi? Lo ritieni un vantaggio?
«Tantissimo… Io sono la prima a essere attaccata allo smartphone, al tablet e al pc. Si fa molto prima a comunicare con le tante app di messaggistica che con una telefonata».
 
Fino a qualche anno fa si diceva che al Festival si dava poco spazio ai giovani. Oggi com’è la situazione a tuo parere?
«Si è ribaltata completamente. Poi grazie a Carlo Conti quest’anno c’è la bella novità che saremo i primi a cantare. Saremo infatti noi giovani ad aprire la seconda serata. Questa è una cosa molto bella al contrario degli anni passati quando si doveva attendere fino alla mezzanotte prima di ascoltare i giovani».
 
Considerarti una “nuova proposta” in Puglia lo troviamo un po’ forzato perché sei già molto popolare qui. Dando un’occhiata sui social, la tua popolarità sta aumentando giorno dopo giorno in tutta Italia. Che effetto ti fa?
«E’ bellissimo perché grazie a questa esperienza sto anche ritrovando amici di vecchia data che mi scrivono su Facebook e Twitter ma anche tanta gente che mi scrive da tutta Italia per ringraziarmi e complimentarsi».
 
A quale genere musicale ti senti di appartenere?
«A me piace la musica soul ma questo genere in Italia è associato a Giorgia. A me piace molto la musica di Pino Daniele e come lui intendeva il soul e il blues che poi rientra comunque nella musica pop».
 
La musica italiana ha perso recentemente grandi artisti come Pino Daniele e Mango. Il tuo pensiero.
«Abbiamo perso due perle meravigliose. Sono legata soprattutto a Pino Daniele perché i primi brani che ho cantato fin da piccola erano i suoi. E’ stato veramente un colpo al cuore. Un musicista stratosferico e tra l’altro ha fatto dei concerti qui in Puglia che mi sono persa e adesso mi mangio le mani perché sono purtroppo stati gli ultimi. Mango l’ho sempre apprezzato. Tra l’altro era amico della mia insegnante di canto Gabriella Schiavone che mi ha sempre raccontato di Mango come una bellissima persona oltre a essere un artista formidabile. Si diventa grandi artisti anche perché si tengono i piedi per terra con tanta umiltà e Mango era uno di questi».
 
Cosa pensi della musica italiana in generale?
«Mi piacerebbe sentire un po’ più di novità, più cantautori giovani in tutta Italia».
 
Magari c’è bisogno di Serena Brancale, che dici?
«(sorride, NdR). Ma sì, diciamolo. Io lo spero. Con “Galleggiare” mi presento come una cantante super elegante e jazz ma io non sono solo quello bensì anche quello. Mi piace giocare molto con il ritmo, con la batteria. I miei brani sono molto ritmici ma a Sanremo arriverà una faccia di me, quella più raffinata».
 
Ti ispiri a qualche artista in particolare?
«Mi ispiro ad alcuni cantanti americani. Pensando a quelli italiani penso all’ultimo disco di Fabi-Silvestri-Gazzè. Tre cantautori che si sono uniti e hanno scritto questo disco molto bello e molto nuovo finalmente a livello ritmico e di testi, simpatici a autoironici. Si sente e si vede che si sono uniti perché sono molti amici e non perché l’etichetta discografica li ha messi insieme».
 
Il tuo cantante preferito da ascoltatrice di musica ?
«Sono cantati statunitensi, dalla jazzista Ella Fitzgerald a Stevie Wonder... e poi grazie ai miei genitori sono passata a De Crescenzo».
 
Un cantante con il quale duetteresti?
«Il mio sogno dei sogni: Stevie Wonder».
 
Lo strumento che ti piace di più suonare?
«Guarda, io mi accompagno e gioco con gli strumenti, non suono quasi nulla. Suono un po’ il pianoforte e la batteria elettronica. Mi piacerebbe continuare a suonare il pianoforte per capirne un po’ di più».
 
Senti di dover ringraziare qualcuno per i risultati fin qui ottenuti?
«Devo ringraziare la mia famiglia, soprattutto mia madre che mi ha messo inizialmente in mano il violino per approcciarmi alla musica. Ringrazio poi Mimmo Campanale che è il batterista del gruppo. Con lui condivido la scrittura, lo studio e la musica che suoniamo nel quartetto di cui fanno parte lo stesso Campanale, io, Peppe Fortunato e Paolo Romano».
 
Progetti per il futuro?
«Continuare a suonare sempre di più portando avanti il lavoro del mio disco che uscirà subito dopo il Festival».
 
Serena, prima di salutarti, chi vincerà quest’anno il Festival in entrambe le categorie?
«Secondo me vince il trio “Il Volo” e tra i giovani vince… non farmelo dire! (sorride, NdR)».
 
Ti facciamo un enorme in bocca al lupo e ti portiamo l’incoraggiamento e i saluti dei tuoi fan che sono già tanti. Tieni alto il nome della Puglia, siamo certi che lo farai.
«Grazie mille, a presto!».
 


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