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Non c´è trippa per gatte

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

23
GEN
2015
Non si mangia, non si compra, non si cucca. Tempi duri per noi ragazze a Pitti Uomo
Fidanzati gelosi? Padri apprensivi? Mariti sospettosi? Che lo siate, o che in quanto fidanzate, figlie e moglie li subiate, ho la ricetta giusta per concedersi piacevoli giorni separati che facciano stare dentro a una botte di ferro gli uni e provare un casto orgasmo le altre: la quattro giorni di Pitti Uomo. Uomini, mandate lì le vostre donne, sicuri e senza la minima preoccupazione: non se le filerà nessuno.  E quando dico nessuno, intendo nessuno. E non perché ci sia una concorrenza spietata di modelle e hostess: è che lì, non c’è proprio trippa per gatte. E per di più le gatte non sono neanche affamate. Sì, qualche fugace sguardo di qualche uomo l’ho incrociato, ma solo per un breve istante. Era uno sguardo che implorava di non fare la spia. “Non mi guardare sai, delatrice!” (se no anche con questa giacchetta azzurro carta zucchero, anche col calzino di lurex argento e perfino con la pochette sottobraccio non sarei più credibile). Se sei donna, a Pitti uomo ti notano di più se ti butti addosso un tappeto afgano da 15 kg fingendo disinvoltura nell’incedere, così che tutti si scervellino a pensare quale stilista lo ha fatto e come mai non avevano colto il trend, che se ti tiri giù da gara e giri con lo sguardo ammiccante e la bocca leggermente dischiusa (che funziona sempre). Non ho visto una coscia, una mezza tetta in evidenza, neanche una piccola residuale, fisiologica percentuale di gattamortismo, né tantomeno ammaraggi, abbordaggi e rimorchi vari. E lo stesso vale per noi donne: Sergio Múñiz compare all’improvviso da dietro l’angolo? Ah, ma no, guarda che scarpe… troppo a punta. Poi, il nero di giorno? No, dai, così anonimo. Roba che non abbiamo leccato lo schermo del televisore quando era all’Isola dei Famosi solo per decenza ma a Pitti non lo vorremmo nemmeno in saldo. E se Mariano di Vaio, noto modello, in maniche di camicia azzurra, ciuffo abbondante effetto bagnato e labbra carnose arriva nella nostra direzione? Devo ammettere che sì, un momento di normalità lo abbiamo vissuto, ma è bastato che dietro passasse Gianni Fontana, noto fashion trendsetter, che sarà anche un po’ più in su con l’età e non svetterà  sugli altri (Gianni perdonami, ma il giornalismo impegnato esige sempre un tributo), ma è stato capace di far venire fuori incontrollati i fino allora soffocati ‘gridolini’ e di scatenare la voglia di fotografarcisi aggrappate, neanche fosse appunto di Vaio. Sarà a causa del rapimento estatico dato da chilometri di vestiti, borse e scarpe? O forse gli alcolici offerti negli stand (che mangiare fa troppo provinciale) erano stati allungati col bromuro e, stante il copioso e protratto consumo, eravamo tutti preda di una sedazione di massa? Non so dirvi, ma non ci sono da temere neanche gli eventi serali fuori fiera, troppo stanche per trascinarcisi. Evitato anche il pericolo che in quattro giorni il conto corrente sia dilapidato: a Pitti non si può acquistare nulla (solo saccheggiare i cadeau). Certo che a pensarci bene – non si mangia, la tentazione della carne è sconosciuta, lo shopping è vietato – il prossimo anno invece che sulla moda mi butto sulla Kermesse “Dilf tra i fornelli”, che in un modo o in un altro, a bocca asciutta non resto di certo. 
 


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