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LA MIA TAZZA VEGANA/IL LINGUAGGIO ANIMALISTA

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

30
OTT
2018

Siamo sicuri che parole entrate nel linguaggio comune - come edamame, animalista e specismo - siano parole conosciute da tutti?

“Sono vegano, spesso integro la mia dieta con prodotti di origine vegetale come tempeh e edamame e acquisto prodotti cruelty free. In generale, posso dire di aver sposato uno stile di vita animalista e antispecista. La vivisezione è obsoleta a parer mio”.
Questa frase potrebbe essere una di quelle frasi tipiche pronunciate dai vegani in un qualsivoglia discorso. Ma siamo certi che il loro linguaggio sia comprensibile e che tutti i vegani siano uguali tra loro? Diamo forse per scontato parole che non tutti conoscono? Facciamo chiarezza spiegando i vocaboli più usati dai vegani.
Innanzitutto, vegano non significa essere animalista, né animalista significa essere antispecista. Vegano, come più volte detto (ma sembra non essere mai abbastanza) è colui il quale ha scelto di non mangiare alimenti di origine animale come latticini, uova e miele, oltre che carne e pesce. A determinare questa scelta alimentare nella maggior parte dei casi è una forte sensibilità nei confronti del regno animale. L’animale è visto come un essere vivente che non deve essere schiavo della catena alimentare. In questo specifico caso il vegano è anche animalista. Diversamente, molti scelgono la dieta vegana come mera dieta, come alimentazione e nulla più. Scelgono di escludere animali e derivati animali dalla loro alimentazione quotidiana per il loro esclusivo benessere e non per  amore-rispetto nei confronti del regno animale.  Alimenti come edamame, tempeh, tofu e mopur saranno allora cibi conosciuti e consumati, integrati nell’alimentazione come sostituti della carne, ricchi di proteine. Solo nel primo caso possiamo associare due parole: “vegano E animalista”. Lo stesso termine “animalismo” implica numerose sottigliezze; l’animalismo, per citare una celebre definizione del filosofo Tom Regan, è l’attitudine a considerare gli animali non umani come “soggetti di una vita”, quindi ad attivarsi affinché siano trattati con dignità. Ma quando parliamo di animalisti possiamo individuare differenti comportamenti umani: c’è chi si dedica agli animali d’affezione, come gatti, cani e (adesso) conigli; chi guarda alla sopravvivenza di certe specie animali in via d’estinzione; chi non fa classificazioni di specie animali, ma percepisce il gatto e il cane alla stregua del maiale e del cavallo, ad esempio. In quest’ultimo caso si parlerà di “antispecismo”. Si può essere animalisti senza essere antispecisti, mentre si può dire che l’inverso è inconcepibile. Si può dire di essere vegani, ma non animalisti, o ancora si è animalisti solo nei confronti degli animali d’affezione, ma non vegani.
Rendiamo le cose ancora più complicate, aggiungendo un ulteriore concetto. Cosa significa “Specismo e antispecismo”?
Il concetto di specismo è divenuto di dominio pubblico con la pubblicazione nel 1975 di “Liberazione animale” del filosofo australiano Peter Singer. Il termine (coniato dallo psicologo inglese Richard Ryder nel 1973) si riferisce all’atteggiamento di superiorità e dominio, esercitati in modo oppressivo sugli appartenenti a un’altra specie — in questo caso, gli animali non umani. E’ una filosofia e anche un movimento sociale che intende creare una nuova relazione fra la specie umana e le altre specie animali.
L’animalista antispecista che ha abbracciato un’alimentazione vegana per questioni etiche, di buon grado approfondirà anche ulteriori questioni. Abbandonerà il concetto di animale il cui valore è dato dalla sua utilità. L’animale sarà concepito come essere vivente e non pelle da cui ricavare scarpe e borse, non cavia su cui effettuare esperimenti scientifici. In questo caso parleremo di altri due termini: anti-vivisezione e cruelty-free.
La parola "vivisezione" significa, letteralmente, "sezionare da vivo”. Chi esegue esperimenti sugli animali preferisce usare il termine meno cruento di "sperimentazione animale" che non richiama altrettanto l'idea della violenza e della tortura anche se, in realtà, la sofferenza e la violenza sono presenti in modo forte. Con il termine cruelty-free vengono, infatti, indicati tutti  i prodotti che sono stati realizzati senza alcun test sugli animali. Si tratta di una dicitura che riguarda soprattutto la cosmesi, prodotti per la casa e l’igiene personale.
Il linguaggio dell’uomo è il più complesso e articolato in natura, ogni parola utilizzata ha un suo preciso significato. Conoscere termini come vegano, antispecista e vivisezione possono arricchirci e permette di capire il perché delle scelte altrui. Chiedete liberamente: “Perchè sei vegano?” (E perché non lo sei?).




Commenti:

Roberto Satta 6/DIC/2022

Oggi una persona ha sconvolto la mia vitasi disperava per non aver salvato un piccione che si era appoggiatoallla sua finestra durante pioggiaera distrutta e non aveva requie in quel piccolo animale c'era' il suo mondo quell'animale pareva fosse l0ultimo della sua specie avendo salvato quel picciome si sarebbe salvata anche LEI pazzesco NOI TRA UOMINI CI SCANNIAMO

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