Se sentite parlare del circo Roncalli acquistate subito un biglietto. Sì al circo, ma stavolta senza animali
Il Roncalli è un circo tedesco che ha dello strabiliante: è il primo ad aver messo in piedi uno spettacolo circense con ologrammi di animali al posto di quelli veri.
Prima di ideare un circo fuori dall’ordinario, il fondatore Bernhard Paul aveva previsto la presenza solo di un pony e di un cavallo proprio perché, da sempre, aveva manifestato una particolare attenzione al benessere degli animali. Poi, la svolta. “Anche il circo è mosso dalle tendenze socio-culturali ed è ora il momento anche per il circo Roncalli di seguirle” sostiene il fondatore. “Niente più animali in un complesso che vuole essere innovativo, ma vuole mettere l’etichetta di circo tradizionale con un fascino dei tempi che furono”.
Negli spettacoli del circo Roncalli si fonda la tradizione del circo alla tecnologia, ma senza compromettere il benessere di cavalli, elefanti, tigri e leoni. Nessun addestramento, nessuna gabbia. Gli ologrammi degli animali sono realizzati attraverso 11 proiettori ad altissima risoluzione.
Nato nel 1976, il Roncalli è stato il primo circo ad esibirsi nella Germania dell’Ovest, sotto il controllo dell’Unione Sovietica.
Il circo senza animali è una realtà in divenire, ricordiamo ad esempio il Cinque du Soleil e il Circo Contemporaneo che surclassano di gran lunga gli spettacoli circensi con leoni ed altri animali sfruttati e ridotti ad oggetto.
Questione di cultura, questione di legge.
In Italia, infatti, si sta avviando un tentativo di abolizione e superamento dei circhi che impiegano animali. Esiste una legge, ma non decreti attuativi per farla diventare operativa. L'annuncio arriva il 16 dicembre 2018 su Facebook con un post e un video da parte del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Alberto Bonisoli.
“So che il desiderio di molti di voi è che gli animali non vengano più usati negli spettacoli circensi. È un desiderio che condivido anche io e che diventerà realtà nel più breve tempo possibile. È una delle mie priorità”.
Sono circa 50 i Paesi che hanno già avviato questa riforma etica nel campo dello spettacolo e l’Italia deve avanzare culturalmente senza restare ai margini.
“Abbiamo messo in campo una collaborazione tra il Mibac e il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, guidato dall'amico e collega, Sergio Costa, per far sì che gli animali, una volta lasciati i circhi, possano trascorrere il resto della loro vita nel miglior modo possibile e in luoghi idonei. Il mio obiettivo è quello di raggiungere questo risultato nel più breve tempo possibile e i primi passi li stiamo già facendo” commenta il Ministro.
Nell’attesa che questo cambiamento avvenga da un punto di vista globale, possiamo cominciare noi a fare la differenza boicottando i circhi tradizionali presenti sul nostro territorio, semplicemente non prendendovi parte, com’è accaduto al Circo Barnum, che dopo 146 anni di attività passati a sfruttare animali di ogni specie ha visto un crollo della vendita di biglietti e diminuzione di pubblico, costringendolo a chiudere baracca.
Il circo non danneggia solo gli animali, ma anche degli artisti che ne fanno parte, perché, anziché esaltare le loro doti mostra al pubblico il lato meno umano di loro. La bravura di un giocoliere, di un funambolo, acrobata e trapezista è messo in ombra dalla presenza di animali, snaturati e privati della dignità.