Il calcio, è vero, è uno sport di squadra. Ma è pur vero che la squadra è fatta da 11 calciatori, 11 singole entità che come il proprio team ambiscono a premi e riconoscimenti personali che li consacri veri campioni di questo bellissimo sport. Il Pallone d'oro (Ballon d'Or, in francese), è un premio calcistico istituito nel 1956 dalla rivista sportiva francese France Football e viene assegnato annualmente al giocatore di qualsiasi campionato del mondo che più si è distinto nell'anno solare. Il premio per l’anno 2018 è stato assegnato il 2 dicembre scorso al giocatore Luka Modric. Il centrocampista del Real è stato quindi il primo croato, e primo giocatore dell'ex Jugoslavia della storia, a vincere un pallone d’oro ed ha anche il merito di aver interrotto il dominio di Cristiano Ronaldo e Messi che durava dal 2008. Ha preceduto l'ex compagno di squadra Cristiano Ronaldo e l'attaccante francese dell'Atletico Madrid, Antoine Griezmann. Come sempre pacato e sobrio il talento croato ha ringraziato, dopo aver ritirato il premio dalle mani di David Ginola, i suoi compagni e i tecnici asserendo che da bambino aveva il sogno di giocare in un grande club, e che era andato anche al di là del suo stesso sogno vincendo l’ambito premio.
Croato di trentatrè anni, quella di Luka è una delle favole del calcio dal lieto fine. Ha solo 6 anni il piccolo ragazzino di Zara quando davanti ai suoi occhi i militari della Repubblica Socialista di Jugoslavia fucilano il nonno e incendiano la sua casa perché ritenuta covo e nascondiglio per gli indipendentisti. Insieme ai suoi genitori e col pallone sempre sotto braccio il piccolo Luka, diventato un profugo, inizia a girovagare gli ostelli della provincia per trovare rifugio nel buio periodo della guerra di indipendenza croata, finchè il padre non trova lavoro come meccanico vicino lo stadio dell’NK Zadar che diventa la prima squadra del piccolo Modric che giocava con dei parastinchi di legno fatti in casa e rimediati nella spazzatura, per via delle ristrettezze economiche, per proteggere il suo fisico magro e gracile e per avere una divisa da gioco. Dopo esser stato scartato ad un provino dall’Hajduk Spalato proprio a causa della sua fisicità, firma per la Dinamo Zagabria all'età di 16 anni, nel 2002. Dopo una stagione nelle giovanili, viene prestato nel campionato bosniaco allo Zrinjski Mostar dove inizia a mostrare le sue qualità che convincono la Dinamo a richiamarlo e a puntare su di lui e portano la Nazionale croata a farne un perno della squadra. Nel 2008 il salto nel calcio inglese. In quel di Londra Luka veste per quattro stagioni la gloriosa maglia del Tottenham diventando l’acquisto più costoso della storia del club fino a quel momento, con gli Spurs tante belle prestazioni ma pochi trofei. Il resto è storia recente, il passaggio al Real Madrid nel 2012 e una serie incredibile di successi con la maglia dei blancos tra cui 4 Champions League, 3 Supercoppe Europee e 3 Coppe Intercontinentali solo per citarne alcuni. Ma è nel 2018 che Modric vive, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’anno della sua definitiva consacrazione planetaria, portando praticamente per mano la sua Nazionale fino alla finale di Coppa del Mondo contro la Francia, persa poi per 1 a 4, mostrando di meritare il premio FIFA come miglior calciatore professionista al mondo del 2018 e appunto del Pallone d’oro 2018.
Chissà se l’uomo Luka, oggi marito di Vanja e padre di tre bambini, ripensa ogni tanto a quel gracile bambino che si manteneva a malapena in piedi che giocava a calcio in condizioni disagiate e di paura. E soprattutto, dopo aver coronato il suoi sogni grazie alla sua tenacia e al suo talento, chissà dove custodirà quel pallone che oggi, a distanza di quasi trent’anni, è diventato magicamente… d’oro.