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Presunto concittadino/«E dov´è Martina Franca?»

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

4
OTT
2013
A dir la verità tutto nasce per un errore di una testata giornalistica. Il giovane Ercole, il cui alter ego “facebookiano” è l”Ipocoana nera”, viene aggredito a Roma da due skinheads per via della sua omosessualità e, si legge, pare fosse di Martina Franca, addirittura diplomato al Tecnico Commerciale nel 1990 (secondo il profilo face book del giovane). Ovviamente chi scrive ha voluto chiamare di persona Ercole e, dopo varie peripezie e telefonate a vuoto, l’uomo dal nome epico e dalle terre natìe tutt’altro che riconducibili a qualche “Magna Grecia” limitrofa, sbigottito, ha risposto “ma scusi, Martina Franca è in Puglia, vero?”. Ovviamente ho riattaccato molto seccato. Mi spiace per lui. E mi scuso per il gesto ineducato. Ma questa debole faccenda ha fatto perdere molto tempo a tutti. E mi ha seccato ancor di più il pensiero politicamente corretto di gran parte della cittadina che si è legittimamente sdegnata per l’avvenimento (altrimenti sarebbe stato come sparare sulla croce rossa) ma si è dimenticata di accertarsi se l’”Ipocoana nera” fosse cresciuta tra i trulli, gli uliveti e le viti. Ma, ahinoi, la sua voce imbarazzata e pacata, esprimeva candidi interrogativi su cosa fosse questa “Franca Martina”. E , anzi, si crede che il tipo non abbia mai visto manco un trullo, né un “ciuppone” o un piatto di fave e cipolle in tutta la sua vita. Se ne stava bello ma tumefatto lì a Roma, ignaro di aver causato una caciara popolana, e veniva “spacciato” per un popolano. Perché infatti, “popolana” è quella tendenza, tipicamente locale, di dare adito alla propria voglia di “cosmopolitismo politico” corretto del pensiero dominante. Specie quando questo si amplifica a mo’ di cassa di risonanza con quell’infernale aggeggio inventato dall’imberbe Zuckerberg dieci anni fa.  
Dicevamo, alla “Franca Martina” piace molto dare visibilità alle proprie opinioni, specialmente quando sono “splendide” e da “anime belle” (W il politically correct!). Ma darle fondatezza è un lavoro che nessuno vuole accollarsi. E’ un po’ faticoso come lavoro. La contraddizione risiede nel fatto che su facebook ci si azzuffa per la minima cosa: per una deiezione del vicino a cui consegue il rumore molesto del suo sciacquone, o per una cacchetta di cane pestata per sbaglio (forse perché quando si cammina, così come quando si parla, la testa è altrove), o ancora per un cagnolino randagio – spesso descritto manco fosse il mitico Cerbero o qualche dragone infernale dalle cui narici fuoriesce zolfo, che non sognerebbe mai di mozzicarti il cxxo perché preferirebbe solo una ciotola -  fino a sfiorare un vero e proprio “wrestling virtuale”, dinanzi a questa “cittadinanza improbabile”, dove la muscolatura verbale si schiera di peso a favore dei diritti dei gay. 
Per carità: guai a non schierarsi a favore dei diritti dei gay! ma ogni tanto bisognerebbe schierarsi anche a favore del dovere di informarsi, prima di far partire comunicati. Prima di postare “vicinanza” a chi manco sa cos’è un “martinese” (me è bene che lo sappia?). Prima di dare fiato alle trombe, insomma. O di far “trombare i fiati”, per usare un sintagma pecoreccio che accomunerebbe il coito estatico a cui porta la visibilità “a tutti i costi” e il voler parlare comunque di qualcosa senza dotarsi delle opportune fonti, magari utilizzando la comunicazione  “facebokiana” per abbellire la propria immagine politica corretta. Non me ne vogliano quanti hanno sbagliato, in paese. Ma io almeno il fastidio di andare a beccare ‘sto Ercole me lo sono preso. E non faccio né il politico, né lo staffista, né l’addetto stampa di alcuna amministrazione. Ma vabbè. E’ finita ed è inutile ricamarci su. Anzi, ridiamo un po’. Anche perché siamo un po’ troppo seriosi e “franchi”.  
I fatti
È di qualche giorno fa la notizia che un certo Ercole, martinese a Roma, sia stato picchiato da due loschi figuri a “punizione” della sua omosessualità. La notizia è stata diffusa e ripresa senza troppo informarsi, scatenando dibattiti e indignazione e aizzando le penne del Sindaco e di qualche assessore, pronti a gridare solidarietà. In realtà, contattato dalla nostra redazione, Ercole ha confermato che non sa nemmeno dove si trovi Martina Franca. 
 


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