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MASSIMO LATORRE E SALVATORE GIRONE

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

17
GEN
2014
Il primo pensiero del nuovo anno non può non essere dedicato ai nostri ragazzi prigionieri da due anni in India. La situazione è così grottesca, ai limiti del surreale, che avrebbe potuto esaltare la fantasia creativa del genio del teatro dell’assurdo, Eugene Ionesco. Purtroppo però ci troviamo ancora una volta a commentare una tragica realtà che vede coinvolti due nostri militari in un intrigo internazionale che ha ben poco del romantico e dell’avventuroso che possiamo trovare nei libri di Ian Fleming. La situazione è molto più volgarmente in questi termini. Latorre e Girone, due Marò in missione per conto del governo italiano e su mandato internazionale, approvato ed avallato anche dalle autorità indiane, si trovavano in operazione di scorta su un nostro mercantile che viaggiava nelle acque internazionali al largo delle coste indiane, quando hanno, si presume, aperto il fuoco seguendo le procedure d’ingaggio previsto dalle norme internazionali contro un’imbarcazione che non si faceva identificare e che avrebbe potuto essere una nave pirata. Due marinai dell’imbarcazione indiana, si è saputo in seguito due pescatori, sono deceduti e le autorità indiane, con inganno e contravvenendo ad ogni regola internazionale che prevede la extraterritorialità di azioni compiute in acque internazionali, hanno condotto in un porto indiano il cargo italiano ed arrestato i due Marò. Viviamo tempi molto difficili, e per il nostro Paese lo sono ancora di più se possibile. Ma l’esatta statura e l’effettivo peso dell’Italia nel consesso internazionale è fotografata impietosamente dall’immobilismo e dalla incapacità dei nostri cialtroni uomini di governo non solo di riportare a casa i nostri militari, facendo rispettare così il diritto internazionale, ma rimanendo letteralmente imbelli di fronte alla possibilità che tra alcuni giorni, la Corte Suprema indiana deliberi per l’ammissibilità della condanna alla pena capitale per i nostri soldati. Ora il mio senso dell’amore di Patria è stato sempre piuttosto alto, ed ancora oggi nonostante tutto sento forte l’orgoglio della mia italianità, ma trovo assolutamente inaccettabile che un paese di un miliardo di persone possa mostrare impunemente i muscoli di cartapesta verso un Paese di sessanta milioni di abitanti. Non nascondo che, a prescindere da questi avvenimenti, gli indiani non mi sono mai piaciuti perché , come la storia ci ricorda, sono uomini infidi, falsi, traditori, pronti al sorriso ed alla coltellata alla schiena. Nella iconografia classica molto spesso la figura dei sicari è associata alla razza indiana. Ma al di là di ogni considerazione personale è intollerabile che il nostro Paese, faro di cultura, di civiltà giuridica e sociale, di grandi imprese e di grandi imprenditori, con altissimi livelli di know how, esportatore di cervelli e di professionalità in tutto il mondo debba essere tenuto in scacco da un paese dove ancora il grado di civilizzazione è allo stato tribale. Una prova per tutte è il livello di considerazione che in India hanno nei confronti del genere femminile: considerati esseri inferiori, da vendere, da considerare come merce di scambio per i commerci tra le famiglie, da violentare psicologicamente e fisicamente ed infine da uccidere impunemente. E noi dobbiamo continuare a restare in scacco di questo pigmeo nel rispetto dei diritti dell’uomo? Ma soprattutto ribelliamoci e facciamo sentire forte la nostra voce in difesa di due ragazzi che, come tutti gli altri militari che operano ogni giorno dell’anno in ogni angolo del mondo, rappresentano la nostra parte più sana. Riprendiamoci il nostro orgoglio e la nostra dignità.
 
 


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