A 57 anni dalla legge Merlin si torna a parlare dell’abolizione di una legge molto discussa e mentre sono al vaglio alcune proposte, è attivo un sito web molto particolare
Correva l’anno 1958 quando il 20 febbraio in Italia veniva approvata dal Parlamento la Legge n. 75 con 385 voti favorevoli e 115 voti contrari. Quella legge, che prese il nome della senatrice socialista Lina Merlin (1887-1979) che l’aveva promossa e che la firmò per prima, portò di fatto alla chiusura delle cosiddette “case chiuse” (o case di tolleranza, bordelli, case d’appuntamenti, casini, chiamatele come volete) per contrastare il fenomeno del favoreggiamento e dello sfruttamento della prostituzione. Furono 10 anni di dibattiti, di contrasti politici, sociali e cattolici dal 1948 in poi, fin dal primo disegno di legge. Una volta entrata in vigore portò alla chiusura di oltre 560 bordelli in tutta Italia in circa 7 mesi. Tuttavia il problema non è stato risolto, anzi, da allora le prostitute si sono riversate sulle strade favorendo la tratta delle donne gestita dalle associazioni a delinquere in una rete fitta e ramificata estesa in tutto il mondo all’interno della quale vengono schiavizzate e costrette a prostituirsi. Arresti, denunce ed espulsioni dal territorio italiano non si contano e qualche sindaco in Italia ha anche provato ad affrontare invano il problema con coraggiose iniziative. Per citare alcuni fatti di cronaca, appena due mesi fa a Martina Franca sono finiti in cinque a giudizio per favoreggiamento della prostituzione (quattro uomini italiani e una donna brasiliana) per un giro di prostituzione che sarebbe avvenuto in diverse abitazioni del centro storico e non. Alcuni mesi prima sono state arrestate due persone di nazionalità bulgara per favoreggiamento della prostituzione sulla SS100 nei pressi di Massafra e diversi altri arresti e denunce vengono eseguiti frequentemente in tutta Italia. E a Bari all’inizio del 2015 i Carabinieri hanno posto sotto sequestro quindici abitazioni sul lungomare a sud del capoluogo pugliese dove da tempo, donne di diverse nazionalità, esercitavano la prostituzione in pessime condizioni igienico-sanitarie. I quindici proprietari dovranno rispondere a vario titolo di diverse violazioni tra le quali quelle del favoreggiamento e dello sfruttamento della prostituzione.
Il mestiere più antico nel mondo
La prostituzione (dal latino prostituere-proporsi, esporsi al pubblico) si estende fin dalle civiltà più antiche. Appare infatti come professione su alcuni documenti sumeri del 2400 a.C in cui descrivevano i bordelli e ciò che accadeva al loro interno. Era diffusa in forma anche sacra nell’antica Grecia e nell’antica Roma, in Giappone, Cina e India e nella Sacra Bibbia si trovano testimonianze con racconti della vita di alcune donne del tempo: Tamar (libro della Genesi cap. 38), Rahab (libro di Giobbe). Gesù Cristo disse “In verità io vi dico, i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio” (Matteo 21.31) mostrando un atteggiamento di perdono nei loro confronti nella fede in Dio. La figura di Maria Maddalena (o di Magdala), vista come prostituta, fu appunto il simbolo della conversione a seguito del suo incontro con Cristo di cui fu una delle poche ad assistere alla crocifissione e resurrezione. A Babilonia, città della Mesopotamia antica, ogni donna doveva recarsi in uno dei tanti santuari presenti lungo il Tigri e l’Eufrate, detti anche “case del cielo” (poi fatti abbattere dall’imperatore Costantino nel IV secolo facendoli sostituire con chiese cristiane) e avere un rapporto sessuale con uno straniero come segno di ospitalità. Nell’Antica Grecia si trovano segni di prostituzione sia femminile sia maschile. Le prostitute venivano indicate con il termine greco “porné” da cui deriva il termine “pornografia” utilizzato oggi. Ogni prostituta era tenuta a pagare le tasse su ciò che guadagnava. Nel VI secolo a.C. Solone fece istituire il primo “casino” di Atene, i cui guadagni permisero di far costruire un maestoso tempio in onore di Afrodite Pandemos in qualità di patrona dei piaceri sessuali. Nell’antica Roma l’ordinamento giuridico romano dava disposizioni e regolamenti sulla prostituzione che era legale a tutti gli effetti tant’è che molti bordelli erano di proprietà statale e attiravano molti “visitatori”. Erano suddivise in “meretrix” (meretrice) quelle regolarmente registrate mentre tutte le altre venivano considerate genericamente appartenenti alla categoria delle “prostibulae” (dal latino prostituta). Spesso rappresentavano il bottino delle guerre, venivano catturate e schiavizzate, messe sul mercato degli schiavi per scopi sessuali e in alcuni casi venivano anche utilizzate per scopi religiosi in eventi dedicati all’amore. Nel Medioevo la prostituzione veniva tollerata (anche in contesti urbani) perché teneva lontani situazioni e problemi ritenuti più gravi come stupro, masturbazione e sodomia eccetto dalla Chiesa che invece non tollerava le attività delle prostitute. In alcuni paesi (prevalentemente nelle grandi città del Sud Europa, al contrario di quelle del Nord più “liberale” in questo senso) si tollerava a patto che si praticasse al di là dei contesti cittadini dove venivano predisposte aree (come i bordelli) e strade per permettere lo svolgimento di tali attività sessuali che si diffusero poi anche durante le Crociate. In Asia nel VII secolo il profeta islamico Maometto vietò la prostituzione considerandola un peccato grave, ciononostante gli harem dei signori arabi erano pieni di donne provenienti dall’Asia centrale, dall’Africa e dall’Europa. E mentre in India molte delle donne che avevano perso i loro re protettori venivano costrette a prostituirsi per continuare a sopravvivere per salvarsi dalla fame e dalla miseria, tra gli Aztechi (tra il XIV e XVI secolo) si diffusero i “Cihuacalli” (“Casa delle donne”: luoghi controllati dallo Stato) e in Giappone si diffondeva il fenomeno della prostituzione nei primi anni del XVII secolo. A causa della diffusione in tutta Europa della sifilide scoppiata a Napoli alla fine del 1400 e di altre malattie sessualmente connesse, all’inizio del XVI secolo vennero messi al bando i bordelli. Nel 1700 la comparsa dei primi preservativi realizzati con intestino di mucca ricucito (in realtà viene testimoniata la loro esistenza già dagli Egizi fin dal 1500 a.C. grazie ad alcuni disegni che ritraggono un preservativo). E’ del 1640 però il più vecchio preservativo trovato (a Dudley Castle in Inghilterra). Nel 1800 molte delle donne che posavano per la realizzazione di opere d’arte (disegno, scultura, dipinto, incisione, musica e scrittura) erano prostitute. Karl Marx (1818-1883), filosofo, economista, storico, sociologo e giornalista tedesco, fu uno dei più grandi comunisti sostenitori dell’abolizione della prostituzione perché riteneva che avrebbe consentito di superare il capitalismo. Friedrich Engels considerava il matrimonio stesso come una forma di prostituzione. La prostituzione ha resistito anche ai diversi tentativi di repressione dei governi comunisti anche dopo la fine della Guerra Fredda (1945-1991) e anche nella Repubblica popolare cinese dov’è tuttora illegale ma presente. Anzi, il crollo dell’Unione Sovietica ha provocato l’aumento del fenomeno nei paesi ex-comunisti caduti in crisi economica. Nella fine del 1900 si diffonde quello che viene chiamato “turismo sessuale” definito dall’Organizzazione Mondiale del Turismo come “viaggi organizzati dagli operatori del settore turistico, o da esterni che usano le proprie strutture e reti, con l'intento primario di far intraprendere ai turisti una relazione sessuale a sfondo commerciale con i residenti del luogo di destinazione”. Sempre alla fine del ‘900 sono state emanate leggi che puniscono il cliente e non la prostituta con il divieto di acquisto di servizi sessuali. Pioniera di questo modello è stata la Svezia che nel 1999 ha adottato tale sistema che punisce chi “acquista/usufruisce” del “servizio”. La Svezia è stata poi seguita da Norvegia e Islanda nel 2009.
Prestazioni segnalate
Da alcuni anni nel web, grazie al sito Doxyspotting (www.doxyspotting.com/map) è presente un sistema di mappatura delle prostitute presenti sul territorio mondiale che, utilizzando l’ormai noto Google Street View, segnala, con tanto di fotografie, prostitute e luoghi dove viene praticata la prostituzione creando di fatto un archivio (o forse sarebbe meglio dire un indice) mondiale accessibile a tutti (è tutto vero, provare per credere!). Al momento lo stesso sito conta 16321 segnalazioni di prostitute in tutto il mondo, dato in sempre in aggiornamento in quanto si arricchisce continuamente di segnalazioni grazie al contributo degli iscritti che inviano le coordinate dei posti rilevate tramite Google Street View che mostra anche le foto di posti e prostitute con viso oscurato (la legge sulla tutela della privacy obbliga da anni Google a oscurare i volti di tutte le persone sulle foto scattate da Street View).
Cosa dice la legge
Il Rapporto Italia 2015 dell’Eurispes evidenzia che il 65% degli italiani si dichiarano favorevoli alla legalizzazione della prostituzione. In Italia si è tornati a discuterne perché i numeri parlano chiaro: un giro di affari di 5 miliardi, 9 milioni di clienti e un centinaio di migliaia di prostitute troppo spesso minorenni, italiane, africane e dell’Est Europa. Tra le proposte di abrogazione o modifica della legge Merlin negli ultimi anni c’è quella più recente che si rifà al modello svedese che è stata presentata il 1° luglio 2014 dall’onorevole Gian Luigi Gigli, deputato del Gruppo per l’Italia, come primo firmatario (affiancato poi da Sberna, Dellai, Fitzgerald Nissoli, Binetti, Santerini, Buttiglione e Fauttilli). La Proposta di legge è stata assegnata alla II Commissione Giustizia il 17 settembre 2014. Secondo i deputati proponenti, la riapertura delle case chiuse non solo non risolverebbe il problema ma aumenterebbe addirittura la tratta degli esseri umani. I dati di un recente studio pubblicato sul Michigan Journal of International Law danno ragione al modello svedese. Infatti in Svezia in 13 anni il numero delle prostitute fino al 2008 è sceso da 3mila a 300 di strada e a 350, tra donne e uomini, che esercitano tramite annunci in rete. La Svezia conta un decimo delle prostitute della Danimarca pur vantando quasi il doppio della popolazione. In 13 anni, nello stesso periodo, il numero di uomini che riferisce di essere andato con le prostitute è sceso di quasi 5 punti percentuali nel 2008. D’iniziativa invece dei senatori Maria Spilabotte, Fedeli, Lo Giudice, Sollo e Cirinnà, è stato proposto il 10 dicembre 2013 un Disegno di legge riguardo alla regolamentazione del fenomeno della prostituzione che è stato calendarizzato in Senato nella commissioni Affari Costituzionali e Giustizia l’11 febbraio 2014. Se ne sta parlando su giornali e tv in questi giorni sebbene il Disegno sia stato presentato, come detto, quasi un anno e mezzo fa. Nella relazione inviata unitamente al Disegno di legge i senatori sottolineano l’importanza che ha avuto a suo tempo la legge Merlin che considerano un passo avanti fondamentale per il rispetto dei diritti delle donne, per l’emancipazione e per la parità ma non ha segnato, come auspicava Merlin, la fine dalla prostituzione sebbene abbia rappresentato fino a oggi un punto fermo nel contrasto dello sfruttamento legalizzato delle donne. L’aumento del numero delle prostitute straniere sul territorio italiano in modo illegale, l’aumento dei rischi per la salute e l’aumento della presenza della criminalità organizzata che gestisce una vera e propria tratta di persone, sono un motivo molto serio per mettere in atto nuovi strumenti per regolamentare la prostituzione. Staremo dunque a vedere gli sviluppi di un tema di cui si parla da troppo tempo che non ha finora prodotto risultati concreti.