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La settimana tarantina/La marcia, il caldo e le ultime pettole

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

5
FEB
2016
Sempre in primo piano il caso della Soprintendenza archeologica, ma le tengono buona compagnia le scolaresche con i loro problemi, la Candelora, la proverbistica capovolta, l’allarme insetti, il telefono impazzito e il Carnevale che “impazza” nei suoi ultimi giorni
 
La natura, a furia di convivere con la follia degli uomini, sta finendo per produrre anche essa delle stranezze. Vediamo, ad esempio, i tre ultimi giorni di gennaio, detti “della Merla”, perché dovrebbero essere i più freddi dell’inverno. Ebbene, in Puglia, lo abbiamo vissuto all’ombra, si fa per dire, di ben 18 gradi, tanto che gli stessi grottagliesi che il 31 scorso si aspettavano un freddo da neve per rispettare il detto popolare che recita “Santu Giru, varva bianca”, l’equivalente della presenza della neve, stanno pensando di aggiornare dal prossimo anno la loro proverbistica. Non rinunciano, però, e fanno bene, alla pira, o falò, e ai fuochi d’artificio.
Le temperature fuori stagione di questi giorni hanno fatto ripiombare le città industriali nel problema dell’inquinamento atmosferico e si sta pensando di ritornare a bloccare il traffico veicolare o a farlo circolare a targhe alterne.
Taranto nei giorni scorsi è scesa in piazza per gridare la sua rabbia contro il decreto di Franceschini che cancella la storica sede della Sovrintendenza archeologica tarantina del 1907 a beneficio della “pluridecorata” Lecce, mentre lo storico e meraviglioso chiostro di San  Domenico, sede attuale della Soprintendenza, andrebbe ad “arricchire” il Polo museale del capoluogo pugliese, abituato a fare man bassa di tutto e di tutti.
E’ stato prodotto un documento portato all’attenzione delle massime autorità cittadine, sono stati sollecitati i parlamentari ionici (continuano a dichiararsi ignari di quanto sta per accadere) compresa la senatrice pidiessina Anna Finocchiaro che  venne a Taranto soltanto per fare incetta di voti per essere eletta senatrice e poi, come diciamo dalle nostre parti: “Chi si è visto si è visto…!”.
C’è stato anche chi ha pensato di chiedere alla Corte dei Conti di non registrare il provvedimento di Franceschini. Non sappiamo per quale motivo la stessa dovrebbe opporsi e quale effetto potrà sortire la protesta dei circa duemila tarantini scesi in piazza sabato scorso. 
Un effetto, invece, l’ha prodotto la trovata degli alunni del Liceo Artistico “Calò” (già “Lisippo”) di Taranto, in  cerca di sede, che hanno inscenato, per le strade cittadine, un funerale con tanto di bara e manifesti funebri. Qualche anziano, che non conosceva il problema, ha pensato ad una sfilata di Carnevale anticipata. Le temperature, quasi primaverili, dei giorni scorsi hanno fatto rientrare lo sciopero degli studenti tarantini che si potrebbe risvegliare se si dovesse ripresentare il freddo lasciando le aule senza riscaldamento, come già accaduto, e anche questo fatto è molto strano perché Taranto, circondata da petrolio, petroliere e raffinerie, non trova poi il metano per riscaldare le gelide aule scolastiche. E poi si dice che “il metano ti dà una mano”. 
Archiviata anche la festa della Candelora, il cui proverbio dice che “dell’inverno siamo fora, ma se piove o tira vento, dell’inverno siamo dentro”. Ebbene, non c’è stato vento e nemmeno pioggia, ma non si illudessero gli ottimisti perché alla data del 21 marzo, quella ufficiale per l’inizio della Primavera, mancano dalla Candelora 45 giorni.
I cristiani hanno disfatto proprio il giorno della Candelora il presepe e i tradizionalisti hanno mangiato per l’ultima volta le pettole cantando nelle Chiese a Gesù Bambino. Hanno portato a  casa anche la candela che, per tradizione, viene collocata al capezzale del letto matrimoniale e che si accenderà in caso di temporale per allontanare lo stesso o per allontanare la morte dal letto di un moribondo.
Dite ciò che volete di questi giorni strani dal punto di vista delle temperature, sta di fatto che andando nelle campagne lo sguardo si ferma compiaciuto sugli alberi di mandorlo, di pesco o di mimosa già in fiore.
I comuni pugliesi interessati dalle trivellazioni dei fondali marini alla ricerca del petrolio sono di nuovo sul piede di guerra. Ma la vogliamo smettere con queste trivellazioni lasciando in pace insieme ai fondali marini anche la stessa fauna e flora che ne paga poi le disastrose conseguenze?
Crescono le speranze perché entro 4-5 anni Taranto possa disporre finalmente del grande Ospedale “San Cataldo” con 19 sale operatorie, 60 ambulatori, 28 sale per la diagnostica e 715 posti letto. 
Allarme insetti e topi nel mondo, a Roma e a Taranto. Nel mondo  cresce la paura per la diffusione del virus Zika della zanzara tigre, a Roma è allarme topi, se ne contano 6 milioni,  due per ogni abitante, invece nel quartiere tarantino di Paolo VI c’è allarme per la processionaria.
Tempi duri per coloro che fino ad oggi anche nel primo pomeriggio e dopo le 21 telefonavano nelle case dei cittadini proponendo tariffe agevolate telefoniche ed elettriche. Finalmente il Garante ha disciplinato questa attività commerciale: non si potrà più telefonare nelle fasce orarie sopra indicate e soprattutto coloro che dispongono del proprio numero telefonico sull’elenco degli abbonati potranno inoltrare domanda per non ricevere affatto alcuna telefonata di tale genere.
E, dulcis in fundo, c’è il Carnevale massafrese e putignanese, ma anche quello meno nobile dei nostri paesi e delle nostre città, pronto a regalarci spensieratezza e allegria.
Insomma, “chi vuol esser lieto sia, del diman non vi è certezza”. 
Meditate gente, meditate e soprattutto divertitevi in questi ultimi cinque giorni di Carnevale.
 


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