Questa settimana abbiamo deciso di scrivere non il solito almanacco fatto di notizie buone e meno buone, ma di prestare la voce al cittadino comune che in casa o per strada commenta quanto sta accadendo nella nostra città, tra atti di vandalismo, elezioni e (poche) buone nuove
Oggi, sarà per pressapochismo o per fretta o per altro, sta di fatto che si cerca di fare “di tutta l’erba un fascio” finendo per non evidenziare in maniera adeguata i colpevoli ma anche sottacendo i meritevoli che hanno motivo non di vergognarsi ma di essere elogiati.
Taranto, ce lo insegna e ce lo ricorda la storia, è stata sempre crocevia di popoli che, nel bene o nel male, qualcosa hanno lasciato alla cultura della nostra città.
Venendo a tempi più vicini ai nostri non possiamo dimenticare che Taranto fu “invasa” nel senso buono dell’espressione da operai napoletani nel momento in cui si decise di costruire l’Arsenale Marittimo Militare.
Questi, poi, si fermarono in pianta stabile in città, si integrarono e finirono per diventare cittadini tarantini a tutti gli effetti.
Stesso fenomeno si ripropose oltre mezzo secolo fa con l’avvento dell’Italsider e dell’industria pesante. Il fenomeno determinò la creazione di un nuovo quartiere e di altri ancora in periferia e che nell’accezione comune vengono frettolosamente definiti come ghetti.
Fatta questa premessa mi sembra che sia opportuno distinguere, almeno nel nostro ambito cittadino, i tarantini con vere radici tradizionali e che chiamiamo “cataldiani” da altri che, a tutti gli effetti da più decenni, hanno il riconoscimento giuridico e civile di “cittadini tarantini”.
E’ a questo punto che si determina la confusione per cui si sentenzia con facilità: “Tarantini, vergognatevi!”.
Ma chi si deve vergognare e perché si dovrebbe vergognare?
Come ogni azione umana o, come si suol dire, “la medaglia ha una doppia faccia, per cui se c’è chi si dovrebbe vergognare, c’è anche chi dovrebbe essere elogiato ed è schivo da tali sentimenti.
Questa lunga premessa ci immette in ciò di cui gli autori, e soltanto loro, dovrebbero vergognarsi. Il riferimento è chiaro, e al raid notturno ad opera di minori, già individuati dalle Forze dell’Ordine, che per una bravata hanno distrutto l’edificio scolastico “Pirandello” del quartiere Paolo VI.
La città, indignata, ha risposto compatta scendendo per le strade e invocando maggiore controllo per un quartiere che da tempo ne avrebbe bisogno.
Ciò che fa rabbia è che questi “bulli” hanno operato la distruzione vestiti col panciotto e con la giacca, come dire “adesso ci sfoghiamo e poi ci andiamo a divertire”.
L’attenta dirigente scolastica Antonella Caforio ha allertato le istituzioni ed ecco che in maniera molto significativa a settembre, in coincidenza con l’apertura ufficiale dell’anno scolastico, il Presidente della Repubblica Mattarella sarà alla Pirandello come per dire a quei poveri giovani sciagurati che lo “Stato” non cede di fronte a nessun tipo di provocazione.
A distanza di poche ore altro grave fatto si è verificato di fronte all’Istituto Pacinotti dove i soliti ignoti hanno abbattuto la stele commemorativa per i Carabinieri martiri di Nassyria.
Anche qui la reazione è stata immediata e l’Amministrazione comunale ha rimesso su il monumento abbattuto. Allora è chiaro che sono i valori ad essere messi sotto accusa e soprattutto coloro che hanno il compito di non distruggerli ma di inculcarli nelle coscienze dei giovani. Così si devono vergognare coloro che predicano la cancellazione dei valori, ma tra questi certamente non i bravi studenti tarantini del Liceo Aristosseno che hanno vinto il mondiale di lingua francese. Eppure la scuola pugliese sembra abbia avuto uno scossone all’indomani di notizie, tutte da accertare, secondo le quali, molti giovani impegnati nel progetto scuola-lavoro, sarebbero stati utilizzati per compiti che nulla avrebbero da vedere con le finalità del progetto di alternanza scuola-lavoro.
Come si vede c’è da vergognarsi, certamente, ma si devono individuare i colpevoli, come anche c’è da elogiare tanta gente che nel volontariato e nell’anonimato fa tanto bene a chi ne ha realmente bisogno.
Nei giorni scorsi ha fatto visita, alla sua amata città natale, il noto cardiochirurgo pediatrico Pietro Abbruzzese, conosciuto in tutto il mondo per aver sottratto alla morte migliaia di bambini di tutto il mondo; soltanto i tarantini da lui operati sono stati 1500 di cui 500 bambini.
E’ un esempio eccelso da additare perché questo grande cardiochirurgo sessantasettenne continua a girare il mondo, ma non lo fa né per avere riconoscimenti professionali e nemmeno a scopo di lucro, lo fa per missione e per amore verso i bambini che ogni volta che lui deve operare gli producono emozioni come se si trattasse della prima volta.
Abbiamo scelto di parlare, sia pur brevemente, del prof. Abbruzzese sia per il suo lato umanitario verso il mondo indifeso dei bambini, ma anche perché ogni volta che viene nella sua amata città di Taranto non risparmia elogi e ne parla bene in tutto il mondo, per cui il nostro plauso e ringrazia mentova a quest’uomo che non disdegna di volare da un capo all’altro del mondo, di piegarsi sui bimbi malati delle zone africane e non, più povero è il Paese che lo richiede, più grande è il suo slancio.
Ma è anche amabile “ambasciatore” di Taranto nel mondo, cosa che dovrebbero fare non pochi tarantini che ne hanno la possibilità, ma che si sottraggono.
L’ultima parte del nostro intervento settimanale non può non essere riservati ai “fulminati dalla politica”. Soltanto il 13 maggio sapremo cosa troveremo sulla scheda elettorale in cabina, ma, dati alla mano, possiamo dire che saranno ben 14 i candidati sindaco per un solo posto e ben 1500 i candidati a consigliere comunale per soli 35 posti.
Questi ultimi dati potrebbero essere smentiti dai giochi delle ultime ore convincendo questo o quel candidato sindaco più debole a fare un passo indietro per agevolare il candidato più carismatico.
Se ciò dovesse accadere si finirà per aggiungere confusione a confusione.
E già, perché non bastavano le spaccature all’interno delle varie coalizioni, ci volevano anche queste “trovate”.
E se questa non è “Babilonia”, diteci, cari lettori, come diversamente potremmo chiamarla?
Allora, in maniera decisa, questa volta, ribadiamo che dovranno “vergognarsi” tutti coloro che, pur di conquistare un posto a Palazzo di Città avranno nuovamente, o meglio, avrebbero nuovamente pensato di prendere in giro gli elettori.
Per fortuna l’elettore tarantino non ama più coprirsi gli occhi con la classica “fetta di prosciutto”, è diventato accorto perché sa bene quello che vuole e come ottenerlo.
Dovrebbero essere ben altri a vergognarsi!