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AERONAUTICA MILITARE/ SOS DISPERSI IN MARE

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

14
SET
2017

Le operazioni e l’addestramento nelle acque del Mar Jonio, sono simbolo dell’apertura dell’Aeronautica Militare alla società civile, per la quale opera, da oggi non più nell’ombra, 365 giorni l’anno

Lo scorso mercoledì 6 settembre, presso il Centro di Sopravvivenza dell’Aeronautica Militare di Torre Castelluccia a Marina di Pulsano (TA), si è svolta un’esercitazione di soccorso in mare, che prevedeva il recupero degli equipaggi di volo, mediante l’ausilio dell’elicottero HH-139A, quest’ultimo appartenente alla suddetta arma. La meravigliosa e soleggiata mattinata e un mare calmo e azzurro hanno funto da splendida cornice, durante le varie operazioni militari.
L’obiettivo della giornata di addestramento, organizzata in modo professionale ed esemplare dal Tenente Colonnello Luigi Serra della SVTAM (Scuola Volontari di Truppa dell’Aeronautica Militare), delegato dal Comandante, il Colonnello Fabio Dezi, è stato quello di consolidare la preparazione del personale navigante, simulando alcuni interventi di soccorso, in caso di incidente aereo in ambiente marino e di eiezione dal velivolo.
L’esercitazione si è svolta con la partecipazione congiunta di vari reparti dell’Aeronautica Militare, che hanno operato in maniera sinergica. La SVTAM è intervenuta attivamente, garantendo il necessario supporto tecnico-logistico, assieme all’84° Centro C/SAR (Combat Search and Rescue), d’istanza al 36° Stormo di Gioia del Colle, e al 61° Stormo di Galatina. Le operazioni si sono svolte in collaborazione con la Capitaneria di Porto di Taranto, che ha posto in sicurezza lo specchio d’acqua interessato alle operazioni.
Ho avuto l’onore di incontrare e chiacchierare sia con il Colonnello Fabio Dezi, dal 2 agosto scorso nuovo Comandante della SVTAM, che con il Tenente Colonnello Giuseppe Musumeci, Direttore dell’Esercitazione e Capo Ufficio Sicurezza Volo del 61° Stormo di Galatina.
L’addestramento, svoltosi in presenza dei bagnanti, che dal litorale tarantino hanno assistito con interesse alle varie operazioni, ha rappresentato un momento di particolare importanza sia per il personale degli equipaggi coinvolti, che per l’intera collettività. L’Arma Aeronautica prosegue il percorso di apertura alla popolazione civile, rendendola partecipe, nella fattispecie, delle procedure di recupero e soccorso dei dispersi in mare.
L’A.M. non svolge solo compiti istituzionali ma, anche, mansioni che garantiscono la ricerca e il soccorso degli equipaggi di volo, sia militari che civili, in difficoltà. Inoltre provvede al recupero dei dispersi in mare o in montagna e al trasporto sanitario d’urgenza di ammalati in pericolo di vita e di traumatizzati gravi. L’elicottero HH-139A impiegato per l’esercitazione, difatti, proviene dalla base di Gioia del Colle ed è equipaggiato proprio per l’assistenza di degenti in condizioni critiche o per prestare il primo soccorso a coloro i quali vengono recuperati con ferite o traumi seri.
Per comprendere bene in cosa consistesse l’esercitazione, è stato importante ascoltare dalla viva voce del Colonnello Dezi e del Tenente Colonnello Musumeci le precise delucidazioni, fornite sia sugli aspetti organizzativi, che su quelli tecnici delle varie operazioni. Hanno chiarito perfettamente gli obiettivi e l’utilità di questo esercizio ma, soprattutto, hanno trasmesso anche a noi profani quei sentimenti di eccitazione e di orgoglio per la missione di vita che hanno scelto di compiere. L’adrenalina prima dell’esercitazione, preceduta dal canonico “Briefing”, è stata alle stelle, assieme all’entusiasmo per una attività programmata da tempo, che in quella stupenda giornata settembrina di fine estate, avrebbe raggiunto il suo compimento, giacché l’ultima si era svolta sei anni orsono.  

Un’esercitazione che si svolge solo una volta ogni sei anni, quanto tempo di preparazione richiede da parte dei vari reparti dell’Aeronautica Militare?
Col. AAran Fabio Dezi: "Esiste una fase di pianificazione, con la relativa approvazione, eseguita annualmente, per la quale si richiedono determinate attività esercitative, su alcune località del territorio nazionale. Generalmente, le sedi di svolgimento sono i Centri di Sopravvivenza, situati a mare.
Successivamente si passa alla fase di predisposizione dell’esercitazione e, in questo caso, i tecnici, nella fattispecie i naviganti, cominciano a progettare nel dettaglio tutte le operazioni che si devono svolgere, la maniera in cui eseguirle, la quantità di risorse da impiegare, il livello di addestramento necessario, noto quello di partenza, e si individuano, di conseguenza, i vari profili da coinvolgere".

Ten. Col. Giuseppe Musumeci: "La programmazione annuale viene scissa in quattro fasi trimestrali, a seconda anche delle stagioni, richiedendo nel dettaglio la necessità di elicotteri, di equipaggi per i briefing e per la ricezione dei messaggi di sopravvivenza. Tutto questo personale viene addestrato ad affrontare quello che avverrà in seguito.
La preparazione in modo particolareggiato avviene, orientativamente, a partire da un mese e mezzo prima dell’esercitazione. Si definiscono i giorni, gli orari, anche in funzione del clima e della disponibilità dell’elicottero. Quest’ultimo viene impiegato, oltre che per la parte esercitativa, anche per quella operativa, sia in area che fuori area. Quindi quando ci viene comunicata la disponibilità per l‘uso dell’elicottero, noi programmiamo l’esercitazione".

In quale periodo dell’anno, preferibilmente, si svolge la fase operativa?
Ten. Col. Giuseppe Musumeci: "Normalmente si approfitta del periodo estivo, da fine maggio a fine settembre, impiegando le località alle quali accennava in precedenza il Colonnello Fabio Dezi.
In inverno, in genere, il numero di esercitazioni diminuisce, riducendosi a due, al massimo quattro. In questo modo si sondano tutte le stagioni, giacché l’elicottero viene impiegato tutti i giorni dell’anno, utilizzando le diverse ore della giornata. Quindi l’esercitazione non si svolge solo nelle ore diurne e in condizioni di mare calmo, come accadrà oggi, ma anche di notte, magari con temporali e temperatura dell’acqua più bassa, insomma in condizioni più critiche".

Intuisco, dunque, che durante la pianificazione contempliate anche l’eventualità di condizioni climatiche avverse.  
Ten. Col. Giuseppe Musumeci: "L’esercitazione, in quanto tale, tende ad essere più leggera rispetto all’attività operativa. Ovviamente bisogna prepararsi all’eventualità di intervenire, così come è accaduto per la Normal Atlantic, nel mese di Dicembre, in una giornata di temporale, con mare Forza 5; i ragazzi, infatti, sono addestrati ad affrontare anche queste condizioni".

Come è strutturato l’addestramento e, conseguentemente, l’esercitazione?
Ten. Col. Giuseppe Musumeci: "E’ suddiviso in varie fasi: quello di oggi è il livello base, soprattutto per gli aereosoccorritori. Successivamente, con altri corsi organizzati, sia per questi ultimi che per gli equipaggi naviganti, si sale via via, giungendo a livelli differenti, che contemplano condizioni climatiche sfavorevoli, di notte, nel periodo invernale e in mare aperto, piuttosto che a ridosso della spiaggia. Si procede passo dopo passo, sino a giungere alla situazione alla quale accennavo prima, durante il salvataggio della Normal Atlantic, con mare Forza 5 e in inverno".

Col. AAran Fabio Dezi: "L’addestramento serve per due tipologie di militari e di persone: sia per i piloti, che vengono preparati a comportarsi in modo adeguato in caso di incidente aereo, sia per gli aereosoccorritori, che si trovano generalmente ad operare in condizioni particolari. Quando gli altri aerei e le navi non escono, loro sono in volo, perché c’è necessità di prestare soccorso sia al personale in aria che a quello in mare, in gravi difficoltà. Nell’esempio già menzionato, avvenuto nel 2014, quando tutti gli aerei erano a terra e le navi non riuscivano ad avvicinarsi al traghetto, gli unici in grado di prestare soccorso sono stati gli aereosoccorritori. Questo è il motivo per il quale, questi ultimi, devono essere addestrati gradualmente ad operare in condizioni critiche ed estreme".

Nello specifico, l’esercitazione che si svolgerà oggi, in cosa consisterà?        
Ten. Col. Giuseppe Musumeci: "Quello di oggi è il livello base dell’addestramento ed è destinato ai piloti, in una fase intermedia del conseguimento del brevetto militare, ci sono due ragazzi italiani e tre kwaitiani, e agli equipaggi di volo, sottufficiali che volano con particolari mansioni.
Tutti coloro che sono interessati all’esercitazione, verranno portati al largo da battellini monoposto e accenderanno dei fumogeni per rendersi visibili all’elicottero. Quest’ultimo percorrerà un circuito particolare in funzione del vento, per individuare l’equipaggio da prelevare, e poi un altro circuito per effettuare il prelevamento. Normalmente non ci si limita a realizzare un solo recupero, oggi, ad esempio, ne effettueremo otto, due alla volta, in modo che sia un addestramento incrociato, che valga sia per il gruppo di Combat Search and Rescue (C/SAR), che per l’equipaggio di volo".

Da dove viene coordinata l’esercitazione?
Col. AAran Fabio Dezi: "Viene coordinata in loco, anche perché in caso di emergenza la situazione viene gestita sul luogo".

Con quale cadenza vengono effettuate queste operazioni di addestramento?
Col. AAran Fabio Dezi: "Non ricordo con precisione a quanto tempo fa risalga l’ultima esercitazione, mi sembra sei anni orsono. Comunque, a partire da oggi e per l’immediato futuro, abbiamo ripreso una certa progettualità, che ci porterà a ritmi più serrati".

Il mare di Pulsano, durante lo svolgimento dell’esercitazione, sembrava il set di un film d’azione, anche se le condizioni climatiche erano estremamente favorevoli e poco avventurose. Visti da lontano, i piloti che venivano recuperati sembravano quasi dei fantocci e suscitava una strana sensazione la consapevolezza che fossero uomini in carne ed ossa.
Ovviamente la stima e l’ammirazione per coloro che scelgono di svolgere questo lavoro, che non è un mestiere qualsiasi, bensì una missione, si accresce sempre più. E’ meravigliosa l’apertura che l’Aeronautica sta manifestando verso la popolazione civile, almeno per le operazioni non coperte dal segreto militare.
Questa mattinata è stata molto importante, non solo militarmente e per la collettività, ma anche sotto il profilo personale. Ho trascorso la mia infanzia ad immaginare cosa fossero le esercitazioni, all’epoca tutte coperte dal segreto militare; sapevo solo che le detestavo, perché allontanavano mio padre da casa per tanti giorni. Oggi posso asserire che, dopo aver assistito a questo spettacolo, ho trasformato questo sentimento in amore per l’Arma Aeronautica, poiché lavora per aiutare la popolazione civile, e in orgoglio giacché sono figlia di chi, come il Colonnello Dezi e il Tenente Colonnello Musumeci, ha servito la patria per una vita e ha garantito alla collettività una esistenza tranquilla, nella quale regna la pace.
Credo che rimarrà scolpita nella mia mente la stupenda immagine dell’elicottero HH-139A che, avvicinandosi al palco, dal quale gli ufficiali dell’Aeronautica Militare avevano assistito all’intera esercitazione, ha mimato un inchino e, riprendendo quota, si è allontanato verso l’orizzonte.



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