Un giovane nigeriano è coinvolto nell'uccisione di una ragazza il cui corpo sezionato è stato rinvenuto in due valigie. Pochi giorni dopo un neonazista italiano decide di fare giustizia sparando sulla folla e ferendo sei immigrati. Intanto c'è chi ha incentrato la propria campagna elettorale su episodi come questi
Non smetteremo mai di ripeterlo: gli uomini sono socialmente divisibili solo in funzione della loro attitudine a fare del bene ai propri simili, alla comunità, all’ambiente, all’intero pianeta o a nuocere. Le altre distinzioni sono costrutti asociali. La razza negli uomini non esiste e, solo per finalità scientifiche o statistiche, è ammissibile considerare le etnie quali aggregazioni umane fondate sulla comunità o sulla forte affinità di caratteri fisico-somatici, culturali, linguistici e storico-sociali. Comunque sia il pensiero espresso, le distinzioni, quale strumento d’inclusione o esclusione sociale, non trovano giustificazione scientifica in nessuna teoria riconosciuta valida. I pregiudizi sono immotivabili specie se espressi fra simili. Il razzismo ne è la forma più distorta e, spesso, si accompagna a fobie generate dalla mancanza di conoscenza e dall’assenza di confronto. La mattina del 3 febbraio scorso è stato emesso un comunicato dal sito istituzionale del Comune di Macerata: “Il sindaco Romano Carancini invita i cittadini a rimanere chiusi nelle case, nei luoghi di lavoro e nelle scuole a causa di una situazione di pericolo che si è venuta a creare in città dovuta a un uomo armato che sta girando per Macerata. Quindi per ragioni di sicurezza tutti gli studenti resteranno a scuola e gli autobus del servizio trasporto pubblico fermi.” Quell’uomo armato è Luca Traini, originario di Tolentino, di 28 anni. Testa rasata, marchiata da un simbolo nazista, lo stesso adottato dal gruppo neofascista Terza posizione. Traini vive con la nonna dopo essere stato cacciato di casa da sua madre. Traini vive di espedienti, ha una passione per la palestra, non ha studiato e vive ai limiti della società come tanti altri suoi coetanei che non hanno una precisa collocazione nella vita. Al contrario del suo aspetto sfrontato e sicuro è un instabile che si è identificato nei movimenti politici Casapound e Forza Nuova acquisendone le dottrine. Orgoglioso del suo stato, è affetto da disagi mentali “border line” dall’infanzia. Eppure, anche con tali premesse, Traini deteneva regolarmente una pistola Glock calibro 9, tanto valida per esercitare il tiro sportivo quanto per uccidere. Ed è proprio quella pistola che gli ha permesso di portare a termine i suoi insani progetti: per Luca Traini la causa dei problemi che attanagliano il Paese deriva dagli immigrati accolti sul territorio nazionale che, quindi, devono essere soppressi. A questo pensiero distorto si è aggiunta la rabbia verso Innocent Oseghale, sospettato dell’uccisione di Pamela Mastropietro, una diciottenne romana, e di averne sezionato e occultato il corpo. È per questo che, armato e in assetto paramilitare, ha percorso a bordo della sua automobile le strade di Macerata in cerca di uomini e donne di colore cui non ha esitato a sparare. Le vittime ignare si sono accasciate al suolo senza neppure comprenderne il motivo. Jennifer Otiotio, 25 anni, nigeriana, Gideon Azeke, 25 anni, nigeriano, Wilson Kofi, 20 anni, ghanese, Mahmadou Touré, 28 anni, maliano, Festus Omagbon, 32 anni, nigeriano, Omar Fadera, 23 anni, gambiano, sono i feriti dai proiettili di Luca Traini che avrebbe proseguito la sua assurda epurazione se non fosse stato intercettato dalle Forze dell’Ordine. Fortunatamente, nessuna vittima appare a rischio di perdere la vita anche se tutte dovranno essere sottoposte a cure mediche o interventi chirurgici per ristabilire le loro condizioni fisiche. Luca Traini ha pensato di sostituirsi al sistema giudiziario e alle istituzioni risolvendo autonomamente le problematiche dell’Italia e, specificatamente, l’immigrazione e la criminalità. Traini è divenuto un pericoloso criminale per il percorso di vita che ha intrapreso quale militante neonazista attraverso la frequentazione di corpuscoli di estrema destra ancora, incomprensibilmente, presenti sul territorio. Poche idee e molto confuse confluite nella sua adesione alla Lega per la quale si era perfino candidato come consigliere comunale a Corridonia, senza ricevere alcun consenso. Ed è proprio nelle esternazioni contro gli immigrati, come quelle del leghista Matteo Salvini, che Luca Traini ha individuato le giuste motivazioni per il suo gesto. All’atto dell’arresto, il giovane si è liberato del giubbotto che indossava per poi avvolgersi nel tricolore italiano, da sempre disconosciuto dalla Lega, salire sui gradini del Monumento ai Caduti di Piazza della Vittoria e fare il saluto romano. Durante l’arresto ha dichiarato di essere l’autore del gesto confermandolo agli inquirenti e affermando di non essere pentito. Il gesto di un folle? È escludibile considerando che Traini deteneva un regolare porto d’armi per uso sportivo subordinato al rilascio di un certificato per l’accertamento delle condizioni psichiche. Le ragioni, piuttosto, sono ascrivibili alla facile assoggettabilità di alcuni individui a recepire i messaggi di odio trasmessi dai leader di alcuni partiti e movimenti politici che acquisiscono consensi facendo leva sul malessere e le emergenze sociali. Le continue istigazioni all’odio e alla rabbia profuse da Matteo Salvini ne sono la conferma. Questa è una grande responsabilità politica che può sortire lo stesso effetto della propaganda adottata per l’arruolamento all’Isis. Non a caso, il gesto di Luca Traini è molto simile agli atti terroristici ordinati dal Califfato Islamico. Nella sua stanza sono stati rinvenuti simboli nazisti oltre a una copia del Mein Kampf. Il problema, evidentemente, non è il possesso del Mein Kampf, che se è letto oggettivamente conferma la follia nazista, ma che quel testo fosse l’unico presente oltre ad essere intonso. Maturare una convinzione è un percorso imprescindibile dalla conoscenza. Diversamente è possibile fidarsi passivamente senza, però, possedere contenuti e rischiando, quindi, di divenire uno strumento. L’esempio rappresentativo è la leggenda metropolitana delle “scie chimiche” che nasconderebbero significati segreti, indurrebbero mutazioni e sortirebbero condizionamenti. Questa è una teoria complottista poi cavalcata anche da un movimento politico italiano. La reinterpretazione del vapore acqueo generato dagli scarichi ha contribuito a convincere ingenui e stolti verso un pensiero politico molto più ampio. Allo stesso modo, non è possibile imputare alla popolazione di un intero continente le responsabilità di azioni criminali commesse individualmente. Se un immigrato delinque, non si può pensare che tutti gli immigrati siano criminali per necessità così come afferma Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia. Nell’attuale instabilità in cui versa l’Italia, il malcontento è ampiamente diffuso e trovare consensi fra chi vive nelle peggiori condizioni, è semplice ma dannoso esattamente come negare lapalissiane emergenze che colpiscono la popolazione. Infondere l’odio fornisce gli stessi risultati del voler convincere il popolo che i problemi sociali sono superati o facilmente superabili attraverso la fiducia, così come si può rilevare dalle parole dei leader di centrosinistra. La risposta ai quesiti non può risiedere solo nelle parole di un proprio simile, che sia un politico o un religioso, ma deve derivare solo dalla cultura collettiva, dalla scienza e dalla storia dei popoli. L’equazione immigrazione=criminalità o l’idea di un’invasione straniera, sono facilmente confutabili attraverso i dati come quelli della Fondazione ISMU - Iniziative e Studi sulla Multietnicità o quello del Ministero degli Interni. I dati rilasciati da Eurostat, ad esempio, dimostrano come a una maggiore presenza di stranieri sul territorio non corrisponda un aumento dei crimini che, al contrario, sono scesi rispetto a Francia, Germania e Regno Unito. Chi delinque proviene da fasce sociali povere e relegate a settori marginali della società, qualunque ne sia la provenienza. Se ospitare i rifugiati politici e gli immigrati è un dovere sancito e morale, abbandonarli a condividere il destino degli emarginati già presenti sul territorio, come in questo momento accade, è un atto incosciente, immorale e inumano. Gli immigrati in Italia con regolare permesso di soggiorno sono 491mila mentre gli irregolari sono l’8,2% degli stranieri sul territorio nazionale. Non è certo a loro che si possano impure i fallimenti incancrenitisi nel nostro paese.
Rimandiamo alla frase di Giacomo Matteotti chi difende le idee degli individui come Luca Traini e il suo gesto: “Il fascismo non è un’opinione, è un crimine” così come e comunque venga chiamato, qualsiasi cosa nuoccia ai propri simili, alla comunità, all’ambiente, all’intero pianeta.