Ai grillini non piacciono le poltrone (degli altri) tanto che si sono aggiudicati un presidente della Camera, un questore, due vice presidenti e quattro segretari di presidenza attraverso meccanismi che in passato non hanno esitato a definire sporchi
Sono volgari questi discorsi di cadreghe per i Pentastar tanto che di quella da Premier non vogliono nemmeno sentir parlare: deve andare a Luigi Di Maio punto e basta. E fa nulla se fino al 4 marzo hanno insistito sull’importanza dei programmi definendoli prioritari rispetto agli incarichi perché nel frattempo, sempre secondo la loro visione, dieci milioni di cittadini li hanno votati chiedendo che governassero. Inutile spiegare che i votanti sono stati quasi trentatré milioni perché tanto Boncompagni Casaleggio ha mormorato il testo e loro, le Ambra Angiolini del 2018, lo recitano senza esitazioni. I pentastellati se ne fottono e vanno dritti per la loro strada lastricata di meschinerie, piccole ipocrisie a uso e consumo dei qualunquisti e masaniellate anti-casta buone per i loro elettori assetati di odio sociale.
Un eventuale ricalcolo contributivo dei vitalizi maturati in tutte le legislature precedenti porterebbe a un risparmio pari a circa lo 0,002 per cento della spesa sociale dello Stato (senza la sanità)? Con tale cifra si potrebbero aumentare le pensioni inferiori a 750 euro al mese di 48 centesimi di euro/mese? Non importa, diamo in pasto alla piazza i “politici privilegiati”, una suggestione che la casalinga di Voghera non andrà mai a verificare con i numeri alla mano, incazzata com’è con i potenti.
E magari impalchiamo anche un giovanotto alquanto dimesso alla presidenza della Camera, uno che, se la Casta provasse a definirlo senza né arte né parte, i grillini non te la perdonerebbero facendo passare la considerazione per un’offesa a tutti i giovani italiani che non hanno la possibilità di fare un percorso di crescita perché la classe dirigente corrotta ha rubato loro il futuro.
Noi crediamo che il nostro presidente della Camera (che somiglia a Frate Giuseppe Cionfoli in maniera impressionante) il futuro se lo sia incasinato da solo con un percorso ad alto rischio disoccupazione culminato con una tesi dal titolo “Identità sociale e linguistica della musica neomelodica napoletana”. E che volevi fare dopo, il Ceo della Fca? Ma intanto fa del pauperismo peloso facendosi fotografare in una posa minimal intento a raggiungere la Camera dei deputati in autobus da bravo cittadino comune, come se nessuno avesse visto quanto ha speso di taxi nella precedente legislatura. Ma neanche questo sarà verificato dalla casalinga di Voghera che superficialmente vedrà una profonda differenza tra “Frate Cionfoli” che prende il bus con la barba incolta e i satanassi suoi predecessori in auto blu.
Peccato che oltre al minimalismo di maniera ci sia poca ciccia e che costoro stiano facendo di tutto per non governare ponendo condizioni inaccettabili così da non doversi sporcare le mani e dimostrare che sono delle pippe clamorose (come tutti gli altri del resto). Perché l’impressione è che Di Maio e soci non ci pensino proprio a governare perché altrimenti finirebbe la loro purezza ariana, finirebbe la cuccagna barricadera e sarebbero costretti a passare dalla denuncia alla proposta, dal ditino alzato contro gli altri alla paura di scontentare il popolo della Rete che si aspetta di dettare la linea dalla cameretta di casa avendo sul conto il sussidio di cittadinanza in una sorta di Governo del televoto manco fossimo a X Factor.
Sarà dura per Sergio Mattarella trovare una maggioranza con i grullini che faranno la ammuina nell’intento di non sporcarsi le mani, strenuamente abbarbicati alla loro posizione di comodo che dall’opposizione consentirà loro di continuare a vendere fumo misto a qualunquismo forti dell’alibi di chi avrebbe voluto tanto governare ma non c’erano le condizioni. E sarebbe anche bello se il presidente Mattarella facesse le consultazioni in streaming per mostrare al popolo del web che Di Maio in pubblico porge il petto ai nemici e alle istanze della “ggente” mentre in privato di fronte alle responsabilità si scansa come gli avversari della Juventus. Ma se è vero ciò che afferma Pino Pisicchio e cioè che ci sarebbero 58 “cani sciolti” in Parlamento pronti a cambiare gli equilibri numerici nelle due Camere, l’incubo di dover essere interrogato svanirà presto e lo scolaretto Di Maio potrà tornare a fare la morale agli altri con il suo fiocco ben allacciato.
In caso contrario, la giustificazione è pronta: professor Mattarella mi è morto Rousseau e non posso proprio venire a governare.