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IL GRANDE FRATELLO

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

25
APR
2014
Nei giorni scorsi abbiamo celebrato i riti della Pasqua e, come accade ormai da molti anni, il sacro ed il profano si sono mescolati in un connubio tanto innaturale quanto blasfemo. E non parlo di chi, agnostico o ateo o comunque non credente, vede nella ricorrenza unicamente un’occasione di svago e di festa, legittima, quanto dei milioni di cristiani e cattolici che hanno smarrito il senso vero e spirituale del messaggio di Cristo, morto sulla croce e poi risorto, ha voluto lasciare all’umanità. Passiamo, con superficiale indigenza morale, dalla Via Crucis del venerdì all’Angelus domenicale del Papa attraverso le sollecitazioni consumistiche di pranzi e cene luculliane e gite fuori porta che sviliscono giornate che dovrebbero essere consacrate alla riflessione ed alla meditazione. Questo processo di laicizzazione di una ricorrenza che dovrebbe invece restare gelosamente custodita nella coscienza religiosa di un popolo, il popolo dei credenti, è uno dei tanti segni inquietanti che ci indicano come sia in atto una volontà di ostracismo rispetto al bisogno di spiritualità che alberga in noi. Passa sopra le nostre teste un preciso disegno di imporre un materialismo che elimini la linfa spirituale che alimenta l’uomo da sempre. È di pochi giorni fa, se ancora vi fosse la necessità di acquisire prove ulteriori alla mia riflessione, la notizia che la Corte Europea dei Diritti Umani ha condannato l’Italia perché consente di impartire il battesimo ai nostri neonati. Per la Corte Europea il battesimo è una violenza compiuta nei confronti di un bambino, indifeso e “giuridicamente incapace”. Il battesimo lede la libertà di coscienza del neonato e si configura come una vera e propria violenza nei suoi confronti. La Corte, secondo la Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle liberà fondamentali, si è così espressa giudicando il ricorso di una madre italiana avverso la condanna inflittale da un tribunale italiano. La donna era stata condannata per minacce ed abbandono del tetto coniugale in opposizione al marito che intendeva far battezzare il loro bambino. Nella sentenza della Corte Europea si legge “l’Italia permettendo il battesimo dei neonati, viola l’art. 9 della Convenzione in combinato con l’art. 14, in quanto i neonati non sono ancora in grado di intendere e di volere o emettere un atto personale e cosciente e, nella fattispecie, sono obbligati a far parte di una associazione religiosa per tutta la vita.” A seguito di questa sentenza si aprono scenari molto più ampi che hanno come prossimo obiettivo dichiarato la configurazione di un reato di “violenza religiosa sui minori”. Il mio profondo disagio e, se permettete, la mia profonda indignazione per questa sentenza, che provo come cristiano, passa in secondo ordine rispetto ad un quesito che la stessa pone dirompente: che fine farà la Patria Potestà? Secondo la logica della Corte Europea non dovremmo più fare figli perché il nascituro non può esprimere chiaramente la sua volontà di venire al mondo. E quando si tratterà di mandare i nostri figli a scuola non potremo farlo perché i bambini non hanno la facoltà di decidere in coscienza se volere un’istruzione oppure no. In questo caso si configurerebbe il reato di “violenza scolastica sui minori”? Questa è l’Europa che vogliamo? Questa è l’Europa che stiamo costruendo? Non mi piace, non è l’Europa in cui voglio vivere o far vivere mio figlio. Ciò che George Orwell aveva pronosticato per il mondo già nel lontano 1949, sta diventando realtà sotto i nostri occhi e rispetto a questo siamo apparentemente impotenti. Chi vuole vivere all’ombra del grande fratello?
 


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