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MI ARRENDO, INCONDIZIONATAMENTE!

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

23
GEN
2015
“Ahi serva Italia, di dolore ostello,/nave senza nocchiere in gran tempesta,/non donna di province, ma bordello!” (Dante – Purgatorio, canto VI).
 
9 luglio 1978 Sandro Pertini; 3 luglio 1985 Francesco Cossiga; 28 maggio 1992 Oscar Luigi Scalfaro; 18 maggio 1999 Carlo Azeglio Ciampi; 15 maggio 2006 Giorgio Napolitano. È del tutto evidente, al colto e all’inclita, quanto rapida sia stata la parabola discendente della più alta carica dello Stato nei trentasette anni trascorsi dal suo punto più alto, Sandro Pertini. Uomini di parte, quasi mai super partes, che non hanno mai rappresentato l’intera Nazione ma solo una parte di essa, a mio avviso la peggiore, certamente quella minoritaria nel sentire popolare. Oggi siamo nuovamente alle prese con il tragicomico rituale che precede l’elezione del prossimo Capo dello Stato. In perfetta coerenza etica ed intellettuale, i propositi di voltare pagina per arrivare alla nomina di un uomo non divisivo, di una personalità di alto profilo civile ed istituzionale, vera sintesi delle anime della Nazione, si sono materializzate nei nomi dei candidati in pectore. Chi sono? La rosa è degna del miglior “tragico Fantozzi”. In ordine di preferenze: Giuliano Amato, Romano Prodi, Anna Finocchiaro, Pierferdinando Casini, Walter Veltroni. Outsider Pietro Grasso e Laura Boldrini. Un magnifico, rutilante caravan serraglio di personaggi che, a vario titolo e con minori o maggiori responsabilità, hanno contribuito all’eutanasia di questo nostro misero Paese. Siccome noi Italiani siamo un popolo dalla memoria corta, mi permetto di riesumare brevi cenni biografici di alcuni dei nostri “magnifici sette”. Giuliano Amato, il Dottor Sottile, politico di lungo corso, deputato dall’83, amico e consigliere economico di Bettino Craxi nonché suo ministro nei governi presieduti, non si fa scrupolo di tradirlo quando nel ’92 scoppia la tempesta di Tangentopoli. Per questo tradimento verrà ricompensato con la Presidenza del Consiglio che si fa ricordare per la finanziaria lacrime e sangue di 93 mila miliardi di lire e il prelievo forzoso del 6 per mille da tutti i conti correnti dei cittadini. Il Professor Romano Prodi, l’uomo del destino della sinistra riformista italiana, uomo con tanti scheletri nell’armadio. Vicenda della vendita, o della svendita, della SME; caso Cirio-Bertolli-De Rica; Nomisma e le consulenze pubbliche; affaire Telekom Serbia; dossier Mitrokhin; e chi più ne ha più ne metta. Dimenticavo che gli dobbiamo un ringraziamento particolare per il disastro Euro nel quale ci ha precipitati. Finocchiaro, Casini e Veltroni, per la loro inconsistenza politica meriterebbero a mala pena una breve nota a margine nella storia patria recente, e invece si trovano a correre per la prima carica dello Stato. Di fronte a questa nuova nefandezza della nostra politica, un vero e proprio scempio del rispetto che si deve ai cittadini di questa nazione, non so voi, ma io mi arrendo definitivamente. E anche incondizionatamente!
 


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