Per la profonda disistima che ho degli USA e di chi li governa, non mi sono molto appassionato alle vicende che hanno portato all’elezione americana ma ora, a bocce ferme, mi piace dire un paio di cose. Questa mattina, tra i post che ho letto, ho trovato una delicata citazione da “Alice nel paese delle meraviglie” della mia carissima amica (questo almeno è il mio sentimento) Rosa Colucci, direttore di Extra Magazine per il quale ho avuto il privilegio di scrivere per quattro anni, che recita “Andate a dormire, cari, finché non arriva l´estate di nuovo.” Conoscendo l’anima profondamente “liberal” di Rosa penso di aver capito la metafora. Ma il mio animo “cialtrone” l’ha interpretata in questo modo: dopo il deprimente autunno obamiano, andiamo a dormire sereni perchè inevitabilmente, dopo l’inverno trumpiano, arriverà una nuova primavera e, soprattutto, una nuova estate. E’ possibile anche se, sempre per la disistima nei confronti del gigante nordamericano, non lo credo possibile.
Ricordo, innanzi tutto a me stesso, che se la primavera e l’estate sono ricchi di fiori e di frutti opulenti, tutto lo si deve al rigido e grigio inverno che li ha nutriti e protetti. Per l’età che ho, ricordo perfettamente tutto il vomito di ingiurie e sberleffi riversato su Ronald Regan quando ebbe l’ardire di candidarsi alla Casa Bianca. Il rozzo cow-boy, il mediocre attore hollywoodiano che aveva osato sfidare l’establishment e che si rivelò essere poi il miglior Presidente Usa dell’ultimo secolo (JFK compreso). La storia si è ripetuta per Trump: auguro agli americani che l’uomo che hanno eletto sia migliore di come è stato dipinto. Prepariamoci a vivere un cambio epocale, a vivere un mondo, almeno in occidente, nel quale i popoli si riapproprieranno del loro destino. La diga si è rotta con la Brexit e l’esondazione continua con l’elezione di Trump, aspettando l’esito del referendum italiano, le elezioni presidenziali austriache, quelle francesi e tedesche ed il referendum olandese che darà il colpo di grazia alla pagliacciata, durata fin troppo a lungo, dell’UE e della moneta unica. Τα πάντα ρει, così come le stagioni.