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Incompatibilità gialloverdi / "Obiettivo sensibile" di Vito Massimano

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

6
MAG
2019

Giuseppe Conte da avvocato degli italiani si è trasformato in pubblico ministero. Con piglio giustizialista pretende di cacciare dal Governo Armando Siri sulla scorta di un procedimento non ancora passato in giudicato creando un precedente in base al quale la stessa esistenza di un Esecutivo sia condizionabile da un atto giudiziario senza che le indagini abbiano condotto ad una condanna tombale.
Secondo il giurista Conte, se domani le procure si svegliassero e inviassero avvisi di garanzia a buona parte dei componenti del Governo italiano, ciò potrebbe determinarne la caduta. Bella concezione di garantismo quella dell’avvocato degli italiani che per giunta trova molte analogie con gli avvisi di garanzia che era solito collezionare Silvio Berlusconi a ridosso di tornate elettorali o appuntamenti internazionali importanti.
Che i Pentastar siano una costola della sinistra – come del resto affermato da D’Alema in tempi non sospetti – pare lo abbiano capito in molti tanto che in queste ore, stranamente e fatalmente in queste ore, parrebbero aprirsi nuovi filoni riguardanti Siri e vertenti sull’acquisto di una palazzina a Bresso.
L'inchiesta nascerebbe dalle anticipazioni di una puntata di Report. Lupus in fabula, dal Palazzo di Giustizia sono ghiotti divoratori della nota trasmissione e solerti nelle conseguenti indagini. Poi magari Siri sarà colpevole su tutti i fronti ma non lo si può defenestrare adesso sulla scorta di niente.
Ma nonostante ciò, noi siamo ancora convinti che si tratti di un fuoco di paglia elettorale: per riconquistare i delusi, i capetti grillini giocano a fare i forcaioli facendo leva su quel senso di vendetta che da sempre ha gonfiato di bile il fegato dell ‘elettorato  di riferimento.
Il quale elettorato, giova ricordarlo, è un coacervo di frustrati che si sentono esclusi dal giro che conta e quindi nutrono cieco rancore, di ex popolani del popolo viola che reputano la sinistra troppo poco forcaiola o di sbarbatelli idealisti che devono ancora capire come gira il mondo e che non tutto è come sembra.
Quale discorso migliore se non quello del “gombloddo” simil mafioso per tentare una chiamata alle armi di ciò che rimane del popolo a cinque stelle cadenti.
Se inoltre i Cinquestelle fossero convinti di ciò che affermano e non si trattasse di strumentalizzazioni, Di Maio e soci correrebbero subito a sfiduciare Virginia Raggi che in procura qualche pendenza ce l’ha (siamo sicuri che per il Sindaco si risolverà tutto nel migliore dei modi).
E invece no, Virginia Raggi rimane al suo posto e Armando Siri deve andare via con disonore.
Infine, se è vero ciò che dice il Fatto Quotidiano (e che il diretto interessato smentisce minacciando querele) e cioè che Siri avesse pendenze giudiziarie già all’atto della sua nomina (Travaglio lo avrebbe definito bancarottiere), come mai i giustizialisti senza macchia e senza peccato non ne hanno bloccato l’ingresso a Palazzo Chigi all’atto della formazione del Governo? Come mai hanno tirato fuori le fedine penali solo adesso?
Fuoco di paglia insomma, cannoneggiamenti a salve che cesseranno ben presto ma che dovrebbero far capire a Matteo Salvini con che razza di individui ha sperato di cambiare il Paese. Ragion per cui farebbe bene a girare i tacchi quanto prima.



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