La pagina di questa settimana è la dimostrazione che la lettura da atto solitario può trasformarsi in esperienza condivisa. Infatti, la rubrica questa volta si è avvalsa della preziosa consulenza di Giuseppe Girimonti Greco e di Lorenza Di Lella, traduttori letterari e redattori della collana “Gli eccentrici” (Edizioni Arcoiris), diretta da Loris Tassi e dedita principalmente alla pubblicazione di letteratura latinoamericana, sia classica che contemporanea. Le visioni degli autori che proponiamo potranno allargare gli orizzonti letterari dei lettori con suggestioni intense.
NELLA ZONA PROIBITA
“L’artificio è la chiave e la cifra della scrittura letteraria” è il sesto punto dello Statuto poetico che precede il romanzo breve dello scrittore messicano Eduardo Ramos Izquierdo, dal titolo “Nella zona proibita”, tradotto da Giulia Pinchetti. Protagonista della vicenda è Lino, investigatore disperato a cui è stato affidato l’incarico di trovare una persona che ha diverse cose in comune con il suo cliente: stesso fisico stessa data di nascita, stesse iniziali di nome e cognome, stessa professione, stesso modo di vestire, stessi gusti di cucina. Il tema dunque è quello del doppio, pertanto il confronto con la tradizione letteraria e cinematografica è inevitabile. In questo romanzo breve che si legge a sorsate il detective creato da Eduardo Ramos-Izquierdo dovrà risolvere un caso surreale con contorni noir: la ricerca non di un doppio ma di molti doppi, con un percorso labirintico, al tempo stesso psicologico e geografico, negli strati della personalità e in due realtà distinte e contrapposte: Parigi e Città del Messico. La “zona proibita” dunque altro non è che la metafora dell’irrazionalità, dell’inspiegabilità che caratterizza l’esistenza umana; zona di confronto e frantumazione dell’io, zona della resa che ci porta ad accettare di non essere unici, che negli altri che incontriamo inevitabilmente c’è una parte di noi. Incontrare l’altro e con esso quella parte di noi che ignoravamo di possedere fino a quell’incontro, equivale a ricostruire quello splendido intreccio esistenziale che prende il nome di relazione. Un romanzo che, com’è stato scritto, si presta poco alle etichette, dove “il surreale e il poliziesco si fondono elegantemente in una sorta di giallo fantastico.”
Nato a Città del Messico Eduardo Ramos Izquierdo attualmente risiede a Parigi dove insegna alla Sorbona.
.
ISTANTANEE D’INQUIETUDINE
Tradotte in inglese e francese, le opere di Norberto Luis Romero sono dei veri oggetti di culto e l’autore senz’altro uno dei più brillanti autori di racconti brevi che ci abbia dato la lingua spagnola negli ultimi tempi. Erede della tradizione di Cortázar e Borges, le sue pagine, attraverso uno stile denso, danno vita ad un universo popolato di ossessioni che catturano immediatamente il lettore. “Istantanee d’inquietudine” sono dieci racconti molto veloci, dieci istanti di vita, tradotti da Dajana Morelli che afferma che in queste storie “scopriamo paure nascoste, paure sepolte, ma familiari […] che ci mettono faccia a faccia con ciò che solitamente resta in ombra”. Si tratta di folgorazioni, di frammenti, di istantanee di vita nelle quali il lettore si trova immerso improvvisamente. Non c’è introduzione né conclusione nelle vicende narrate: da esse si esce spiazzati con tantissime domande e pochissime risposte certe. Da qui “l’inquietudine” del titolo.
Questo l’incipit del racconto “Diario del Tassidermista”: “Giovedì. Ci risiamo: la mamma l’ha fatto di nuovo. Come al solito abbiamo discusso e come sempre le mie forze si sono subito esaurite, e l’ha avuta vinta lei. Adesso ne abbiamo uno in più, come se gli altri non bastassero; una bocca in più da sfamare, un altro di cui occuparsi e, soprattutto, da sopportare. Marisa, credo che si chiami.”
Norberto Luis Romero originario di Cordova (Argentina), risiede in Spagna dal 1975. Nel 1983 ha pubblicato il primo di libro di racconti,Transgresiones e nel 1995 il premiato Canción de cuna para una mosca doméstica. Nel 1996 esce El momento del unicornio, il suo libro di racconti più noto, ristampato nel 2009. Tra i suoi romanzi ricordiamo Signos de descomposición , La noche del Zeppelín , Islas de sirenas, Ceremonia de máscaras , Bajo el signo de Aries, Emma Roulotte, es usted. Di recente uscita è il suo ultimo romanzo Tierra de bárbaros (2011).
LE OSSA
Le ossa, titolo originario “La bolsa de huesos” è probabilmente il primo romanzo poliziesco argentino; l’autore, Eduardo L. Holmberg, che nell’introduzione alla prima edizione, pubblicata nel 1986, definisce “giocattolo poliziesco”contamina la letteratura con la frenologia e la Psicopatologia, affrontando temi come il travestitismo, che per quegli anni rappresentavano un’assoluta novità. L’importanza attribuita alla logica deduttiva fa di Holmberg un precursore di opere come L’indagine di Saer (Belén Gache). “La bolsa de huesos” lo scorso anno è arrivato in Italia tradotto da Agnese Guerra per la collana “Gli Eccentrici” (Edizioni Arcoiris), diretta da Loris Tassi il quale, proprio a proposito de “Le ossa” sottolinea che “il romanzo poliziesco argentino e, in particolare, quello di Holmberg, anticipa la tesi di Borges secondo il quale gli scrittori latinoamericani possono adoperare <<tutti i temi europei, senza superstizioni, con un’irriverenza che può avere, e ha già, conseguenze fortunate.>>”
Il protagonista, scienziato e intellettuale, si ritrova tra le mani delle ossa umane, di cui ignora la provenienza. Con l’aiuto di un frenologo scoprirà che gli scheletri ai quali manca, simmetricamente, la quarta costola, appartenevano a due uomini della stessa età, di indole e carattere diversi. In poche pagine si sviluppa l’indagine a colpi d’istinto dello scienziato che intende proseguire le ricerche in autonomia. Lo scienziato-scrittore è infatti mosso sì dal desiderio di arrivare alla soluzione del mistero, ma soprattutto dalla volontà di scrivere un romanzo ispirato alla vicenda dei due scheletri. Si innesca così un meccanismo metaletterario in cui il personaggio e lo scrittore si sovrappongono, sollecitando ancora una volta la curiosità del lettore nei confronti di chi scrive.
L’originalità del romanzo risiede nel personaggio del protagonista il cui obiettivo non è quello di scoprire un delinquente ma di risolvere un problema. In altre parole: alla ricerca di carattere poliziesco si intreccia l’intento letterario.