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Scuola/ ECCO PERCHÉ UN´ECONOMIA DELLA BIBLIOTECA

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

1
GIU
2017

Un’Alternanza Scuola Lavoro innovativa ed interdisciplinare che riguarda aspetti fondamentali dell’analisi, della valutazione e del management dei servizi bibliotecari. Un'esperienza raccontata dai protagonisti: gli studenti del "Da Vinci" di Martina Franca

La sete e la fame mentale per i libri e per l'informazione, quando prendono forma, se non sono immediatamente soddisfatte si esauriscono. I tempi della lettura sono spesso di breve durata, possono essere sfruttati solo in quello specifico momento.
L’economia della biblioteca non è una nuova disciplina, ma un campo di temi, proposte, metodi e pratiche a evidente caratterizzazione interdisciplinare; un campo di questioni su cui la biblioteconomia interroga se stessa, mobilita le proprie risorse disciplinari e professionali, sapendo di aver bisogno dell’aiuto di altre conoscenze e competenze, attinenti a economia della cultura, politiche pubbliche, management, marketing culturale e territoriale, fund raising e così via. Ecco che sui temi di economia della biblioteca si sono confrontati, presso la biblioteca comunale di Martina Franca, i 21 alunni, frequentanti la classe 3^ A, indirizzo Amministrazione Finanza e Marketing, dell’IISS “Leonardo da Vinci” di Martina Franca, durante le 50 ore di attività pratica previste nel progetto di Alternanza Scuola Lavoro. L’economia della cultura è una disciplina giovane. Nasce nel secondo Novecento, anche se vanta precedenti illustri nell’economia classica, come Smith, Ricardo, Marshall e Keynes. È una disciplina che ha attraversato diverse fasi, ha progressivamente conquistato margini di autonomia e pertinenza scientifica, ha allargato i propri interessi e affinato i propri strumenti di analisi, applicandoli: alla produzione e al mercato dei beni artistici, alle caratteristiche dei consumi culturali, ai risvolti economici dei beni e dei servizi culturali, alle politiche economiche in campo culturale, fino alle implicazioni socio-economiche derivanti dall’attività delle industrie culturali e delle industrie creative. Gli studenti, nelle vesti di bibliotecari e biblioteconomi, sotto la guida attenta e puntuale della Sig.ra Giuseppina Basile, in qualità di tutor, nominata dal dirigente alla cultura dott.ssa Caterina Navach, hanno prestato adeguata attenzione a filoni di studio, di ricerca di catalogazione, di gestione, nonché alle politiche di tutela e valorizzazione del patrimonio documentario. La conclusione di questa positiva esperienza formativa, vissuta dagli alunni, è racchiusa nel concetto di capitale culturale di David Throsby, una delle voci più autorevoli in questo campo, definendolo “un bene capitale che incorpora, preserva e fornisce valore culturale in aggiunta a qualunque valore economico esso possieda”.



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