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Le tradizioni di Santa Cecilia e le musiche della Marina: la festa della città di Taranto

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

16
NOV
2020

Cecilia, nome derivante dal greco Caecili, apparteneva a una nobile famiglia romana convertita al cristianesimo.

Durante le sue nozze con il nobile pagano Valeriano cantava le sue lodi al Signore:Cantantibus organis, Cecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat dicens: fiat Domine cor meum et corpus meum inmaculatum ut non confundar " (Mentre suonavano gli strumenti musicali, la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, declamando: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa").

Il marito Valeriano, convertito al cristianesimo dall’esempio della moglie, venne arrestato e fu decapitato per non aver rinunciato alla fede cristiana. Fu proclamato Santo anche lui.

Cecilia, ben presto venne arrestata e condotta alla pena del rogo ma dopo un giorno il fuoco non ebbe alcun effetto e la pena venne tramutata con la decapitazione. Dopo tre sferrati colpi del boia Cecilia non morì, rimase agonizzante per tre giorni e dopo la sua morte venne sepolta insieme alle tombe dei vescovi presso le catacombe di San Callisto, e Papa Urbano I consacrò la sua casa romana in Trastevere trasformandola in una Chiesa. Le sue spoglie furono traslate nel ‘821 e collocate presso la Basilica di Santa Cecilia in Roma. Intorno al 1599, durante i lavori di restauro della Basilica, venne ritrovato un sarcofago contenente il corpo incorrotto di Cecilia e il cardinale Sfrondati commissionò al Maderno la realizzazione di una statua che riproducesse fedelmente l’aspetto del corpo ritrovato con la testa inclinata (causa la decapitazione) e le tre dita della mano destra indicanti il segno della Trinità. L’attribuzione a Patrona della musica risulta incerta ma già nel XV secolo la Santa veniva raffigurata in quadri di famosi autori, dipinta con un piccolo organo portativo collocato al suo fianco, indicando le sue odi consacrate e cantate al Signore in quei terribili momenti della tortura e della decapitazione.

L’antica Città di Taranto, nelle sue millenarie costumanze, racchiude particolari tradizioni legate al 22 novembre, ricorrenza liturgica della martire Cecilia.

Essenzialmente in questo giorno si ricorda la discesa dei primi pastori zampognari, che per omaggiare la Santa, eseguivano proprio a Taranto in questo giorno i loro tipici canti con l’uso di zampogne, ciaramelle e pifferi. Questi trovavano gratificazione dal popolo tarantino con un povero ma nutriente impasto di farina, chiamato” Pettola ” la quale, fritta nell’olio riscaldava e nutriva ma nel contempo raffigurava e consolidava un gesto di amore e gratitudine.

Verso la metà del 1800 la tradizione fu arricchita grazie alla nascita della prima banda municipale, che nelle prime ore dell’alba del 22 novembre, iniziò a svegliare la città con la prima pastorale scritta dall’allora direttore maestro Giovanni Ippolito. A oggi la tradizione non si è mai interrotta e il dolce suono delle Bande Musicali Cittadine nelle prime ore dell’alba, avvolge l’intera città al dolce suono delle pastorali che richiamano, anche se in forma diversa, le antiche melodie dei pastori.

Le bande cittadine attraversano gli stretti vicoli del borgo antico, saturo di odore di fritto delle pettole, servite calde al loro passaggio fino ai quartieri più lontani della città. Questa tradizione si è consolidata negli ultimi anni, quando alle 03,30 dopo aver eseguito la prima pastorale nel Duomo di San Cataldo e accompagnato la Statua nella chiesa di San Giuseppe, le Bande Cittadine iniziano a svolgere il tradizionale giro in tutta la Città, agevolati negli spostamenti dai mezzi urbani messi a disposizione dall’amministrazione comunale. L’intera popolazione rivive così ogni anno questa antica tradizione e non manca chi, svegliato dal suono delle belle melodie, si riversa per strada, si affaccia dai balconi e prepara le calde pettole da offrire e condividere al passaggio delle Bande.

E così che inizia il lungo natale tarantino ricco di fede, eventi e tradizioni.

Le Pastorali sono composizioni musicali che richiamano le antiche usanze dei pastori, della loro vita campestre, i loro sentimenti, la loro fede e le loro leggende.

Proprio ai pastori fu annunciata per primi la nascita di Gesù. Sono ricche di bellissime melodie che nascono dall’estro dei compositori e solitamente costituite da una musica contenente una metrica in sei ottavi, ricca di legature ed intrisi di motivetti natalizi che richiamano a volte i celebri canti di Sant’Alfonso Maria de ‘Liguori, ma devono la loro originalità all’insieme degli strumenti a fiato che con dolcezza riescono a creare delle sonorità uniche e solenni allo stesso tempo. Solo la città di Taranto  può vantare l’esistenza di un intero repertorio per banda di questo genere musicale dove si contano diverse Pastorali scritte in oltre 150 anni  a firma dei tanti Maestri del luogo, molti dei quali si sono avvicendati nella direzione delle bande cittadine: Giovanni Ippolito, Francesco De Benedictis, Francesco Battista, Gennaro Caggiano, Domenico Colucci, Giacomo Lacerenza, Corrado Minniti, Giovanni Bembo, Ezio Vernaglione, Vittorio Manente, Vincenzo Simonetti e Giuseppe Gregucci.

Quest’ultimo, attuale direttore della “Grande Orchestra di Fiati Santa Cecilia di Taranto”, oltre ad aver ricostruito e rielaborato l’intero repertorio musicale è stato il fautore dei festeggiamenti in onore della Santa in città vecchia, ed è riuscito insieme alla Parrocchia, a dare a questa ricorrenza la sua naturale collocazione.

Oggi anche la Processione e la Messa Solenne serale sono partecipatissime di fedeli e appassionati.

Nella Città di Taranto la festività di Santa Cecilia veniva anche festeggiata nell’ambito militare, attraverso i musicanti appartenenti alla Marina Militare.

Già dai tempi della Regia Marina le formazioni denominate” Musiche della Marina “ in occasione dei festeggiamenti della Santa Cecilia, eseguivano un piccolo omaggio musicale al popolo tarantino. Infatti presso il lungomare sul palco di legno (non più esistente), vicino al palazzo dell’Ammiragliato, la formazione musicale della Marina volgarmente chiamata Fanfara, in attesa di effettuare la cerimonia dell’ammaina bandiera, eseguiva un piccolo concerto di musica comprendente anche le famose pastorali. Subito dopo il dopoguerra la festività della patrona della musica nel mondo militare, veniva eseguita presso il Castello Aragonese, sede storica della Fanfara. Infatti veniva celebrata la Santa Messa nell’antica chiesetta e dopo la Fanfara effettuava un nutrito intrattenimento musicale nell’atrio del castello eseguendo le antiche pastorali, mentre gli addetti alla mensa distribuivano le pettole calde al personale presente e al personale di guardia.

Con la nascita del Corpo Musicale della Marina Militare nel 1964, la neo Banda Centrale eseguì molti concerti alla cittadinanza in occasione della festività, rafforzando sempre più il forte sodalizio culturale. Negli anni settanta con l’avvento delle nuove normative militari, il Maestro Direttore Vittorio Manente, con l’avvallo del Comando, dispensava l’intero personale musicante dal servizio di ammaina bandiera, eseguito dal trombettiere di servizio. Nella mattinava della festività tutto il personale musicante, in divisa assisteva alla Santa Messa, officiata solitamente dal Cappellano Militare alla presenza delle autorità militari e al termine doverosamente, presso le strutture del Circolo Marinai, in via di Palma veniva allestita una ricca tavolata di pettole calde accompagnata dal buon vino, offerta agli amici della musica.

Al termine il Maestro con il suo personale si recava fuori per il pranzo per festeggiare.

Un momento sacro che ristabiliva e consolidava il giusto valore di appartenenza alla famiglia musicale con le stellette, con la giusta forma mentis.

Un valore e una tradizione portata avanti tutt’oggi sotto l’insegna della dignità militare e del pieno rispetto verso la musica, da sempre protetta da Santa Cecilia.

Il 22 novembre in diretta streaming le Associazioni ,”Vittorio Manente e la storia della banda della Marina Militare e La grande Orchestra di fiati santa Cecilia Taranto “ invieranno un caro saluto all’intera collettività  musicale e alla cittadinanza tarantina.

Buona Festa di Santa Cecilia

 

Michele Fiorentino



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