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MAGGIE ANDERSON/È TUTTO UN GIOCO DI SGUARDI

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

3
AGO
2012

 

Sexy-star napoletana ma romana d’adozione, la biondona tutta eros e simpatia si racconta: «Riesco a eccitare il mio fidanzato anche quando sono in pigiama. Le mie espressioni non lasciano scampo»
 
Bionda, sexy, napoletana. Maggie Anderson viene dalla calda Campania, eppure ha scelto un nome d’arte tipicamente a stelle e strisce. Il suo vero nome non è ancora avvolto nel mistero, almeno per ora. Questioni di parentele importanti o chissà cosa, non ci è dato saperlo. Ma sinceramente, guardandola, le attenzioni non si focalizzano sul suo nome. Fisico scolpito nella roccia che non sembra temere affatto le intemperie dei giorni che passano, simpatia travolgente, erotismo idem. Ha il sole dentro. E’ ormai una romana d’adozione, decisamente acclamata in tutti i locali della Capitale e non solo. Il suo soprannome glielo “appioppò”, come dice Maggie, un certo Riccardo Schicchi. Semplicemente il maestro dell’hard italiano, non uno di poco conto. Cavalca l’onda del mondo notturno da tanto tempo ormai, ma non le abbiamo chiesto l’età. Ovvie ragioni di educazione. Dobbiamo capirlo da soli, magari guardando le sue foto. Sul sito erotikamente.net, le gallerie fotografiche a lei dedicate, sono almeno tre. La Anderson del Vesuvio colpisce per il suo carisma silenzioso. Sì, silenzioso, perché preferisce sempre il profilo basso. Difficilmente regalerebbe ai giornali titoloni e proclami altisonanti. La migliore propaganda di Maggie sono i suoi sostenitori, sparsi un po’ ovunque. Una strategia che paga, volendo usare una terminologia da formula uno. Eccome se paga. Basta vedere un suo spettacolo per avere la conferma.
Sei italianissima, eppure hai scelto un nome d'arte tipicamente americano. Chi ha ispirato questa tua scelta?
«Il nome me lo appioppò Riccardo Schicchi, per via della mia somiglianza con Pamela Anderson. Considerando che proprio la Anderson era il mio idolo, beh, non poteva andarmi meglio».
Col tempo hai dimostrato di non temere per nulla i grandi nomi del mondo della notte italica. Qual è il tuo segreto?
«Non ci sono segreti, diciamo che la genetica è stata dalla mia parte finora. Speriamo anche in seguito. Scherzi a parte, credo che comunque non ci siano segreti, diciamo che mi faccio i fatti miei e non ho nemici. Certo, un po’ di invidia da parte delle colleghe c’è, ma le lascio parlare volentieri. I pettegolezzi da portinaia non fanno per me».
Ma c'è qualcuna che apprezzi particolarmente?
«Nella mia carriera ho apprezzato tante ragazze che facevano il mio lavoro, come ti dicevo ho cercato sempre di crearmi un ambiente benevolo intorno. Il nostro lavoro è duro. Ragazze con le quali, anche a distanza di anni, continuo a mantenere un buon rapporto e continuiamo a consigliarci».
Cosa ti piace comunicare ai tuoi fans quando ti esibisci?
«L’arte della seduzione e dello strip è una cosa molto delicata, si rischia di cadere subito nel volgare, mi piace comunicare erotismo puro nel vero senso della parola».
Qual è la tua arte preferita che usi per sedurre un uomo?
«E’ qualche anno che non seduco più, dato che mi sono fidanzata ufficialmente. Preferisco togliermi i calzini e le Nike quando arrivo a casa stanca. Il mio ragazzo si eccita già quando mi vede in pigiama (ride, ndr). Seduco con lo sguardo e con la mia mimica facciale pazzesca. Ormai, data l'età, devo puntare su altri argomenti (giù un’altra risata, ndr)».
Hai seguito la vicenda del film porno di Sara Tommasi? Che ne pensi?
«Non lo so, guarda. Se l'ha fatto avrà avuto le sue ragioni, sono del parere che ognuno fa quello che vuole».
Valentina Nappi, tua compaesana napoletana, ha indetto un'ammucchiata con tutti i suoi fans in una villa sulla Cassia. E’ vero che nell’ambiente notturno si sente di tutto, ma questa è una novità assoluta, almeno mediaticamente. Tu faresti mai una cosa del genere?
«Ma guarda, se all'improvviso mi venisse voglia l'organizzo pure sotto al palazzo, solo che abito nello stesso condominio di Schicchi e Cicciolina. Chissà loro che ne penserebbero! Progetti? In Italia non credo, poi chissà. Mai dire mai».


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