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ANGELO CARRIERI /(CHE "LAMPADA" DI GENIO!

Pubblicato da: Categoria: COVER

26
GIU
2015

Passione e azione. Giovane imprenditore di successo, il designer ci porta nella sua realtà fatta di impegno, innovazione e audacia, e ci racconta di come la “cre-attività” gli abbia cambiato la vita

«Quando il mondo ti volta le spalle, non devi far altro che voltargliele anche tu!». Sentenziava così il simpatico suricata Timon ne Il Re Leone, quando voleva spiegare la sua visione della vita al piccolo e spaventato Simba. Ma si sa, il mondo è una questione di prospettiva e oltre all’hakuna matata più noto di sempre, esistono altri modi per vincere le sfide di ogni giorno. Ce ne parla Angelo Carrieri, giovane  imprenditore tarantino che dopo il licenziamento da quello che sembrava un “posto sicuro”, intraprende una nuova avventura nel campo del design. Voltare le spalle e andarsene? Mai quindi, soprattutto a sé stessi…

Alcuni dicono che i designer siano dei pittori mancati. Tu Angelo, come ti definisci e quando hai capito che il campo della progettazione d’interni, sarebbe stato il tuo percorso?

«La mia storia può sembrare quella di tanti giovani di oggi, ma ha un finale diverso e mi sono preso l’impegno di scriverlo personalmente. Lavoravo in un’azienda di Carosino (un piccolo paese della provincia di Taranto, NdR) e tutto andava in maniera tranquilla, con la serenità di un contratto a tempo indeterminato. Purtroppo nel 2012 l’azienda ha cominciato a subire una battuta d’arresto dietro l’altra e io e altri miei colleghi siamo stati licenziati. Ma arrendermi non è mai stato nelle mie corde, e così mi sono reinventato una nuova esistenza e un nuovo impiego nel campo del design. I designer sono veri e propri architetti di idee e la mia è partita da una “semplice” lampada…».

Che così tanto semplice invece non è… Ci vuoi parlare infatti del tuo progetto? Com’è nata l’idea di Lhamp, e chi ti ha sostenuto nella tua impresa?

«Tutto inizia con un incontro nel 2013: Arcangelo Fiore, architetto e designer barese mi propone la collaborazione a un progetto innovativo. Sulle prime ero un po’ titubante, ma poi l’istinto e la fiducia nel progetto di Arcangelo, mi hanno convinto. Nasce così Lhamp, unione perfetta tra la mia passione per i materiali usati nel mondo dell’Automotive e dell’Aeronautica come la fibra di carbonio, e l’idea del mio collaboratore di creare una lampada per interni. Lhamp può essere realizzata in diverse forme e a piacimento con cavi di colori differenti. Il nostro prototipo è stato creato con un pannello in fibra di carbonio, tagliato in modo tale da riproporre il profilo di un cervo. La luce, una lampadina a LED che può essere sia bianca sia colorata, è fissata sul retro del pannello. Spenta, Lhamp rappresenta già da sola un bellissimo pezzo d’arredamento dal design accattivante e una volta accesa crea magiche suggestioni con l’ombra proiettata del cervo. Chi ci ha sostenuto, dice? In realtà, possiamo vantare l’assoluta paternità non solo del progetto in sé, ma anche dei finanziamenti. Abbiamo sostenuto in autonomia, i costi della realizzazione e della stessa pubblicità, ottenendo già grandi soddisfazioni come quella di comparire per ben sei mesi sulla rivista Millionaire, il sito business più letto in Italia».

Tu Angelo, oggi vivi e lavori a Roma. Di cosa ti occupi nello specifico e a che punto è ora il progetto Lhamp?

«A Roma sono l’Amministratore Unico del Laboratorio delle Feste, azienda leader nel settore del Wedding & Events Planning. La nostra società sta andando davvero molto bene ed è riuscita a creare, in poco più di un anno, ben 40 posti di lavoro. Nel Laboratorio ci occupiamo anche di inserire elementi di design propri del settore wedding. Per il momento, abbiamo deciso di mettere in pausa il progetto Lhamp, dopo aver già venduto diversi modelli. Stiamo infatti cercando altri soci partner, per dare nuovo slancio e nuovo vigore al disegno iniziale. Personalmente amo collaborare con persone creative e intraprendenti, ed è per questo che sono aperto alla possibilità di coinvolgere qualcun altro nell’idea Lhamp».

Descrivendo Lhamp, ci hai parlato della fibra di carbonio che sta tanto spopolando nel campo della progettazione. Ritieni che la scelta dei materiali al giorno d’oggi sia soggetta ai dettami della moda o sia realmente voluta per motivazioni ben definite, come per esempio, il rispetto dell’ambiente?

«La scelta dei materiali è quasi al 99% una risposta alla richiesta del mercato e quindi sì, della moda. Questi materiali dell’era hi tech, uniscono leggerezza a resistenza e hanno in effetti preso il sopravvento, nella progettazione a livello mondiale. Sicuramente oggi, esiste anche una nuova politica del commercio che prevede il rispetto di norme ecologiche e in generale, la salvaguardia dell’ambiente, ma la realtà è che esiste una fetta considerevole di pubblico, disposta a pagare un certo costo per avere materiali ricercatissimi».

Come combatti, nel tuo progetto, un altro tipo di mercato e cioè quello illegale della contraffazione?

«Guardi, nella nostra produzione innanzitutto puntiamo sul Made in Italy, sia per quanto riguarda la ricerca dei materiali, sia per quanto riguarda la lavorazione. Molte aziende si rivolgono all’estero per abbattere così i costi di produzione ed ecco che il mercato cinese, interpellato da questi imprenditori, divora letteralmente il nostro Paese. Personalmente per combattere la contraffazione, porto avanti il mio lavoro in Italia, ma se proprio qualcun altro dovesse malauguratamente appropriarsi dell’idea, rispondo che un progetto copiato è un progetto ben riuscito!».

Avete partecipato quest’anno all’evento degli eventi, l’EXPO?

«No, noi non ne abbiamo preso parte».

Ma tu cosa ne pensi? Mi spiego meglio: diversi visitatori anche stranieri, hanno lamentato una certa disorganizzazione logistica nell’EXPO. Ritieni che nonostante sia stata esclusa, la Puglia sarebbe stata all’altezza del programma, anche più di una già ricchissima Milano?

«Le rispondo dicendole ciò che mi ha raccontato un conoscente, imprenditore milanese: tutti i progetti migliori e le idee più rivoluzionarie sono state presentate da giovani e meno giovani, ma tutti pugliesi. È un caso? Non lo so, ma so di certo ciò che provo per la mia terra e cioè un misto di grande affetto e rammarico. Troppi i talenti sprecati nella nostra Puglia e la consolazione che ci siano persone straordinarie capaci di dir ancora molto sulla scena nazionale, non frena il risentimento nei confronti di una situazione generale che non li accoglie come dovrebbe. Mi sento di rispondere questo…».

Come infine prevedete di “illuminare” il mercato del design? Saranno prodotti i vostri, alla portata di ogni tipo di consumatore?

«Lhamp è nata per rispondere alle necessità di un nuovo mercato, che chiede di investire in qualcosa di unico nel suo genere; io e il mio collaboratore stavamo riflettendo sull’eventualità di realizzare la nostra lampada con altri materiali, e non solo in carbonio. L’idea però di sostituire questo meraviglioso portento con materiali plastici più economici, ma anche meno pregiati, non mi convince. Preferisco quindi rimanere sul progetto iniziale e attrarre un certo tipo di pubblico, desideroso di abbracciare un costo diverso, ma che porti a una soluzione non comune. In un presente che vuole convincerti a chinare capo e aspettative, occorre rispondere con fiducia in un domani audace, ma sicuramente promettente. È coraggio, e credo che tutti dovremmo sperimentarlo per noi stessi e per gli altri». 

 


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