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E SE DOMANI

Pubblicato da: Categoria: Flash news

27
MAG
2013

Con Angelino Alfano impegnato a tempo pieno nel suo nuovo ruolo di Ministro dell'Interno, nel Popolo della Libertà si comincia a ragionare sulla sua successione alla segreteria  del partito. Lo stesso sindaco di Roma, Gianni Alemanno, alcuni giorni addietro nel corso del programma "Il sorpasso", in onda su Sky, ha dichiarato: "C'è un Popolo della Libertà anche oltre Berlusconi, il che non significa accellerare il passaggio di consegne anche perché abbiamo visto in questi mesi quanto bisogno avevamo di Silvio Berluconi per rilanciare il centrodestra. Bisogna prepararsi, bisogna strutturarsi, bisogna far convivere il ruolo di Berlusconi con una grande spinta democratica interna, con una grande partecipazione e in quest'ottica forse stride un po' il doppia ruolo di Angelino Alfano" come segretario del partito e Ministro dell'Interno." Da parte di Alemanno questa dichiarazione può rappresentare un tentativo di "mettere il cappello" sulla sedia della segreteria, nell'ipotesi in cui non dovesse essere riconfermato sindaco di Roma. Certo è che la rosa dei pretendenti e dei papabili è abbastanza ampia e variegata, ma alcuni fattori fatto prendere sempre più consistenza l'ipotesi che il successore di Angiolino Alfano, sarà "l'enfante prodige" della politica pugliese: Raffaele Fitto. Innanzitutto a far pendere il piatto della bilancia, dalla parte di  Fitto, c'è il risultato elettorale delle politiche di febbraio. Le urne hanno decretato che il Pdl pugliese è il primo d'Italia e questo risultato, sul quale pochi scommettevano ma che lo stesso Fitto garantiva fin dall'inizio,  ha contrbuito non poco al grande recupero messo in atto, in tre mesi, dagli azzurri berlusconiani. Così mentre il Partito Democratico faceva karakiri , catapultando in Puglia Anna Finocchiaro e lasciando contemporaneamente fuori da giochi persone come Donato Pentassuglia, Raffaele Fitto chiamava "alle armi" i più suffragati alle più recenti competizioni elettorali (gente come Massimo Cassano, Gianfranco Chiarelli o Tommaso Scatigna) e portava a Roma undici Senatori e nove Deputati ottenendo oltre seicentomila voti, cinquantamila in più di quelli ottenuti da tutta la coalizione di centrosinistra. Berlusconi si sa ama i vincenti e Fitto, ora, è "il vincente". Subito dopo il risultato elettorale, ci sono degli altri indicatori lo portano sulla strada della segreteria nazionale del Popolo della Libertà a cominciare dai pochi pugliesi doc, tra l'altro non certo "fittiani", presenti nella squadra di governo. E le "assenze" in qualche modo vanno pure compensate. Poi c'è la nomina di Gaetano Quagliariello, da sempre in contrapposizione con il deputato di Maglie, che è stata accetta senza alcun commento o colpo di coda, roba di altri tempi, e con aplomb brittanico. Infine le apparizioni televisive. A Fitto sono state affidate le dichiarazioni, quasi a reti unificate, nei passaggi chiave di questa legislatura come sue sono le presenze nelle trasmissioni di maggior peso politico. Non passerà ancora molto tempo, e il  nodo segreteria verra sicuramente al pettine. Molto dipende dalla durata del Governo Letta e quindi dal possibile ritorno a tempo pieno di Angelino Alfano il quale, al momento, potrebbe essere messo "in sonno" con Fitto chiamato a ricoprire il ruolo di una sorta di vice segretario con pieni poteri.



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