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"LA MACCHINA BATTE LA MENTE?"

Pubblicato da: Categoria: SCACCHI

9
DIC
2016
Il titolo è tratto dall’opera dello scrittore scientifico, fisico e ingegnere elettronico, Giorgio Chinnici: “Turing. L’Enigma di un genio” edito dalla Hoepli. L’interrogativo riassume l’origine di una lunga serie di speculazioni filosofiche, psicologiche, scientifiche e, talvolta, di trattazioni letterarie. 
 
 
(Continua dal numero 45 di ExtraMagazine del 2 Dicembre)
Giorgio Chinnici riferisce che Alan Turing cominciò a studiare algoritmi scacchistici, riportandoli su fogli di carta come sequenza di regole, già nel lontano 1948.
Ai cultori del Nobil Gioco è noto che la differenza tra un Gran Maestro e un giocatore di livello inferiore non consiste in una maggiore profondità di analisi delle mosse, bensì in una superiore capacità di memoria di posizioni, dette “chunk”. Ebbene Turing ipotizzò che, elaborando un modello basato su un “algoritmo euristico”, avrebbe potuto ottenere una macchina in grado di selezionare la mossa migliore da giocare senza dover esaminare tutte le innumerevoli possibilità. Il procedimento euristico è un approccio alla soluzione dei problemi che si basa su criteri che consentano di eliminare a priori tutta una serie di varianti.
Ebbene, grazie alle basi gettate da questo scienziato, e al suo approccio euristico, si sono elaborati gli attuali programmi scacchistici, ad esempio Chessbase e Fritz, che imitano la mente umana, difatti non sono infallibili e potrebbero anche perdere una partita! In passato i vecchi software messi a competere con giocatori come Kasparov in veri e propri match, spesso, sono stati battuti dalla mente umana. Oggigiorno, come afferma Giorgio Chinnici, se un software con un buon algoritmo è coadiuvato da un hardware potente e veloce, che incrementi notevolmente le potenzialità di questi programmi, la macchina giocherà molto bene, ma resterà comunque una probabilità di errore, seppur molto bassa. 
Non anticipo altro sul Capitolo 6 dell’opera, se il lettore vorrà approfondire il complicato tema dei rapporti tra mente e macchina può acquistare il testo. Lungi da me il realizzare una recensione, non ne ho le competenze, però l’argomento è interessante ed ha appagato la mia sete di conoscenza scientifica, tanto più che coinvolge anche il settore scacchistico. 
Non avevo nozioni in modo approfondito riguardo la biografia dello scienziato Alan Turing, che oserei paragonare per intuito, conoscenza scientifica e per aver precorso i tempi, ad un grande della storia italiana: Leonardo Da Vinci. 
Ho constatato con piacere che gli Scacchi sono molto di più di un gioco. Essi sono scienza, ragione, calcolo infinito e nessuna mente umana potrebbe mai giungere alla “soluzione” definitiva di ogni possibile posizione attraverso le sue varianti! Le combinazioni sono in numero talmente elevato che nessun cervello umano è tuttora riuscito a concepirle nella loro totalità e questo significa che ha dei limiti rispetto all’universo scacchistico, che si riflettono nell’impossibilità, anche da parte dell’individuo più intelligente, di realizzare un algoritmo che sia definitivo.
Tutto quanto affermato è riassunto nella presentazione de "La galassia mente", saggio del 1999 scritto da Rita Levi Montalcini: "Nella partita in atto sulla scacchiera cerebrale l'uomo ha mosso abilmente i pezzi a sua disposizione per conseguire l'esito vittorioso. Tuttavia la competizione ingaggiata è contro un formidabile avversario: il suo stesso Creatore. Le probabilità di successo sono nulle."
Come scrisse anche Massimo Bontempelli ne "La Donna del Nadir": “Il gioco degli scacchi preesisteva probabilmente alla apparizione dell'uomo e forse anche alla creazione del mondo. E se il mondo ripiomberà nel caos e il caos si dissolverà nel nulla, il gioco degli scacchi rimarrà, fuori dello spazio e del tempo, partecipe dell'eternità delle idee." 
Parafrasando l’autore ed esprimendo un parere personale, se ricercassimo l’ideatore del gioco degli Scacchi potremmo individuarlo in un’entità superiore all’uomo. La sua completa conoscenza è impossibile, il suo studio sembra tendere all’infinito, inducendo a credere che solo un essere eccelso potrebbe essere l’ideatore di un gioco così vario, ma soprattutto così perfetto, come le leggi che governano gli equilibri del mondo reale. Gli Scacchi, pertanto, costituiscono un esempio di come la macchina non riesca a battere “del tutto” la mente, ma riesca solo ad essere alla pari, giacché, come afferma Giorgio Chinnici, “…è un attrezzo al servizio del suo Creatore”!
 


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