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GONFIAMO LA RETE/UN ANNO DI TARANTO CON TANTE DELUSIONI

Pubblicato da: Categoria: SPORT

29
DIC
2017

A gennaio era in Lega pro con buone prospettive per il finale di campionato. Poi l’aggressione  ai calciatori, la retrocessione in serie D e la ripresa incerta


Un 2017 da dimenticare. All’inizio dell’anno, il Taranto si ritrovò ad affrontare il percorso del seconda parte di campionato, con un nuovo mister, Fabio Prosperi (ex calciatore dei rossoblù per oltre un decennio), al posto di Aldo Papagni, un altro uomo di fiducia della tifoseria (reo di aver condotto una campagna acquisti a dir poco disastrosa). Al timone, vi erano la dott.ssa Elisabetta Zelatore ed il suo compagno di vita, l’avv. Tonio Bongiovanni. Erano partiti alcuni giocatori, fortemente voluti dal duo Papagni-Delli Santi (altro ex), in qualità di altri, forse meno forti. Dopo soli tre mesi, anche Fabio dovette abbandonare per risultati ancora più deludenti del suo predecessore (pur esprimendo un calcio migliore), al suo posto Salvatore Ciullo (con un passato di sole retrocessioni e ed esoneri). Il buon Salvatore sembrò l’uomo giusto, inanellando una serie di risultati positivi che, in poche partite, riportarono la squadra ionica fuori dalle sabbie mobili, e stabilizzandola in una zona di classifica al quanto tranquilla. Ma non c’è mai fine al peggio. In due sole partite, una in casa con l’Akragas, l’altra a Messina, due dirette concorrenti per non retrocedere, i rossoblù riuscirono a lapidare quanto di buono fatto e ripiombarono nello sconforto.
Cronaca nera. Un manipolo di pseudo tifosi, armati di bastone (così si disse), decisero di far visita al campo di allenamento dove si stavano allenando i calciatori del Taranto. Tre di loro (pare) furono schiaffeggiati e minacciati (il portiere Maurantonio, i difensori Stendardo e Altobello). Ne seguì la denuncia e, da quel momento, il Taranto, senza di loro (datisi ammalati), riuscì a pareggiare una sola partita (a Francavilla Fontana) e retrocesse, perdendo praticamente le 9 partite restanti, in maniera consecutiva, in serie D.
Fra disguidi societari con la Fondazione Taras e dissidi con la tifoseria jonica (che decise di abbandonare a sé stessa la squadra), i presidenti decisero di ricominciare dalla D, con uno stravolgimento degli incarichi. A giugno arrivarono un nuovo direttore sportivo, Luigi Volume ed un allenatore esperto, Francesco Cozza. Gli elementi ingaggiati per vincere subito il campionato di serie D, agli occhi di tutti, sembrarono più che adatti, tanto che, parte dei tifosi dissidenti, si riavvicinarono, timidamente, alla squadra. Ma anche in questo caso, le cose non andarono per il verso giusto. Dopo solo 3 partite, Francesco Cozza, fu esonerato da allenatore del Taranto. Al suo posto, manco a dirlo, Michele Cazzarò, 44 anni, tarantino doc, per la terza volta sulla panchina rossoblù dopo i secondi posti conquistati nelle stagioni 2014/15 e 2015/16. La sconfitta interna con la Sarnese era stata fatale per l’allenatore calabrese.
Praticamente si era già a -6 dal Potenza e dall’Altamura, in appena tre partite.
Il resto è storia recente che ha visto giungere in società un nuovo presidente, Massimo Giove ( a dire il vero un altro ex dei primi anni del terzo millenio), in sostituzione del duo Zelatore-Bongiovanni, con risultati altalenanti che non hanno ancora portato quelli sperati. Il Taranto ora è quinto in classifica con 13 punti di distanza dalla capolista Potenza ed ha chiuso, il girone d’andata, con una vittoria a Torre del Greco, firmata dal nuovo acquisto D’Agostino, ottimo calciatore che ha fatto chiudere un anno di delusioni con leggero sorriso. Meglio di niente…



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