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Martina Franca - La coda di San Paolo: Quante storie quel semaforo

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

24
LUG
2015
A sette chilometri da Martina Franca, venendo da Taranto, si incontra la ridente frazione di San Paolo il cui toponimo nasce dalla presenza della Chiesa intitolata all’apostolo Paolo e dalla Casa di Riposo per sacerdoti anziani della Diocesi di Taranto con lo stesso nome della contrada.
Per i tarantini è un avamposto che indica che di lì a pochi minuti si è giunti nella suggestiva cittadina di Martina Franca.
Ma il sabato e nei prefestivi tutto ciò non vale. 
Non si spaventi il lettore, non si tratta di un allarme partito dal vicino bosco dell’Orimini per la presenza di qualche animale feroce, ma, chiamiamolo pure “spaventapasseri”, nel nostro caso, è un semplice semaforo.
L’esperienza insegna che non sempre il semaforo riesce a regolamentare il flusso dei veicoli ed è quanto accade nella zona della quale ci stiamo interessando.
Abbiamo di persona constatato che, a semaforo spento, il traffico veicolare è scorrevole, diversamente si formano file così lunghe e in numero di due o tre affiancate che giunge quasi a ridosso dell’Ospedale Moscati di Taranto.
Si può comprendere ciò quando accade il sabato sera già dalle ore 21, ma quando in un sabato infuocato di questo luglio torrido ti ritrovi a doverti incolonnare fin dalle 20 in un fila che sembra interminabile, allora al fastidio del caldo si aggiunge anche la rabbia di non aver avuto alcuna segnalazione per un tragitto alternativo.
Intanto inizia il concerto dei clacson che disturba gli animali notturni presenti in gran quantità nella zona boschiva. Fa capolino l’ingenua lucertola e qualche volta anche qualche serpe curioso, ma non hanno lingua per parlare e se ne ritornano nelle rispettive tane.
Il self control in questo caso è parola al vento perché il tempo passa, il caldo opprime e al bimbo e all’anziano scappa la pipì. Un bel guaio!
Basta affiancarsi di spalle al’autovettura e il bisogno è bello e soddisfatto. Simpatico il commento della vecchietta che impaziente dice al figlio: “Basta con questo tormentone, riportami a Taranto”, qualche altra, invece, mette fuori la corona del Rosario sperando di poterlo terminare prima di giungere al semaforo. Una terza vecchietta nel colorito dialetto tarantino fa sapere: “no ‘iè luce de stu munnu” (cioè qui facciamo le ore piccole), e pronta, scatta la risata isterica.
La più giovane invece approfitta per darsi l’ultimo passata di rossetto alle labbra, il nonno invece commenta: “tutte stu uaie pe’ ‘nu picche di carne”, ma ne vale ‘a pene?”.
La massaia, invece, ne approfitta per annotare su un foglio la lista della spesa per il giorno dopo. Il bambino piange perché ha sete, ma fortunatamente in quei paraggi una fontanella la trovi sempre. 
Mentre si osservano queste scene ti vedi sfrecciare a tutto gas il giovane aitante diciottenne con la moto e la sua bella ragazza dietro il sellino che lancia questo sfottò: “ne vulime de vuie…” nel senso che: “noi con la moto non vi pensiamo affatto”.
L’autista di turno, invece, chiede disperatamente al guidatore a fianco una sigaretta per calmarsi. Zia Teresa, poverina, ha l’ingrato compito di tenere a bada Remì, il cane che pensava di farsi una bella passeggiata ma che invece sta soffrendo le pene dell’inferno chiuso nell’abitacolo dell’auto. 
Finalmente si giunge davanti al semaforo più noto dell’intera provincia ionica e nell’aria ti sembra di  captare, a mo’ di sfottò, il commento dell’ironico semaforo: “… e anche stasera te l’ho fatta..” e tu pensi subito che sia scattato, per una imprevedibile diavoleria, il meccanismo perverso della macchina che registra tutti i  cattivi che osano attraversare con  il segnale luminoso “rosso”.
Subito dopo ti sembra di stare quasi in Paradiso per aver superato la fatidica linea di demarcazione.
Ironia a parte, ma è mai possibile che non si possa comprendere da parte degli organi deputati alla disciplina stradale che l’antidoto a questo disservizio sia quello di tenere il semaforo spento e, se proprio si vuole tenere sotto controllo la situazione, o allungare i tempi dell’onda verde da e per Martina Franca  rendendo più breve quella dello svincolo da e per San Paolo che non registra un grosso flusso di traffico veicolare.
Vi sembra troppo avanzare questa semplice richiesta?
 
 


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