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Paolo Bruni*/Tra opportunità e perplessità

Categoria: ATTUALITA'

22
MAR
2013

 

Da una prima analisi della documentazione preliminare relativa ai Programmi di Rigenerazione Urbana che l’Amministrazione comunale di Martina Franca ha reso pubblica, cosa si evince?
«La proposta preliminare avanzata dalla Amministrazione comunale sembra, innanzitutto,  fondarsi su un’idea-guida di rigenerazione urbana slegata dai caratteri identitari ambientali e storico-culturali, e dai bisogni e dalle istanze degli abitanti, così come la Legge richiede. In sostanza le urgenze sarebbero la richiesta di alloggi a costi contenuti e la carenza di aree a servizio della residenza».
E invece?
«E invece avremmo bisogno piuttosto di azioni coordinate di riqualificazione dell’ambiente costruito, di risanamento del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici, e tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio storico-culturale, paesaggistico, ambientale».
Quindi, secondo la proposta avanzata, lo strumento urbanistico di rigenerazione in che modo si esprimerebbe?
«Secondo il Programma si provvederebbe  alla  riqualificazione del costruito attraverso: nuove aree edificabili (ignorando il principio di contenimento delle risorse e pertanto del suolo pubblico); nuovi alloggi (non riconoscendo il patrimonio edilizio esistente e non utilizzato);  il dimensionamento fabbisogno abitativo (sovradimensionandone quello reale); la fattibilità per privati di acquisizione di suoli edificabili (garantendo essenzialmente diritti volumetrici quale forma di indennizzo da assegnare ai proprietari delle aree a standard )».
In conclusione, l’Ordine rimane perplesso.
«Sicuramente la soluzione compensativa, la variante urbanistica e l’individuazione di nuove aree P.E.E.P. troverebbero maggiore giustificazione con strumenti urbanistici più appropriati, riservando  invece l’importante opportunità di recuperare risorse finanziarie  alla realizzazione di azioni per la  rigenerazione urbana (basate sui principi di solidità sociale, eccellenza progettuale e rispetto dell’ambiente) da attuare per un reale rinascimento urbano.  E’ necessario trasferire, inoltre i concetti di compatibilità ambientale, ormai acquisiti per le nuove edificazioni, impiego di materiali edili eco- compatibili, ricorso a fonti energetiche rinnovabili, limitazioni dell’inquinamento acustico, anche al patrimonio edilizio esistente  sia caratterizzato da singole unità immobiliari che interi edifici, e quartieri per una  città, rivolta alle esigenze reali degli abitanti, in modo da ottenere edifici più umani, meno costosi e più vivibili. Una vera innovazione urbana che corrisponde a quella dell’architettura, troppo spesso lontana da quel diritto alla “ Qualità” degli abitanti e degli stessi Architetti, ridotti molto spesso al ruolo di meri interpreti di norme». 
L’Ordine cosa propone?
Le nostre osservazioni, insieme ad altri contributi offerti all’interno dei forum cittadini, dovrebbero portare alla costruzione di una task force urbana che sia in grado di partecipare all’intero processo, in tutte le sue fasi anche quelle intermedie: chiediamo  un tavolo di concertazione permanente». Inoltre invitiamo la nostra categoria professionale a non esitare nel rendersi parte attiva a tale processo».
 
*Architetto, consigliere dell’Ordine degli Architetti di Taranto
 
 


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