MENU

La città dei tumori/ I bambini vogliono vivere. E anche gli adulti

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

22
GEN
2016
 
Un manifesto compare per le vie di Taranto e scatena il dibattito. Ma davvero abbiamo ancora bisogno di parole?
 
Può un manifesto gigante di 6 metri per 3 con una sola frase, la più semplice e naturale del mondo: “I BAMBINI DI TARANTO VOGLIONO VIVERE”, unitamente all’immagine del capoluogo ionico con lo sfondo riservato alla perennemente fumante Ilva, rappresentare un modo efficace per attirare l’attenzione dei cittadini e dei politici sulla drammaticità con la quale ha a fare i conti da decenni il capoluogo ionico? Abbiamo voluto dare la notizia e porre il problema con l’interrogativo per far comprendere ai nostri lettori che su questo delicato problema ognuno può pensarla come crede; lontana da noi l’intenzione di imporre il  nostro pensiero e il nostro commento. I manifesti giganteggiano nei punti nevralgici della città e non sono sfuggiti nemmeno a quelli che distrattamente attraversano le strade cittadine.
Certamente il messaggio forte, efficace ed essenziale sarà rimbalzato nelle segreterie politiche di chi dovrebbe adoperarsi per vedere riconosciuto questo sacrosanto diritto ai bambini di Taranto che invece per il tramite di genitori anonimi, chiedono di vivere come se si trattasse di chiedere un regalo e non di un diritto che non conosce prezzo e che, per avere come oggetto la vita, è anche e soprattutto il bene più prezioso e gratuito del mondo.
I commenti, come si diceva, non sono unanimi e già questo fatto determina imbarazzo perché di fronte a un tema così scottante, come la vita di un bambino, non dovrebbero esserci tentennamenti o quanto meno posizioni dissidenti.
Noi le registriamo e in anonimato le riferiamo per amore e rispetto di cronaca.
Adesso, nello spirito della democrazia e della partecipazione, ci sia consentito fare alcune osservazioni nel merito. La prima è che alcuni anni fa il sindaco del capoluogo ionico emanò una ordinanza con la quale si faceva divieto ai bimbi abitanti al Quartiere Tamburi, il più inquinato della città, di giocare nelle aiuole dei giardinetti perché coperte da diossina e in vari punti della città apparvero le scritte: “Ti alzi la mattina e respiri la diossina”. Come se ciò non bastasse venne il sequestro della Masseria Fornaro perché fu dimostrato che i capi di bestiame della stessa masseria erano produttori di latte alla diossina. 
E  non finiva qui perché un noto pediatra tarantino sosteneva che le madri in fase di allattamento avevano nel loro latte tracce di diossina che involontariamente trasmettevano ai loro bambini.
Tanti sono i bambini che si ammalano di tumore nella fascia di età compresa tra la nascita e i 14 anni, più di mille all’anno. In aumento sono anche le malattie che hanno un'origine durante la gravidanza e che provocano un aumento della mortalità del 45%. Dati allarmanti che non danno un futuro a chi nasce e vive nella città dei due mari
Nonostante ciò poco o nulla è stato fatto e i bimbi inconsapevoli del dramma che si trovano a vivere nel capoluogo ionico chiedono perché debbano vivere tra tutti questi divieti e non fruire dei benefici che in altre città sono destinati ai loro coetanei. Domanda che resta perennemente senza risposta.
Intanto il Reparto di Oncologia Ematologica Infantile del “Moscati” di Taranto vede aumentare il numero di questi pazienti che evocano nella mente la storica pagina evangelica della Strage degli Innocenti. 
Non è da meno la considerazione dell’impatto negativo dal punto di vista psicologico che si registra nella mente e nell’animo di questi bambini colpiti o meno da quello che ancora viene definito come “il male del secolo”.
Associazioni ambientalistiche, associazioni di genitori colpiti negli affetti più cari, movimenti di opinione e manifestazioni studentesche in difesa della vita dei nostri bambini fino ad oggi non hanno sortito gli effetti desiderati.
Certo, l’uomo è strano, nel suo modo di pensare e di agire, infatti resta esterrefatto e fortemente colpito nel cuore nel vedere le tragiche immagini di molti bambini immigrati che vengono a morire sulle nostre spiagge e invece sembrano non fare caso alla tragedia che si vive nella comunità ionica.
Tutti i bambini del mondo hanno bisogno di attenzioni e di difesa della loro via. Nelle tante celebrazioni mondiali esiste anche la “GIORNATA MONDIALE DEI BAMBINI ABBANDONATI”; forse fra questi dovremmo mettere anche i nostri bambini ai quali non è consentito nemmeno di scendere da casa e giocare con i loro coetanei nei giardinetti del quartiere e ciò non soltanto nei Tamburi ma in tutti i quartieri della città.
A fronte di questo drammatico quadro che vede in prima fila l’infanzia ionica, registriamo con non  poca commozione e soddisfazione la notizia che ha commosso l’Italia: due genitori tarantini poco più che ventenni hanno autorizzato l’espianto degli organi del loro figlioletto di appena 6 mesi che hanno ridato la speranza di vita a bimbi tra un anno e un anno e mezzo di città del Nord Italia.
Così, mentre una vita si spegneva altre si riaccendevano, con un semplice sì ma carico di altissimo valore morale e civile.
A Napoli, ma un po’ovunque, si dice che i figli sono pezzi del proprio cuore, ed  è vero, ma è altrettanto vero che soltanto quando tutti avremo percepito e vissuto il concetto base che ogni bambino che nasce al mondo è nostro fratello e sia pure indirettamente nostro figlio, allora potremo veramente sperare di trovarci sulla strada giusta, su quella strada maestra della vita dove vedremo tese verso di noi le mani candide di tanti bimbi innocenti.


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor