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EUROPA Sì , EUROPA NO, EUROPA FORSE

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

18
APR
2014
L'Unione Europea c'è, anche se essenzialmente sulla carta, ma l'Europa unita è invece ancora un traguardo abbastanza lontano, su questo non ci sono dubbi. Il fronte euroscettico, pur nella sua variegata composizione politica all'interno di ogni Paese membro e quindi anche a livello continentale, alza la voce con l’approssimarsi dell’appuntamento delle elezioni europee in programma tra poco più di un mese raccogliendo sempre più ampi consensi, in questo ennesimo anno di crisi con in più la grave situazione tra Russia e Ucraina ad agitare gli animi e a dare nuovi impulsi ai vari movimenti indipendentisti e contrari all'UE (in Italia per esempio la Lega Nord ha appoggiato la secessione della Crimea ed il referendum virtuale sull'indipendenza del Veneto, ma anche la Catalogna rivendica con sempre maggiore forza la sua autonomia). Le opinioni pubbliche delle nazioni europee, il plurale è d'obbligo perchè non esiste una opinione pubblica neppure all'interno di un singolo Paese, in questi ultimi anni hanno visto crescere la percentuale di cittadini, elettori e lavoratori contrari all'Unione Europea e alla moneta unica: certo vi è spesso una mancanza di conoscenze reali dei modelli economici e finanziari, ma in ogni caso occorre prendere atto del malcontento popolare, su questo non ci sono dubbi. Non è un caso se in Francia il Front National di Marine Le Pen ha fatto il botto alle elezioni amministrative, umiliando il PS ed i gollisti (seppur con "l'aiuto" dell'astensionismo) facendo prevedere che farà lo stesso a maggio per le elezioni europee. Anche il Movimento 5 Stelle è accreditato di un bel successo anche grazie alle posizioni anti-euro ed euroscettiche. Stesso discorso per gli altri Paesi dell'UE, in certi Stati con punte previste fino al 20% e oltre per i partiti più critici verso l'Europa, per un totale di euroscettici al Parlamento di Strasburgo che potrebbe arrivare ad un terzo dei seggi, sommando comunque le posizioni "di destra" con quelle "di sinistra". Ma anche tra chi appoggia il progetto comunitario non mancano e non possono mancare le critiche, soprattutto ora che la crisi mette in dubbio punti fondamentali dei Trattati, soprattutto in materia economica. Per rimanere in Italia abbiamo un Romano Prodi, ex presidente della Commissione Europea, che, dimostrando ancora una volta di avere una bella faccia di bronzo per essere gentile, dichiara "il Patto di Stabilità e crescita che tiene i Paesi europei vincolati al rispetto del pareggio di bilancio è stupido". Il premier Matteo Renzi pochi giorni fa ha dichiarato "l'Europa deve prendere atto che è molto forte e diffuso in tutti i paesi un sentimento di contestazione e di anti politica che in parte deriva dalle scelte dei singoli governi; l'Italia dovrà chiedere che il semestre di presidenza dell'Ue sia una grande occasione non per discutere di parametri ma perché finalmente l'Europa metta al centro della propria azione la crescita e la lotta alla disoccupazione". Il problema di fondo è che l'Europa non fa nulla di fronte alla crisi. Questa è un’Europa della moneta che non riesce a coniugare le politiche economiche e finanziarie, prioritarie, con efficaci politiche di protezioni sociali. Insomma, se l'euroscetticismo e l’anti-europeismo arrivano proprio da chi ci si aspetterebbe, le critiche fondamentali sono comunque trasversali e vanno a toccare gli stessi punti. Se l’Unione Europea vuole davvero diventare un’unione di popoli, nel rispetto delle relative diversità, deve cessare di essere l’Unione Europea della finanza e del dirigismo monetario. Se ciò non dovesse essere saranno gli stessi popoli a sgretolare questo castello di sabbia.
 
 
 


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