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Musica, luci, gioia di stare insieme: ecco un Capodanno senza botti

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

18
DIC
2015
Sorrido al pensiero di stare a scrivere un appello contro i botti di Capodanno proprio mentre si festeggia la ricorrenza della nascita di Beethoven, che com’è noto soffrì di ipoacusia già prima dei trent’anni e che continuò imperterrito a comporre anche dopo essere diventato completamente sordo. Chissà quale sarebbe il commento del musicista, che non era un tipo – diciamo così – sbarazzino, al sapere che alla fine del 2015 si festeggia il nuovo anno con la pratica rumorosa, fastidiosa, inutile e dannosa dei petardi allo scoccare della mezzanotte.
Per quanto mi sforzi di capire cosa ci sia di bello e buono in questo modo di festeggiare, non riesco a venirne a capo. O forse sì. Chi non è educato e abituato alla bellezza, anche dei suoni, continuerà a riempire il proprio vuoto con rumori forti e sordi, di quelli che rimbombano nello stomaco e stordiscono per un po’, giusto per non pensare troppo. Anche perché, se ci si ferma a pensare, si capisce subito che i botti – come le sigarette – non portano alcun vantaggio.  Solo quest’anno, sono state 251 le persone rimaste ferite per l’esplosione dei botti di Capodanno. Un bilancio che sembra più da guerra che non da festa.  Ogni fine anno, poi, si trasforma in un incubo per i nostri amici animali, perché la loro soglia uditiva è infinitamente più sviluppata e sensibile di quella umana. I danni non riguardano solo quelli che dividono la casa con noi (molti di loro, sentendosi in pericolo e seguendo il loro istinto, fuggono da abitazioni e giardini finendo spesso vittime di investimenti), ma anche gli uccelli e gli animali degli allevamenti. Giusto per capire: l’udito umano ha una percezione compresa tra circa i 15 hertz e i 15.000 hertz. Cani e gatti, invece, dimostrano facoltà uditive di gran lunga superiori: il cane fino a circa 60.000 hertz mentre il gatto fino a 70.000 hertz. Provate a immaginare cosa avviene nella testa dei nostri amici pelosi.
Extra Magazine si fa portavoce della richiesta, sposata da varie associazioni e dalla società civile, di varare un’ordinanza nei comuni interessati dalla nostra distribuzione cartacea: questo provvedimento amministrativo seguirebbe l’esempio di moltissimi comuni in tutta Italia che hanno già firmato l’ordinanza. È molto importante che l’ordinanza non sia solo di facciata, ma che comporti anche controlli, altrimenti sarebbe solo un inutile atto burocratico.  
 
 


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