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Cuore di carta/Lara e Simona, insieme

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

22
NOV
2013
Un amore, un paese di provincia che non accetta, due ragazze che sfidano i pregiudizi pur di difendere il sentimento che le lega. Una storia come tante ce ne sono, messa nero su bianco da una giovane scrittrice di Palagiano
 
 
Ho provato a inserire sul motore Google la parola “omofobia”, ed è impressionante il numero di episodi di violenza in tutto il mondo legata a essa. Insulti, maldicenza, botte nei confronti di omosessuali “colpevoli” di baci, coccole in pubblico o solo di condurre una vita qualunque come chiunque, libera di essere e con un differente orientamento sessuale. Diversità che contraddistingue ogni essere umano nella sua unicità e individualità, che crea tanta sofferenza tanto da indurre a gesti estremi, come il suicidio di Simone, lo studente 21enne romano esasperato dagli insulti omofobi all'università.
E in questo turbine di ricerca sul web incontro Rita D’Onghia, una giovane scrittrice di Palagiano, che ha messo nero su bianco una storia dal titolo “Credi in noi”, che racconta le vicende di  due ragazze come tante, con i loro sogni in tasca, costrette a vivere tra persone incapaci di accettare e a combattere contro pregiudizi e accuse, pur di difendere il loro amore. “Una storia semplice, come la  scrittura di Rita, che rende l’omosessualità un argomento facile da capire, senza giri di parole senza fronzoli, perché la storia di Lara e Simona potrebbe essere la storia di tutti fatta di amore, sofferenza sogni, progetti, lacrime”.
Cosa devo aspettarmi dalla lettura delle pagine di questo libro?
«Un quadro reale di ciò che passano oggi le persone non inquadrate nella cosiddetta norma». 
Devo essere sincera, a primo impatto non ho amato la copertina del tuo libro.
«Beh, certamente ognuno ha i suoi gusti… si è cercato di far risaltare alcuni aspetti importanti come il fatto che le due ragazze siano quasi trasparenti, perché le coppie omosessuali esistono, sono una realtà, ma molto spesso non sono riconosciute e accettate dalla società. Mentre il mare verso cui si dirigono è un ipotetico futuro dove si spera che le cose cambino in meglio, ma è anche simbolo di incertezza, essendo imprevedibile». 
Perché queste ragazze in copertina non hanno la maglietta?
«Se devo essere sincera penso che sia già tanto che abbiano i jeans, visto che stanno per entrare in acqua».
Rita, domanda “ senza fronzoli”: sei gay?
«Diciamo che io non credo molto nelle categorie, per me una persona deve essere libera di amare chi pensa che il suo cuore ami, indipendentemente dal suo sesso. Non faccio caso a queste etichette, per me esiste solo l'amore e basta».
Sei innamorata in questo momento?
«No». 
Questo libro ha messo in discussione il tuo rapporto con i tuoi genitori?
«No, assolutamente. Mi hanno sempre sostenuto in quello che faccio, ovvero raccontare cose di attualità che fanno parte della vita di tutti i giorni e che allo stesso tempo potrebbero essere non semplici da capire per molte persone». 
Si sono fatti o ti hanno fatto delle domande?
«No, perché sanno che questo libro come anche il precedente racconto, e che parla di un cane abbandonato, sono il frutto della mia passione per la scrittura. Sono di mentalità molto aperta e la pensano come me su tutto, anche sul tema che ho trattato nel romanzo».
E i tuoi amici?
«La maggior parte no, qualcuno mi ha chiesto come mai avessi scelto di trattare questo tema così particolare, se c'era una ragione precisa. In effetti c'è, volevo far passare un messaggio e nel mio piccolo ho cercato di farlo tramite la scrittura: c'è chi lo fa col canto, chi con la danza o altre forme di arte. Io ci ho provato scrivendo un libro».
Ti sei ispirata alla storia di qualcuno a te vicino?
«Mi sono ispirata a tanti fatti quotidiani, alle esperienze di amici e di sconosciuti. Purtroppo molto spesso basta accendere la tv o leggere qualche giornale per venire a conoscenza di questo spaccato della nostra società. Molti ragazzi vengono spinti al suicidio perché non si sentono accettati a lavoro, a scuola e in famiglia. Altri vengono picchiati e insultati anche in luoghi pubblici, davanti a tutti. Sono fatti purtroppo molto recenti». 
Il libro percorre la storia d’amore di due ragazze di amore e amicizia in un piccolo paesino del sud con tutte le gioie e i dolori, tra cui il pregiudizio e l’omofobia protagonisti di  terribili episodi di cronaca di questi giorni. 
Cosa vuol dire per i giovani adolescenti vivere alla luce del sole il proprio amore etero o omossessuale che sia, in un paesino di provincia come il tuo ?
«Di certo non voglio dire che vivere in un piccolo paesino il proprio amore sia qualcosa di orribile o impossibile. Ma in un ambiente dove si sa tutto di tutti si è molto esposti al giudizio della gente e questo provoca disagio sia per gli adolescenti sia per gli adulti. Anche perché sono capaci di additarti per quello che non sei, perché in realtà non ti conoscono affatto. Oppure di spargere voci non vere o di giudicare in modo malevolo il tuo stile di vita, quando quello che vorresti è semplicemente vivere con serenità la tua vita. E tutto questo vale per le coppie omosessuali quanto per quelle eterosessuali».
Leggo dal libro: “[Una delle protagoniste urla concitata ai genitori, Ndr] «Ti rendi conto che non stai accettando tua figlia perché ti preoccupi di quello che può pensare la gente di me, o dei ragazzi che potrebbero non volermi? Sai che ti dico? Non voglio nessun ragazzo! Nel caso non l’avessi capito, io sono lesbica!»… Vidi sobbalzare mio padre, mentre mia madre sembrava indecisa  se guardami con disgusto o con profonda delusione… La sua risposta fu decisa senza ombra di dubbio o rimpianto: «Esci subito da questa casa». Non si sprecò neanche a urlarmelo contro. Lo disse in modo tranquillo, guardandomi negli occhi”.
Conflitto, paura, amore si incontrano in un turbine di parole ed emozioni… cosa vorresti dire a quelle famiglie così spaventate?
 
«Gli direi che non devono assolutamente avere paura. La preoccupazione è una cosa normale, vivendo in un paese dove l'essere diverso (in qualsiasi senso) è additato come sbagliato. Ma è proprio per questo che dovrebbero stare vicini ai loro figli. Non c'è niente di sbagliato e non è una scelta né deriva da chissà quale possibile errore nell'educazione. Gli direi che dovrebbero star loro vicini e sostenerli. Non c'è da aver paura».
Sulla tua pagina Facebook tanti i commenti positivi e le ragazze che ti chiedono aiuto, perché addirittura hanno paura di ricevere il tuo libro per posta altrimenti i genitori potrebbero capire. C’è da capire o d’amare?
«Penso sia gravissimo che una ragazza o un ragazzo eviti di comprare un libro perché teme che i loro amici/genitori capiscano il loro orientamento sessuale, oppure che abbiano paura di essere additati come omosessuali quando in realtà non lo sono nemmeno. Penso non ci sia nulla da capire, ai genitori dovrebbe solo importare la felicità dei loro figli, indipendentemente da chi amano. E ci tengo a precisare che questo libro non è solo per omosessuali, non rientra in una categoria speciale, non deve essere ghettizzato come qualcosa di proibito. Questo romanzo è una storia d’amore, tutto qua. Non credo che gli omosessuali si facciano problemi a leggere romanzi rosa dove i protagonisti sono un uomo e una donna, allora non capisco perché le persone etero dovrebbero evitare di leggere romanzi dove i protagonisti sono due uomini o due donne, questo non fa di loro omosessuali». 
Cosa è per te l’amore?
«Per me l’amore è qualcosa di irrazionale, perché accade che ci innamoriamo di qualcuno anche quando non ce lo aspettiamo, non è qualcosa che comandiamo noi e non serve cercarlo perché quando arriva, arriva. Ed è in grado di sconvolgerti la vita. Per me è anche libertà, assenza di pregiudizi e molto spesso quella forza che aiuta ad andare avanti anche in situazioni disperate, quando si vede tutto nero e si dimenticano le mille sfumature. Qualcosa per cui valga la pena combattere».
 
 


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