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L´Ost/Le fiction sono una cosa seria

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

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OTT
2014
Nell’Ateneo salentino è nato l’Osservatorio sulle serie televisive, nel cui portale gli appassionati del genere possono trovare informazioni, curiosità e spunti di riflessione sulle più diverse produzioni tv, da Centovetrine a Grey’s Anatomy 
 
«Il cinema ormai è fatto per i ragazzini, è un videogioco con gli effetti speciali. La nouvelle vague, il cinema d'autore è ormai costituito dalle serie tv, che hanno un pubblico evoluto, che consuma serie al posto dei romanzi». Fino a qualche anno fa un’affermazione del genere sarebbe suonata eccessiva e fuori luogo in un Paese come il nostro, che ha fatto del suo patrimonio letterario un punto di forza e un fiore all’occhiello. Tuttavia la frase acquista un significato e un’autorevolezza specifica oggi, considerando la diffusione planetaria di serie come Dexter  e Game of Thrones: non è un caso, quindi, che a pronunciarla sia stato Carlo Freccero, in occasione del Roma Fiction Fest di quest’anno. 
Sdoganate le produzioni seriali, anche il mondo accademico ha iniziato a manifestare il suo interesse, e così è nato L’Ost (l’Osservatorio sulle serie televisive dell’Università del Salento), che analizza il linguaggio delle fiction, e il cui nome è già un omaggio all’omonima produzione statunitense. Il gruppo di lavoro è diretto da Marcello Aprile (docente di Linguistica Italiana presso il corso di Scienze della Comunicazione dell’Università del Salento), i condirettori e responsabili della redazione sono Daniele Calò e Alessandra Ciraci, esperti di serie televisive laureati in Scritture giornalistiche e multimedialità, e le collaboratrici Debora de Fazio e Francesca Sammarco, specializzate in lingua delle serie televisive italiane del passato e di sceneggiati.
L’Ost ha debuttato a maggio scorso, quando l’Ateneo salentino ha ospitato il seminario Dieci anni da Lost. Com’è cambiata la serialità televisiva del XXI, durante il quale si è discusso sull’impatto esercitato dalla serie statunitense sulle modalità di scrittura e fruizione delle fiction. Poi, il 22 settembre scorso è stato presentato il sito del progetto, e la data scelta, ancora una volta, non è stata casuale: in quel giorno infatti ricorreva il decennale dell’incidente al volo 815 della Oceanic Airlines con cui è “nata” Lost. E in quest’occasione il gruppo di lavoro ha condiviso con il pubblico le prime quaranta schede su altrettante serie presenti sul portale, realizzato da Enrico Martina.
Stefano Cristante, Presidente del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione, ha scelto queste parole per “salutare” la nascita dell’Osservatorio: «Lost è stato un fenomeno che ha investito i palinsesti di molte reti televisive del pianeta, ha avuto un pubblico devoto e affamato di nuovi parabolici intrecci, ha ingigantito il ruolo degli sceneggiatori richiedendo abilità nuove e una nuova capacità di osare, ha sperimentato linguaggi e tecniche che hanno fatto invecchiare una tradizione affermatasi con lentezza in tutto l’Occidente, ha dato vita a un immaginario collettivo in cui si sono sistemati complessi di citazioni sottratti a vari patrimoni bibliotecari e multimediali».
Nel portale di L’Ost  gli appassionati del genere possono trovare informazioni, curiosità e spunti di riflessione sulle più diverse produzioni tv, da Centovetrine passando per Grey’s Anatomy e arrivando a The Shield. Alla ricca sezione “Serie” si aggiungono poi gli “Studi”, dove consultare una serie di approfondimenti curati dal gruppo di lavoro, la bibliografia e il glossario di riferimento. Il progetto inoltre è aperto a collaborazioni esterne perché, si sa, quella per le fiction è una “febbre” virale, che si diffonde a macchia d’olio. «Lost è stato una rivoluzione, in primo luogo comunicativa», ha spiegato Cristante. «Questo è il motivo per cui il corso di studi in Scienze della Comunicazione dell’Università del Salento ha visto di buon occhio le indagini del prof. Marcello Aprile sulla serie televisiva più stupefacente mai prodotta (e su tutte le altre) e ha pienamente assecondato il trasferimento della sua passione a studenti e collaboratori. Che oggi, insieme ai navigatori della rete affetti dalla stessa benigna patologia, avranno a disposizione un territorio digitale in più dove vedere, discutere e implementare la ricerca su questi incredibili concentrati di intelligenza narrativa, più o meno fuori dai confini della realtà».
 
 
 


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