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Giuseppe Aprile/Quella voce meravigliosa

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

13
FEB
2015
Cantore evirato, nato a Martina Franca, espressione della grande scuola musicale napoletana, ‘Sciroletto’ – così venne soprannominato - appartenne a quella schiera di cantanti e compositori pugliesi emigrati verso Napoli che nel Settecento eccellevano non solamente a Napoli e in tutta Italia, ma nell’intera Europa
 
Giuseppe Aprile nasce a Martina Franca il 28 ottobre 1732, da Fortunato e da Anna Vita Cervellera. Ricevette la sua prima educazione musicale dal padre notaio, che era anche un appassionato cultore di musica e cantore nella Collegiata di Martina Franca. 
All’età di undici anni il padre, poiché Giuseppe era dotato di bella voce, non esitò a farlo evirare. (Nella storia della musica, furono detti castrati i cantanti maschi che avevano subito la castrazione prima della pubertà, allo scopo di mantenere la voce acuta in età adulta).
Il 28 aprile 1751, come risulta da un atto notarile venuto recentemente alla luce, Giuseppe Aprile si recò a Napoli per essere ammesso alla scuola privata di Gregorio Scirolì, rinomato maestro della reale Cappella di quella città (da qui il soprannome Scirolino o Sciroletto, che gli venne attribuito). Il 23 settembre dell’anno successivo, alla morte di Francesco Guardia, Giuseppe Aprile fu assunto, con uno stipendio mensile di 20 carlini, come soprano nella Cappella Regia di Napoli e qui, per la prima volta, cantò come "ultima parte" al teatro San Carlo nella stagione 1753/54.
Il 25 aprile 1754 si recò a Roma per cantare in un oratorio sacro, e alla fine dello stesso anno ritornò nuovamente a Roma per esibirsi al teatro Alibert. Successivamente, in occasione del carnevale, a cavallo degli anni 1755/1756, si trasferì a Parma per cantare al Teatro ducale.
Ormai divenuto famoso e affermato soprano, anziché tornare a Napoli, come avrebbe dovuto alla fine delle rappresentazioni a Parma, Giuseppe Aprile preferì dimettersi dalla Regia Cappella per poter continuare a cantare nei maggiori teatri italiani e stranieri. Verso il 1760 lo troviamo a Stoccarda che si esibisce, come uno dei soprani più celebri dell’epoca, di fronte alla corte del duca Carlo Eugenio di Württemberg. 
A conferma della fama raggiunta c’è anche la notizia, riferita dal Cotarelo y Mori (storico e letterato spagnolo 1857/1936), del pagamento di 600 doppioni d'oro di salario, più 100 per le spese del viaggio, per l'interpretazione eseguita il 30 maggio 1758 al Teatro Real Carlos III de Aranjuez. in Spagna. “A fine rappresentazione ricevette anche 903 reali di gratifica. Non male” - commenta il Cotarelo y Mori – “per aver cantato una sola opera".
Da una lettera del conte Giuseppe Finocchietti, scritta il 29 dicembre 1759, si rileva come Giuseppe Aprile riscontrasse ancora grande successo al teatro S. Benedetto di Venezia, durante il carnevale 1759/60. 
Nel 1760 Napoli chiedeva a gran voce il suo rientro, ma da Stoccarda, dove si era trasferito nuovamente, lo stesso Aprile rispondeva che gli impegni artistici assunti all’estero e in Italia gli impedivano di tornare nella città partenopea, prima della fine del 1762. 
Testimonianza della sua ascesa nell'arte operistica fu data anche dal maestro Giovanni Marco Rutini, che in una sua lettera scritta al padre il 22 marzo 1764, descriveva l’Aprile “non soltanto un perfetto cantante, ma anche un ottimo attore”. 
Richiestissimo a Napoli, Giuseppe Aprile vi ritornò per essere scritturato al teatro S. Carlo nella stagione 1765/66 per cantare nel Re Pastore di N. Piccinni (30 maggio); nel Creso di A. Sacchini (4 novembre); Romolo ed Ersilia di J. A. Hasse (25 dicembre) ed infine nell'Arianna e Teseo di P. Cafaro (20 gennaio. 1766). 
Nel novembre 1767, dopo essersi esibito a Palermo, tornò a Stoccarda, accompagnato questa volta dal fratello Raffaele, eccellente violinista. Al quale viene riferita la postilla "Aprile junior 600 fiorini”, come appare sotto la scrittura di Giuseppe, che di fiorini ne ricevette 6000 l'anno. Alla corte del duca Carlo Eugenio di Württemberg, Giuseppe Aprile rimase fino al marzo 1769, interpretando i suoi cavalli di battaglia, fra cui La schiava liberata, che fu l'ultima opera cantata a Stoccarda (18 dicembre 1768). 
A metà marzo del 1769, Giuseppe Aprile, con il pretesto di dover ritornare in patria per breve tempo, si allontanò da Stoccarda. Alla sua partenza lasciò molti debiti, contratti soprattutto con la cassa della corte, perdendo così la buona opinione che il duca aveva di lui. Di ritorno in Italia, nel gennaio 1770, egli fu dapprima a Milano, dove Wolfgang Amedeo Mozart lo udì cantare e ne elogiò, in una lettera scritta alla sorella il 26 gennaio, la "bella voce uguale”. La sua interpretazione fece scrivere ancora a Mozart (lettera alla sorella del 5 giugno dello stesso anno) che l'Aprile cantava "impareggiabilmente". 
Negli anni successivi continuò a svolgere un’intensa attività concertistica, esibendosi nei maggiori teatri italiani: Torino, Firenze, Roma.
Nel 1783 fece ritorno a Napoli e fu subito riammesso, come primo soprano della Regia Cappella, occupando il posto del defunto Gaetano Majorano (1710/1783), detto Caffarelli. L'ultima notizia che si ha di una sua esecuzione pubblica è quella della celebrazione alla festa di Maria SS. Addolorata nella chiesa dei Servi di Maria a Napoli, il 17 e 18 settembre 1785. 
Dal 1790, smesso di cantare, si dedicò esclusivamente alla composizione e all'insegnamento del canto. Tra i suoi allievi viene annoverato anche Domenico Cimarosa (1749/1801). 
Quando si ritirò definitivamente dalle scene e dall’insegnamento, volle tornare nella sua città natale. Arrivato a Martina Franca il 12 luglio 1798, trovò la città scossa da agitazioni e fermenti popolari causati della leva obbligatoria ordinata dal governo borbonico che si apprestava a combattere i Francesi che avevano occupato Roma. Contro l'ingiusta e indiscriminata ripartizione della leva il popolo di Martina Franca insorse e soltanto per merito e intercessione di Giuseppe Aprile, il quale godeva sempre di grande fama e prestigio, furono scongiurati disordini e l'incendio della casa del sindaco. Proclamata, il 9 febbraio 1799 nella provincia e a Martina Franca, la repubblica, Giuseppe Aprile, insieme con i fratelli Michele e Raffaele, vi aderì, armandosi per difendere la città dall'assalto dei sanfedisti e dal loro saccheggio. I fratelli Aprile furono arrestati e processati ma poi, per sopravvenuta amnistia, prosciolti.
Giuseppe Aprile si spense a Martina Franca l'11 gennaio 1813. 
 
Come compositore, Giuseppe Aprile è ricordato per numerosissime musiche vocali - arie, duetti con o senza strumenti. Quasi tutte le parole delle sue opere sono state scritte del riminese Aurelio de’ Giorgi Bertola.
 
 
 


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