MENU

In ricordo / L´eredità musicale e umana di Giovanni Griffi

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

8
SET
2016

La dipartita del musicista martinese lascia in chi lo ha conosciuto tanti ricordi: per le emozioni vissute, per le melodie ascoltate, per la gentilezza che lo caratterizzava. Tanti sono i pensieri espressi, in suo ricordo, sui social, per la strafa, nelle scuole, ma anche rimasti nel cuore di chi lo ha musicalmente incontrato.

La mia vita d’insegnante ha incrociato più volte le sue note e i suoi testi alla Scuola Chiarelli, quando dirigeva il coro, ma allo stesso tempo era disponibilissimo con tutte le classi e tutti i bambini che esprimevano il desiderio di cantare in martinese e non.

Ma, in realtà, ci eravamo conosciuti tanti anni prima, quando io “lavoravo” con papà, Benvenuto, come “dea della luce”, come affermava qualcuno quando mi vedeva alzare il flash; durante i matrimoni e i ricevimenti, lo vedevo al pianoforte ad allietare la festa degli sposi, tante le chiacchierate al tavolo di musicisti e fotografi, in quelle occasioni, notai subito che era di poche parole: ascoltava, sorrideva, annuiva e calice di vino, rigorosamente rosso, al seguito si recava al pianoforte, ho scoperto solo da poco che le Cantine Borgo Canale, in suo onore, denominarono un pregiato vino “Maestro”; dicevo che raggiungeva il pianoforte e senz’alcuno spartito eseguiva pezzi bellissimi e accontentava le richieste di tutti gli invitati, qualunque età avessero, qualunque canzone richiedessero, lui la conosceva e la suonava mirabilmente.
Un giorno mentre lui suonava, incuriosita da tanto talento, chiesi a papà un po’ di notizie e lui subito mi disse che erano coetanei: classe 1932. Nipote di Francesco e Mario Griffi, professore di musica all’avviamento, compositore e organista presso la chiesa di Sant’Antonio, il primo; direttore della fanfara del Villaggio del Fanciullo e organista alla chiesa di San Martino, il secondo. Bravissimi entrambi, diversi per carattere e stile hanno avviato il giovane nipote allo studio della musica, ma soprattutto hanno fatto nascere in lui la passione e coltivato il suo talento.
Giovanissimo, Giovannino suonava per le Messe dei defunti e papà cantava, provando un po’ di invidia per quel ragazzo che pur avendo la sua stessa età suonava così bene. A questo punto i ricordi vanno anche agli organi dell’epoca, quello di Sant’Antonio aveva bisogno di un facchino che girava una grossa ruota per far entrare l’aria nelle canne, e quello “portatile”, per le messe al cimitero, aveva un piccolo mantice a pedale.
Negli anni cinquanta, Giovanni Griffi, decide di raggiungere Roma e qui, tra le altre cose, dirige un coro femminile. Con un’orchestra romana parte in tournee in Medio Oriente, per accompagnare balletti di diverse nazionalità, e tanti concerti vengono trasmessi da Radio Istanbul. 
Negli anni sessanta torna in Italia e le sue tournee toccano le città più importanti del nostro Paese.
Ma non rimane molto tra le mura nazionali e nel 1964 va in Scandinavia, dove rimane fino al 1972.
Due storie d’amore gli fanno dono di sei figli, che gli consentiranno, poi, di potersi attorniare da tanti adorati nipoti.
Tornato a Martina comincia le collaborazioni con le scuole, il piano bar, i matrimoni, le composizioni delle sue canzoni per bambini e non solo. Collabora con le diverse edizioni di “Cuore di Bimbo” della parrocchia di Cristo Re e accompagna i più bravi cantanti dei diversi comuni Pugliesi.
Negli ultimi anni, perfetto il connubio, tra le parole di Clara Redente e la musica del Maestro, e si deve proprio a lei e a Palma Liuzzi la serata dello scorso 15 dicembre, per omaggiare Giovanni Griffi  con la presentazione del cd “Una vita in musica tra folklore e identità”.
Il coro dei bambini da lui accompagnati al pianoforte, le sue canzoni, gli amici, una targa a suggellare il ricordo di quella serata, pensata e voluta per la sua arte, il suo impegno, la sua persona.
Aveva il dono di trasmettere la ricchezza musicale di cui godeva la sua anima […] il maestro porta via con sé la bellezza educativa degli anni novanta, vissuta a scuola o in piazza, tra sorrisi e gioia”, queste le bellissime parole del professor Franco Micoli in suo ricordo.
Carissimo Maestro Griffi, io ho sempre pensato che un artista, come lei, in realtà, non lascia mai del tutto questa terra, le sue opere lo tengono ancorato al suolo, vola solo in parte, c’è sempre qualcosa che parla di lui, che lo ricorda, che travalica gli anni, che incontra le generazioni future, che continua a esistere sempre, per sempre.
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor