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Una scia di luce

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

13
NOV
2015
Era il 1981 eppure mi sembra ieri: quattro “Franchi” (Semeraro, Demita Junior, Mastrovito e il sottoscritto) insieme per il loro primo campo di formazione per capi educatori scout.
Una bellissima avventura vissuta sulle strade del Gargano durante la Settimana Santa.
Per me e per Franco Semeraro poi, per i due anni successivi, fu sempre la Settimana Santa a essere protagonista dei nostri campi di formazione capi.
Ricordi indelebili accompagnati dalle tantissime emozioni e gioie che lo scoutismo ci ha regalato.
Franco Semeraro era per noi lo sprone continuo e costante.
La sua voglia di vivere lo scoutismo era tale che, svolgendo il servizio civile a Ostuni presso il Villaggio SOS, lo "esportó" nella città bianca fondando il gruppo scout Ostuni 1 che da qualche anno gli ha dedicato una casa confiscata alla sacra corona unita che funge da base per le attività scout della zona.
Terminata l’esperienza a Ostuni, tornando nella sua Martina Franca  volle completare il gruppo scout con la “branca” dei lupetti, offrendo così una nuova opportunità a tanti bambini degli anni ‘80 che oggi sono papà e mamme.
Suo era il “pallino” del presepe vivente che ci vide impegnati per più di quindici edizioni. Non era una pura e semplice rappresentazione, ma un’attività educativa che vedeva tutti i ragazzi impegnati nella manualità della costruzione degli ambienti del presepe, nell’animazione delle varie postazioni,nel fine benefico di raccolta fondi per le missioni. Si viveva così con intensità il vero significato del Natale.
Dopo averlo scoperto da ragazzo, appena gli era possibile insieme agli scout o alla famiglia o agli amici, correva nella sua seconda casa: il Pollino.
Terranova, Rotonda, San Costantino Albanese, i Piani del Pollino erano le sue mete più ambite e più di una volta lo hanno visto protagonista e animatore di un fuoco di bivacco o di una grigliata in allegria.
Franco era felicissimo di offrire quelle bellissime opportunità a tanti ragazzi.
A volte era testardo imponendo la sua opinione. Dopo i primi malumori e qualche accesa discussione, alla fine eravamo tutti dalla sua parte perché il suo entusiasmo, la sua determinazione e la sua autorevolezza ci facevano dimenticare la sua "testardaggine" e insieme guardavano il bicchiere che per lui e alla fine anche per noi, era sempre mezzo pieno
Un nostro caro amico sacerdote quando decidemmo di dedicargli un piccolo libricino, ci suggerì quattro semplici parole che rappresentavano Franco alla perfezione: una scia di luce. 
Ed é a quella scia di luce che guardando il cielo stellato nelle notti d’estate, va il nostro pensiero. 
A rivederci Franco. 
 
 


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